Google rilascia Android Auto 10.4, tuttavia un bug fastidioso è ancora presente

Google lavora costantemente per perfezionare Android Auto e, di conseguenza, l’esperienza degli utenti. In tal senso, quasi nel silenzio più assoluto, il colosso di Mountain View ha rilasciato Android Auto 10.4, disponibile per il download a meno di una settimana dal rilascio della prima build beta. Come al solito, non è disponibile un registro delle modifiche, tuttavia è quasi scontato che l’azienda si sia concentrata sulla risoluzione dei vari bug delle versioni precedenti.

Il lancio, come avviene sempre in questi casi, sta avvenendo in maniera graduale. In questo modo, infatti, Google riesce a condurre ulteriori test di affidabilità e stabilità. Alla fine di questo iter, ovvero quando si è sicuri dell’assenza di qualsiasi bug importante, tutti gli utenti potranno utilizzare l’ultima versione del software. Questo processo, di solito, richiede qualche settimana, tuttavia è probabile che gli utenti più esperti procedano al download manuale dell’update.

Per quanto riguarda i cambiamenti introdotti con Android Auto 10.4, Google, come accennato in precedenza, non ha rilasciato un registro delle modifiche. Tuttavia, oltre alla risoluzione di qualche bug, alcuni utenti hanno notato che il bug “Coolwalk”, presente da sei mesi e che causa il blocco della parte inferiore dello schermo, è ancora presente. In particolare, la criticità rende impossibile l’utilizzo della barra delle applicazioni, pertanto gli utenti non possono passare da un’app all’altra. Il problema sembra legato a Google Maps visto che gli utenti coinvolti sostengono che il bug emerge appena si avvia l’app di navigazione. A questo proposito, in attesa di una soluzione da parte di Google, l’unica soluzione sembra quella di ritornare ad utilizzare una versione “vecchia” di Android Auto.

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Google rilascia Android Auto 10.4, tuttavia un bug fastidioso è ancora presente

Sony Xperia 5 V raccoglie ancora una volta l’eredità del mitico Compact

Anche quest’anno Sony propone la nuova iterazione della serie Xperia 5, giunta oramai alla versione Mark V. È quello che potremmo definire il top di gamma compatto di casa Sony, quello che a tutti gli effetti ha colto l’eredità spirituale della serie Compact declinandola in salsa moderna.

Si perché, esattamente come il modello del 2022, anche Xperia 5 Mark V vanta hardware da top di gamma, con al centro il processore più potente del mondo Android (lo Snapdragon 8 Gen 2), e con alcune accortezze a livello hardware e software tale da metterlo in competizione con i dispositivi più blasonati, incluso l’Xperia 1 V. E quello che si intuisce dando un’occhiata alle sue funzionalità e all’ecosistema, è che le varie divisioni di Sony stiano lavorando sempre più all’unisono, cercando di condensare il tutto all’interno degli smartphone.

  • Schermo: 6,1″ 21:9 full HD+ OLED 120 Hz
  • Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2
  • RAM: 8 GB
  • Memoria interna: 128 GB
  • Fotocamera posteriore:
    • 16 mm – 12 megapixel 1/2.5″ 120fps AF
    • 24 mm / 48 mm – 48 megapixel 1/1.35″ Exmor T, 120fps OIS/AF, zoom ottico 2x
    • Supporto a S-Cinetone for mobile, Creative Look, Real-Time Eye AF e tracking, 4K@120fps slow-motion, External monitor, AF/AE burst 30 fps
  • Fotocamera anteriore: 12 megapixel 1/2.9″
  • Audio: jack audio 3,5 mm, stereo speaker amplificati, DSEE Ultimate, 360 Reality Audio
  • Batteria: 5.000 mAh con ricarica a 30W (30 min per 50%), supporto a ricarica wireless
  • Durabilità: Gorilla Glass Victus 2, IP65/68
  • Dimensioni: 154 x 68 x 8,6 mm
  • Peso: 183 g
  • Colori: nero, platinum silver, blu

Il comparto fotografico è uno dei primi a risentire, in senso positivo, del know how del marchio: 3 lunghezze focali, 2 “sole” fotocamere, con zoom ottico 2X, sensore Exmor T, tantissime modalità di scatto (come la nuova modalità Bokeh), modalità per i creatori e tantissimo altro. Sempre a proposito della collaborazione con le altre divisioni, troviamo incluso nell’acquisto con lo smartphone c’è un anno di Bravia Core, il servizio di streaming dedicato ai film Sony, e 5 film in digitale da riscattare e legare per sempre al proprio account. Proprio a proposito della fruizione dei contenuti multimediali, Sony ha optato per integrare il classico jack audio e due “Full-stage Stereo Speaker” pensati per offrire audio al top sia in verticale che in orizzontale. Durante la presentazione a porte chiuse per la stampa, Sony ha mostrato i dati di una ricerca che dimostrano come buona parte degli utenti (più del 70%) guardino YouTube e Netflix sfruttando l’audio degli speaker dello smartphone. Da qui la volontà di spingere su questo aspetto. Ci sono funzionalità software dedicate anche al gaming. Non si è nominato direttamente la divisione PlayStation, ma troviamo comunque a bordo il Game Enhancer che permette l’accesso a funzionalità degne dei gaming phone.

A livello costruttivo, lo smartphone è leggermente meno lungo del predecessore anche se un pelo più spesso (154 x 68 x 8,6 mm del Mark V contro 156 x 67 x 8,2 mm del Mark IV), e pesante qualche grammo in più (183 g vs. 172 g). A livello estetico cambia leggermente il retro, con un camera bump rivisitato che offre i due sensori e il LED flash. Fronte e retro sono piatti e protetti da vetri Gorilla Glass Victus 2, e le forme sono quelle tipiche squadrate e allungate degli ultimi Xperia. Da bravi esponenti della serie, vantano certificazione IP65/68, e Sony ha lavorato anche sulla dissipazione interna aumentano il volume delle superfici di dissipazione. La batteria è una capiente 5.000 mAh garantita 3 anni, con ricarica rapida a 30W e supporto alla ricarica wireless.

Stiamo ancora aspettando di sapere da Sony Italia eventuale data e prezzo di commercializzazione per l’Italia. Lo smartphone dovrebbe arrivare su Amazon, ma aggiorneremo l’articolo con più dettagli appena ne sapremo di più. Per quanto riguarda i prezzi annunciati all’estero, si parla di circa 999€ di prezzo di listino (un po’ meno di Xperia 5 Mark IV) e disponibilità entro fine settembre.

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Sony Xperia 5 V raccoglie ancora una volta l’eredità del mitico Compact

Modelli di iPhone non ancora rilasciati appaiono nel codice di tvOS 17

Siamo ad un solo mese dall’annuncio dei nuovi iPhone 15 da parte di Apple, quindi non sorprende che l’azienda stia lavorando su nuovi smartphone in questo momento. Tuttavia, sono stati trovati diversi modelli di iPhone non ancora rilasciati nel codice della beta di tvOS 17, e potrebbero darci un’idea di cosa aspettarci in futuro.Diversi modelli […]

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Modelli di iPhone non ancora rilasciati appaiono nel codice di tvOS 17

Ancora offerte sul Play Store: Teslagrad e Grand Prix Story da non perdere!

Il Play Store ci ha ormai abituati alle sue offerte che riguardano contenuti per dispositivi Android, le quali vengono aggiornate quotidianamente. Anche in vista del weekend tornano alla carica.

Le nuove app e giochi Android che troviamo gratis o in sconto per un tempo limitato si rivelano interessanti. Andiamo a vederli insieme, ricordandovi anche come farvi rimborsare nel caso in cui un acquisto non dovesse soddisfarvi.

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Ancora offerte sul Play Store: Teslagrad e Grand Prix Story da non perdere!

Ancora problemi per la mail di Libero: la posta elettronica è sospesa

AGI – Ancora problemi per Libero, il servizio di posta elettronica di ItaliaOnLine che dopo i disservizi di mercoledì 14 giugno dovuti a una manutenzione programmata, giovedì 15 giugno non è raggiungibile.

Le anomalie sono dovute a “instabilità all’infrastruttura e-mail” che hanno costretto ItaliaOnLine, che gestisce le caselle, a una “sospensione temporanea del servizio”.

“Nella notte tra il 13 e il 14 giugno si è svolto un intervento programmato di manutenzione evolutiva di  Libero Mail e Virgilio Mail, riguardante le caselle di posta e i servizi a esse collegati” si legge in una nota dell’azienda, “L’intervento ha richiesto più tempo del previsto e il servizio è stato gradualmente riattivato in tarda mattinata, mentre nel primo pomeriggio tutti gli utenti hanno potuto tornare ad accedere alle proprie caselle di posta nelle loro piene funzionalità. Purtroppo nelle ultime ore si sono presentate instabilità all’infrastruttura e-mail, che ci costringono a una sospensione temporanea del servizio“.

L’azienda assicura che “i tecnici stanno lavorando 24 ore su 24 per riportare il servizio alla consueta piena funzionalità nel minimo tempo possibile”. Per ulteriori informazioni, gli utenti possono fare riferimento al numero 02-83905521. 

A gennaio un down senza precedenti aveva reso i servizi di posta di ItaliaOnLine inaccessibili per quasi una settimana: gli account di nove milioni di utenti avevano smesso di funzionare con gravi disagi e un notevole danno di immagine per la società.


Ancora problemi per la mail di Libero: la posta elettronica è sospesa

Ancora eccessiva la frammentazione di Android: l’ultima versione stenta a decollare

Secondo gli ultimi dati forniti da Google, Android 13 è installato su circa il 15% degli smartphone attivi. Una percentuale non molto alta, soprattutto se si osserva la percentuale di diffusione di Android 11, in esecuzione sul 23,1% dei dispositivi, risultando quindi la versione del S.O. più diffusa fino ad ora.

Entrando nei dettagli nella notizia, Android 13 ha comunque registrato una lieve crescita, visto che ad aprile raggiungeva una percentuale di diffusione pari al 12,1. In calo, invece, le percentuali di Android 12,11 e 10, anche se, come accennato all’inizio, Android 11 rimane la versione del S.O. di Google maggiormente in esecuzione sugli smartphone. Tra l’altro, c’è un dato che sorprende ancora di più: tra aprile e giugno è stata registrata una crescita improvvisa della diffusione di Android Oreo, passata dal 6,7 all’8,3. Oggettivamente non si sa come mai una versione così vecchia di Android abbia avuto questo aumento.

Dunque, ancora una volta da questi studi emerge l’eccessiva frammentazione di Android, che non consente una diffusione costante e precisa dell’ultima versione del S.O, a differenza di quanto accade con iOS. A questo proposito, l’81% dei dispositivi iOS esegue l’ultima versione del sistema operativo di Apple, mentre il 13% utilizza ancora iOS 15. Soltanto il 6%, invece, esegue versioni ancora più vecchie. Insomma, percentuali completamente differenti da quelle di Android. Appare evidente, quindi, come Google ed i vari produttori di smartphone debbano ancora fare dei passi in avanti al fine di garantire degli aggiornamenti più rapidi.

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Ancora eccessiva la frammentazione di Android: l’ultima versione stenta a decollare

Il metaverso non esiste, ma non è ancora morto

AGI – Il metaverso è lontano. Oggi, al più, si potrebbe parlare di metaversi, al plurale. Singole applicazioni, magari utili ma frammentate. Più simili a siti privi di collegamento che a quello che il nuovo mondo ambisce a essere: il prossimo web.

È lo scenario che emerge dal primo Osservatorio Realtà Aumentata e Metaverso del Politecnico di Milano, che ha depurato la discussione tra apocalittici e integrati, dicendo le cose come stanno e come potrebbero diventare.

Dopo la sbornia dello scorso anno, gli investimenti continuano e i casi d’uso si moltiplicano. C’è però – tra gli altri – un grosso problema: per dirla con le parole della direttrice della ricerca Valeria Portale, “oggi nel metaverso ci sono quattro gatti”. Insomma, c’è poco da fare. Ma il metaverso non è morto

Il metaverso senza equilibrio

L’Osservatorio identifica due fasi. La prima è quella del cosiddetto hype. Cioè della classica spinta sproporzionata rispetto alla sostanza. Tra la fine del 2021 e la seconda metà del 2022, le big tech individuano il metaverso come il futuro. Il pianeta Zuckerberg cambia nome e diventa Meta. Poi, nel giro di poche settimane, si è passati dai gloria ai de profundis. Pace all’anima del metaverso, sostituito dall’intelligenza artificiale.

“Questo significa che le aziende hanno smesso di credere nel metaverso? Non necessariamente”, spiega l’Osservatorio. Qualcuno ha deciso di ridurre gli investimenti. Qualcun altro ha cassato alcuni progetti, com’è fisiologico in un settore ancora in fasce. Ma Meta dovrebbe investire 19 miliardi nel metaverso quest’anno; Microsoft ha stretto una partnership con Nvidia per le applicazioni industriali; Samsung, Qualcomm e Google hanno sottoscritto un patto per una piattaforma di realtà estesa; Apple potrebbe lanciare un proprio visore. E anche l’Ue sta investendo. Come ha confermato durante la presentazione del report Oscar Arnau, policy and programme assistant della Commissione, “l’Unione europea vuole essere il miglior posto dove sviluppare tecnologie per i mondi virtuali”.

La realtà estesa (che non è il metaverso)

Oggi i metaversi sono costituiti da progetti di realtà estesa (che include quelle virtuale, aumentata e mista). L’Osservatorio ne ha analizzati 231. Tra i consumatori, una porzione consistente è assorbita dai settori turismo-arte e retail. Da soli costituiscono quasi il 60% delle applicazioni.

La realtà estesa è usata per visite virtuali, provare abiti da remoto, capire come un armadio starebbe nella camera da letto prima di acquistarlo. Tra le imprese, la realtà estesa viene utilizzata soprattutto in ambito industriale e sanitario. Per lavorare con più sicurezza e per formare gli addetti senza costi (economici e umani). 

Non si tratta più solo di esperimenti. L’approccio si è fatto più strutturato, con vantaggi misurabili in termini di ricavi (perché si raggiungono nuovi clienti), di costi (nelle vendite, si riducono i resi), di produttività (si registra un calo del tasso di errore). Ma, di nuovo: questi sono siti, non il web. Dov’è il metaverso?

Metaverso: una definizione

Ancor prima di provare a capire come potrebbe essere il metaverso, quindi, non è affatto banale definire cos’è. Secondo i ricercatori del Polimi, il metaverso deve avere queste caratteristiche:

  1. Interoperabilità
  2. Persistenza
  3. Accessibilità,
  4. Immersività
  5. Modulabilità
  6. Transazionalità, in grado di garantire l’ownership degli asset e la rappresentazione degli utenti.

In sostanza, i diversi mondi virtuali devono parlarsi, per garantire un’esperienza fluida e semplice, nella quale ciascuno ha un’identità chiara. Allo stato attuale, tra i 212 mondi virtuali analizzati dallo studio, il 54% è “metaverse-ready”, perché possiede tutte le caratteristiche. 

Ci sono poi tanti progetti già disponibili. Tra i 445 analizzati, il 37% è in ambito retail e il 27% riguarda l’intrattenimento. I metaversi sono stati usati per partecipare o amplificare un evento, vendere beni virtuali tramite Nft, organizzare conferenze aziendali. Si tratta di test che costano relativamente poco. In poche parole: viste le potenzialità, provarci ha meno rischi che starne fuori.

Oggi giochi e poco più

Se la presenza delle imprese è ondivaga, quella degli utenti è debole. Oggi, secondo l’Osservatorio, gli italiani maggiorenni che frequentano i mondi virtuali ogni giorno sono 1,4 milioni, pari al 4% degli utenti tra i 18 e i 75 anni. Uno su due, però, ci va solo per giocare a Fortnite e Minecraft. Fatta eccezione per i videogame e alcuni mondi social, il resto è nicchia.   

La conoscenza del metaverso è definita “superficiale”. Soprattutto grazie alle campagne di Zuckerberg, l’86% ne ha sentito parlare, ma solo l’8% dichiara di conoscere molto bene il tema (anche se si arriva al 24% tra gli under 24).

Dai metaversi al metaverso: cosa manca

Insomma: il metaverso oggi non esiste. Cosa manca per poter poter parlare al singolare? L’Osservatorio ha individuato alcuni punti chiave. Va migliorata l’esperienza utente: dispositivi migliori (e soprattutto meno costosi), qualità grafica, fluidità dei movimenti. I mondi, poi, devono diventare interoperabili. Devono cioè parlarsi grazie a standard condivisi. Creare un avatar e viaggiare da un mondo virtuale all’altro dovrebbe essere semplice com’è oggi navigare da un sito all’altro.

Le aziende devono capire in modo più chiaro cosa vogliono fare nel e con il metaverso. Ed è necessaria una “regolamentazione, in questo momento assente”, soprattutto in termini di raccolta dati e privacy. Tutto questo concorre a raggiungere la condizione necessaria per creare il metaverso: oggi manca la capacità di popolare i mondi virtuali. “Fino a quando nel metaverso non ci sarà nulla da fare – ha concluso Portale – non possiamo dire se sia morto o se sarà il futuro”.  


Il metaverso non esiste, ma non è ancora morto

HTC esiste ancora: annunciato Wildfire E3 Lite

Ogni volta che HTC batte un colpo (e capita molto di rado), ci ritroviamo a provare una fitta al cuore ripensando alle scelte coraggiose (e, con il senno di poi, tendenzialmente suicide) del glorioso marchio di smartphone

Ebbene eccoci qui, anche se HTC non produce più dispositivi direttamente ma concede in licenza il proprio marchio a produttori interessati, oltre a riservarli solo per il mercato africano. In ogni caso, vogliamo contrastare questa tendenza alla modernità liquida, come direbbe Zygmunt Bauman, e gioire per il nuovo entry level del marchio, Wildfire E3 Lite

  • Schermo: 6,5 pollici LCD HD+ (1600 × 720 pixel), 20:9
  • Processore: Unisoc SC9863A Octa-Core da 1,6 GHz
  • GPU: IMG8322
  • RAM: 3 / 4 GB
  • Archiviazione interna: 32 / 64 GB espandibili tramite microSD fino a 256 GB
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 13 megapixel, apertura f/2.2
    • Sensore di profondità: 2 megapixel, apertura f/2.4
  • Fotocamera anteriore: 5 megapixel, apertura f/2.0
  • Sensore impronte montato lateralmente
  • Connettività: dual SIM, Jack audio da 3,5 mm, 4G VoLTE, Wi-Fi 802.11 b/g/n, Bluetooth 4.2, GPS + GLONASS, porta USB di tipo C
  • Dimensioni: 164,8 × 76,5 × 9,2 mm
  • Peso: 218 g
  • Sistema operativo: Android 12
  • Batteria: 5.000 mAh con ricarica da 10 W

Come possiamo notare, il dispositivo offre specifiche molto basiche, parzialmente ereditate dal suo “fratello maggiore” Wildfire E3 del 2021, come lo stesso schermo con notch a goccia HD + da 6,5 pollici e la fotocamera posteriore principale da 13 MP. 

Tra le novità di rilievo spiccano il chip Unisoc, un minore quantitativo di spazio di archiviazione disponibile e, soprattutto, la batteria più generosa, che passa da 4.000 a 5.000 mAh, con ricarica a 10 W. 

Come l’ultimo tablet dell’azienda (A101), anche Wildfire E3 Lite è prodotto sotto licenza da Water World International Industrial Limited, mentre ricordiamo che Wildfire E3 era stato concesso a Fortune Ship International Industrial Limited.

HTC Wildfire E3 Lite sarà presto disponibile in Africa, a prezzi non ancora comunicati, mentre per quanto riguarda le colorazioni, saranno le stesse di Wildfire E3, nero e blu.

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HTC esiste ancora: annunciato Wildfire E3 Lite

iOS 16.4 beta 3: ancora novità per l’accesso alla distribuzione delle versioni beta

iOS 16.4 beta 3 permette agli utenti di accedere al beta testing con un Apple ID differente.

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iOS 16.4 beta 3: ancora novità per l’accesso alla distribuzione delle versioni beta

Nuove offerte dal Play Store: sconti per Underworld Office, Argo’s Choice, 7Days e altro ancora

Le offerte sul Play Store non si fermano mai. Anche oggi, infatti, è possibile approfittare di sconti applicati su app e giochi, che per un tempo limitati sono offerti gratis oppure ad un prezzo particolarmente basso. Tra i titoli più interessanti, sicuramente rientrano Underworld Office, Murders on Budapest, Argo’s Choice: Offline Game, 7Days: Offline Mystery Story e tanto altro ancora.

Prima di entrare nel vivo della notizia, ci soffermiamo un attimo su Underworld Office. Si tratta di un gioco di narrazione interattiva, un’avventura in cui ogni scelta presa dal protagonista può diventare cruciale. Ecco la descrizione allegata sul Play Store: “Prova il nostro romanzo visivo, un romanzo misterioso in cui le scelte contano! Stiamo offrendo il nostro gioco di narrazione interattivo chiamato “Underworld Office” nel mondo di Adventure Games. Tutte le nostre storie, romanzi misteriosi sono scritti da autori diligentemente selezionati”.

App e giochi in sconto

Oltre a queste occasioni, ce ne sono altre pubblicate negli scorsi giorni. Ecco dunque le app ed i giochi che sono ancora disponibili ad un prezzo speciale. A riguardo, specifichiamo che non si sa quando scadranno queste offerte: quindi se qualcosa vi interessa è il caso di non lasciarsi sfuggire l’occasione.

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Nuove offerte dal Play Store: sconti per Underworld Office, Argo’s Choice, 7Days e altro ancora

Ancora Galaxy S23: colori e design di tutti i modelli

Samsung è ormai prontissima per il periodo più importante per il suo mercato smartphone a livello globale, quello in cui lancerà ufficialmente a livello globale i suoi nuovi top di gamma.

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Parliamo chiaramente dei Galaxy S23, i tre modelli che verranno ufficializzati a inizio febbraio a livello internazionale e dei quali ormai già sappiamo molto. Gli ultimi rumor infatti ci hanno mostrato le potenzialità fotografiche, tutte le tutte le presunte specifiche tecniche e le recenti conferme sul design.

Ora torniamo a parlarne perché nelle ultime ore sono emerse online delle nuove immagini di Galaxy S23, S23+ e S23 Ultra. Stavolta si tratta di render, che hanno tutto il sapore di essere ufficiali, e che mostrano ancora una volta cosa dobbiamo aspettarci dal design e dalle colorazioni dei nuovi Galaxy S23.

Le immagini, che trovate nella galleria in basso, mostrano che per Galaxy S23 Ultra arriveranno le colorazioni Botanic Green, Cotton Flower, Misty Lilac, e Phantom Black. Le immagini confermano ancora una volta il design squadrato, la presenza di quattro sensori fotografici posteriormente e quella della S Pen.

Per Galaxy S23 e S23+ vediamo un look praticamente identico, con le dimensioni che chiaramente pendono dalla parte del modello S23+. Anche per questi due modelli arriveranno le colorazioni Botanic Green, Cotton Flower, Misty Lilac, e Phantom Black, corrispondenti appunto alle alternative che vediamo nelle immagini in basso.

Ormai sembra dunque tutto chiaro in merito alla nuova serie di flagship da parte di Samsung. Rimane soltanto da scoprire disponibilità e prezzi ufficiali dei nuovi Galaxy S23. Questi li apprenderemo con certezza durante l’evento di presentazione ufficiale fissato al 1 febbraio.

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Ancora Galaxy S23: colori e design di tutti i modelli