Il segmento degli smartphone pieghevoli entra sempre più nel vivo, con Samsung che prepara il terreno per il lancio dei nuovi Galaxy Z Fold 5 e Flip 5, Google che addirittura prepara il lancio del suo primo pieghevole, e Motorola che sta finalizzando il nuovo Razr.
Nelle ultime settimane abbiamo parlato sotto diversi aspetti del nuovo pieghevole di casa Motorola. Abbiamo visto come dovrebbe apparire dal vivo, e anche alcune delle presunte specifiche tecniche. Ora apprendiamo ulteriori dettagli che non sembra particolarmente positivi.
Stando a quanto appena riferito da fonti di mySmartPrice, il nuovo Motorola Razr dovrebbe arrivare sul mercato col nome di Motorola Razr Plus. Ed è curioso apprendere questo nome quando si apprendono i dettagli sulla batteria che integrerà: si tratterà infatti di un unico modulo da 2.850 mAh.
Chiaramente si tratta di una batteria relativamente piccola. Un passo indietro rispetto alla batteria di Motorola Razr 2022, da 3.500 mAh, e comparabile con quella del primo Razr del 2020. La scelta risulterebbe curiosa perché gli ultimi rumor indicano che invece il display del nuovo Razr sarà più grande rispetto a quelli visti sulle generazioni precedenti.
Allora le alternative sono due a nostro avviso: la più probabile è che Motorola ha scelto una batteria di bassa capacità in nome di una leggerezza e portabilità dello smartphone senza precedenti, magari confidando in un’ottimizzazione software particolarmente spinta per fornire un’autonomia decente agli utenti. La seconda è che nel nuovo pieghevole ci saranno due moduli per la batteria, come spesso accade per i pieghevoli, e quello appena trapelato da 2.850 mAh è uno solo uno dei due.
Non vi resta che continuare a seguirci per scoprire la risposta definitiva a questo dubbio, man mano che emergeranno nuovi rumor sul prossimo pieghevole di casa Motorola.
Sono passate poche ore da quando abbiamo finalmente conosciuto ufficialmente i nuovi Galaxy S23, gli smartphone top di gamma di casa Samsung, a lungo vociferati e protagonisti di tantissimi rumor nel corso delle ultime settimane.
I nuovi dispositivi Android sono arrivati, come previsto, con importanti novità, le quali riguardano soprattutto l’aspetto del processore e del comparto fotografico, dove promettono faville anche rispetto alla generazione precedente Galaxy S22.
Dopo la nostra video anteprima avremo modo di conoscere più a fondo i nuovi Galaxy S23 di Samsung, ma nel frattempo potete averne un assaggio anche voi grazie agli sfondi ufficiali.
Le immagini che trovate nella galleria in basso infatti corrispondono a tutti gli sfondi ufficiali dei nuovi Galaxy S23. Troviamo le immagini corrispondenti agli sfondi statici, quelli relativi alla raccolta della One UI 5 e quelli che sono disponibili in modalità DeX. Infine troviamo anche lo sfondo animato ufficiale, potete averne un’anteprima osservando il video qui in basso.
Gli sfondi ufficiali sono disponibili al download a risoluzione originale (1440 × 3088 pixel) tramite il link che trovate qui in basso.
Il Pixel 6a di Google è sicuramente un buon telefono, considerando soprattutto il rapporto qualità/prezzo. Tuttavia, sembrerebbe che il suo successore alzerà ulteriormente l’asticella. Difatti, il Pixel 7a – il cui nome in codice è “Iynx” – secondo Kuba Wojciechowskiavrà un display con un refresh rate a 90 Hz, il supporto alla ricarica wireless ed una inedita fotocamera posteriore.
Nello specifico, scavando nei driver della fotocamera, Wojciechowski ha scoperto che “lynx” era effettivamente collegato a un telefono di fascia media con la configurazione della fotocamera chiamata “Pixel 22 Mid-range”. Tra l’altro, dopo che il driver è stato arricchitato, il codice ha “rivelato” soltanto due fotocamere: “l10_wide” (IMX787) e “l10_UW” (IMX712). A questo proposito, ricordiamo che il Pixel 6a utilizza il sensore Sony IMX363 mentre, stando a queste informazioni, il modello successivo adotterebbe il sensore Sony IMX787, che potrebbe rappresentare un grande miglioramento.
Inoltre, come già accennato in precedenza, il telefono potrebbe supportare anche la ricarica wireless. A riguardo, sembrerebbe che la velocità di ricarica sarà limitata a soli 5 Watt. Insomma, non “numeri eccezionali”, anche se comunque si tratta di una funzionalità mai vista in passato sui modelli di questa serie di Pixel. Infine, sempre Wojciechowski ha affermato che il Pixel 7a utilizzerà un pannello 90Hz 1080p di Samsung. Ovviamente si tratta di indiscrezioni che, però, se venissero confermate significherebbe che Google è pronta a lanciare uno smartphone di fascia media davvero interessante.
AGI – Google chiuderà Stadia. La piattaforma di cloud gaming di Mountain View spegnerà i motori il 23 gennaio 2023. Stop già da oggi allo Stadia Store, compresi ecommerce e transazioni in-game. La società di Mountain View ha previsto un piano in cui rientrano gli abbonamenti al servizio, che coinvolge l’hardware Stadia, i pacchetti Play and Watch con Google TV, giochi e componenti aggiuntivi.
Annullati inoltre tutti i preordini, con il rimborso di quelli per i quali c’è già stato un addebito. Come intende concretamente muoversi la società al momento non è dato sapere (in autonomia? Moduli?). “Stiamo lavorando a questo processo ora e terremo aggiornato questo articolo mentre definiamo il processo per ciascuno dei paesi e situazioni diverse” fa sapere la multinazionale su una pagina dedicata all’Assistenza.
“I giocatori – ha spiegato Phil Harrison, Vice President and General Manager, Stadia – continueranno ad avere accesso alla loro libreria di giochi e a giocare fino al 18 gennaio 2023. Prevediamo che la maggior parte dei rimborsi sarà completata entro la metà di gennaio 2023”. La maggior parte dei giochi, fa sapere la società, dovrebbe continuare a funzionare normalmente. “Problemi potrebbero però insorgere per quelli che necessitano di transazioni finanziarie”. Problemi anche per i progressi di gioco e per il loro trasferimento su un’altra piattaforma. “Per la maggior parte dei giochi, ciò non sarà possibile”.
Dunque i rimborsi. Lato hardware la società fa sapere che offrirà rimborsi “per tutti gli acquisti di hardware Stadia (controller Stadia, Founders Edition, Premiere Edition e pacchetti Play and Watch con Google TV) effettuati tramite il Google Store”. Gli stessi controller Stadia, Founders Edition, Premiere Edition e pacchetti Play and Watch con Google TV non dovranno essere restituiti.
Verranno rimborsate anche le transazioni legate al software (giochi e acquisti di componenti aggiuntivi) tramite lo Stadia store. “Gli abbonamenti a Stadia Pro – si precisa invece – non sono idonei al rimborso, tuttavia potrai continuare a giocare ai tuoi giochi in Pro senza ulteriori addebiti fino alla data di scadenza finale”.
Ai giocatori che avevano un abbonamento Stadia Pro attivo a partire dal 29 settembre 2022 “non verrà addebitato alcun costo per l’accesso alla propria libreria Pro o ad altri diritti di abbonamento durante il periodo di chiusura”.
AGI – Samsung ha inaugurato un nuovo spazio dedicato a ricerca e sviluppo di semiconduttori in Corea del Sud, in cui prevede di investire circa 15 miliardi di dollari a partire dal 2028, con l’obiettivo di guadagnare il primo posto nell’implementazione della tecnologia dei chip. La nuova struttura (109 mila metri quadrati all’interno del suo campus a Giheung, ad un’ora dalla capitale Seul), vuole guidare la ricerca su dispositivi e processi di ultima generazione per processori di memoria e di sistema e lo sviluppo di nuove tecnologie innovative.
“Samsung – fa sapere la compagnia – sta cercando di superare i limiti dello scaling dei semiconduttori”, ovvero il problema delle loro dimensioni: l’obiettivo è creare chip sempre più piccoli e potenti e meno affamati di energia. Alla cerimonia di inaugurazione del nuovo centro in Corea hanno partecipato il presidente e CEO Kye Hyun Kyun, il vicepresidente Jay Y. Lee e altri top manger della compagnia.
“Il nostro nuovo complesso di ricerca e sviluppo all’avanguardia diventerà un hub per l’innovazione in cui i migliori talenti della ricerca di tutto il mondo potranno incontrarsi e crescere insieme – ha dichiarato il presidente Kye Hyun Kyung – ci aspettiamo che questo nuovo inizio getti le basi per una crescita sostenibile della nostra attività di semiconduttori”, ha ribadito. “Dobbiamo continuare la nostra tradizione di investire preventivamente e enfatizzare la tecnologia” ha detto invece Lee, che poi ha incontrato i dipendenti del settore dei chip e separatamente i dirigenti della società.
Tra crisi di approvvigionamento, scarsità dei materiali e onnipresenza, quella della produzione dei chip è una partita determinante per gli equilibri internazionali. A fine luglio negli Usa (che a oggi producono solo il 12% dei chip mondiali) è stato approvato il Chips and Science Act. Il provvedimento prevede più di cinquanta miliardi di dollari di incentivi alle manifatture per la produzione di microchip. Ci sono anche più di 80 miliardi di dollari per la National Science Foundation a sostegno della ricerca e l’innovazione tecnologica: 280 miliardi in tutto.
A febbraio l’Europa ha presentato il suo piano per i chip, una iniziativa con la quale rilanciare la ricerca e la produzione di microprocessori sul territorio comunitario e mobilitare fino a 43 miliardi di euro in denaro pubblico e privato, cercando di raddoppiare la quota di mercato europea, portandola al 20% da qui al 2030.
E la Cina? Pechino sta cercando di smarcarsi dalla dipendenza estera, investendo nella produzione di qualità di semiconduttori. Il quattordicesimo piano quinquennale propone un rafforzamento dell’industria interna dei semiconduttori e punta ad ottenerlo con un ricco programma di sussidi. E sembra che dietro la tensione tra Usa e Cina su Taiwan, riaccesa dalla visita lampo della speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, ci siano proprio i chip: Taiwan è il più grande produttore al mondo di semiconduttori. L’altro leader di mercato è la Corea del Sud.
AGI – Elon Musk dovrà affrontare una strada in salita qualora Twitter dovesse decidere di portarlo in tribunale dopo che si è ritirato dall’operazione di acquisizione del social network per 44 miliardi di dollari. Il patron di Tesla ha deciso di mollare dal momento in cui, secondo la sua tesi, Twitter avrebbe violato “in modo sostanziale” alcune disposizioni del contratto di compravendita: per questo motivo, avrebbe avuto il diritto di ritirarsi dal ‘deal’.
Twitter ha risposto annunciando l’intenzione di citare Musk in giudizio presso la Corte di Cancelleria del Delaware, dove la società è registrata, per costringerlo a onorare l’accordo al prezzo concordato di 54,20 dollari per azione. Insomma, si preannuncia una battaglia legale costosa e foriera di nuove turbolenze per l’azienda.
Cosa potrebbe succedere? Secondo il Financial Times, ci sono diversi scenari da valutare. Ma una cosa è certa: i tempi si prospettano lunghi, in quanto bisognerà entrare nei dettagli dell’attività di Twitter e del suo operato dopo la firma del contratto anche se le parti potrebbero optare per una transazione al fine di evitare un processo costoso e potenzialmente imbarazzante.
TWITTER ‘MORBIDA’
Twitter potrebbe scegliere di accettare un accordo o di negoziare con Musk per un prezzo più basso, per evitare le ingenti spese legali e un’ulteriore dose di incertezza in un clima di grande sfiducia tra i dipendenti dell’azienda.
Secondo John Coffee della Columbia Law School, interpellato dal Financial Times, le cose si metterebbero male per Musk in quanto “la legge è abbastanza chiara: non ci si può ritirare da un accordo nel modo in cui lui sta cercando di fare”. La pensa così anche Ann Lipton, docente di diritto societario presso la Tulane University, citata dal Financial Times, che spiega: “Poichè la sua condotta fino ad ora ha dimostrato in modo cosi’ sfacciato che stava cercando qualsiasi scusa per tirarsi indietro, inizierà la causa con un serio problema di credibilità“.
COSA PUO’ FARE MUSK
In questi casi, per invalidare un accordo di fusione gli acquirenti devono sostenere la tesi secondo cui la società che stavano per acquisire abbia registrato un “effetto negativo materiale” (MAE) citando come prova il deterioramento dei suoi dati di bilancio.
Musk sostiene che Twitter ha violato tre disposizioni distinte del contratto. In primo luogo, ha affermato che Twitter ha ripetutamente omesso di fornire informazioni adeguate sugli account falsi e di spam, necessarie per facilitare la pianificazione finanziaria della transazione. In secondo luogo, i rappresentanti di Musk affermano di aver effettuato una valutazione preliminare dei dati a cui potevano accedere e di aver scoperto che il numero di account spam e falsi sulla piattaforma era “enormemente piu’ alto” del 5% stimato da Twitter.
Le dichiarazioni pubbliche di Twitter nell’ambito dell’accordo contengono quindi “affermazioni materialmente inesatte”. Infine, Musk ha sostenuto che le dimissioni di dipendenti chiave dopo la firma dell’accordo dimostrano che la società non stava conducendo la sua attività “in modo ordinario”, e questo potrebbe fornirgli una scappatoia.
Musk ha affrontato per mesi la questione degli account falsi nelle interviste e nei suoi stessi tweet. Dal canto suo, Twitter ha sempre detto che erano limitati al 5% del totale degli account e ha acconsentito ad alcune delle sue richieste di dati. Tuttavia, l’azienda ha dichiarato di non poter condividere con terzi l’intero data base, in quanto contenente informazioni sensibili sugli utenti protette dalle leggi sulla privacy.
I SOSPETTI DI TWITTER
Per gli esperti è probabile che Twitter sostenga che le preoccupazioni di Musk nascondano semplicemente il rimorso dell’acquirente per un’operazione costosa e ad alta leva finanziaria. Musk ha ricevuto 13 miliardi di dollari di impegni di debito da diverse banche di Wall Street. Il prezzo del debito è diventato notevolmente più costoso nelle ultime settimane, poichè le banche hanno avuto difficoltà a piazzare i prestiti e le obbligazioni.
Musk si è anche impegnato a raccogliere più di 30 miliardi di dollari di capitale proprio. In precedenza aveva annunciato di aver messo in fila alcuni co-investitori, tra cui società di capitali privati come Brookfield e Andreessen Horowitz. Le azioni di Tesla sono crollate di oltre il 35% quest’anno e Musk stesso ha venduto 8,5 miliardi di dollari di azioni per contribuire a finanziare l’operazione.
LA ‘PENALE’
I termini dell’accordo includono una tassa di risoluzione di 1 miliardo di dollari che Musk dovrebbe pagare se venisse giudicato responsabile del fallimento della transazione. Twitter ha negoziato una cosiddetta clausola di esecuzione specifica che impegna Musk a concludere l’accordo se tutte le altre condizioni fossero soddisfatte.
Il Ft ipotizza però che se Musk e Twitter dovessero concordare un risarcimento danni invece di una revisione del prezzo, l’accordo di fusione prevede un tetto massimo di 1 miliardo di dollari. Tuttavia, le parti potrebbero semplicemente concordare una cifra maggiore per porre fine alle ostilità.
IL MOMENTO ‘CLOU’
Se il conflitto dovesse arrivare in un’aula di tribunale, la deposizione di Musk potrebbe essere il momento clou e garantire più di una sorpresa. Il Ft ricorda che nel 2021 il miliardario si è drammaticamente scontrato con un avvocato che rappresentava gli azionisti di Tesla che lo avevano accusato di aver salvato impropriamente SolarCity, un’altra società di Musk che Tesla aveva acquisito nel 2017. “Penso che lei sia un pessimo essere umano”, disse Musk all’avvocato che lo stava interrogando. Il tribunale del Delaware lo ha poi scagionato da qualsiasi illecito.
Il mondo degli smartphone Android è altamente variegato perché il robottino verde è presente su migliaia di modelli diversi prodotti da aziende diverse. Dal punto di vista delle app disponibili la scelta è ancora più ampia con il Play Store, il noto app store ufficiale di Google per Android, che contiene milioni di contenuti. Oltre a questo, bisogna anche considerare tutte quelle app sviluppate dai singoli produttori e che troviamo preinstallate su specifici modelli, basti pensare alle app di Samsung che troviamo sul Galaxy Store.
Da qui è abbastanza semplice arrivare a chiedersi quali siano le app davvero importanti, che assolutamente non dobbiamo perderci su un nuovo smartphone Android. La risposta non è semplice perché le app che si installano dipendono fortemente dalla tipologia di utente e di utilizzo che si fa dello smartphone.
La risposta che proviamo a dare noi è rivolta quindi ad un pubblico più eterogeneo possibile e include le app che davvero dovreste installare al primo utilizzo di un nuovo smartphone Android.
Tra le app che sicuramente dovreste installare immediatamente su un nuovo smartphone Android troviamo quelle di messaggistica istantanea. È bene notare che tutte le più popolari app di messaggistica offrono ormai servizi di videochiamata. Andiamo a vedere quelle più diffuse e interessanti:
WhatsApp
WhatsApp è una delle app di messaggistica istantanea più usate al mondo. I suoi miliardi di utenti la rendono quasi obbligatoria da installare al primo utilizzo.
Telegram è l’alternativa più popolare e, probabilmente, più personalizzabile di WhatsApp. Anche Telegram può contare su un consistente numero di utenti. Sempre su Telegram trovate anche il nostro canale dedicato alle offerte, qui sotto trovate il pulsante per l’iscrizione.
Signal è una piattaforma di messaggistica creata e sviluppata dal creatore di WhatsApp e si è gudagnata una bella fetta di popolarità per essere molto focalizzata sulla privacy degli utenti.
Duo è una delle app che arriva preinstallata su diversi dispositivi Android, soprattutto sui Pixel di Google. Duo è stata concepita per effettuare videochiamate, le quali offrono diversi strumenti di personalizzazione. L’app Chat, sempre da Google, permette invece di gestire la messaggistica istantanea.
Uno degli aspetti più usati e sviluppati degli smartphone al giorno d’oggi è quello fotografico, con fotocamere sempre più potenti e funzionalità software dedicate alla fotografia sempre più avanzate. E allora è ovvio che tra le app da avere assolutamente su uno smartphone troviamo quelle per sfruttare al massimo il comparto fotografico sul proprio smartphone.
Google Camera
La Google Camera è una delle app che meglio sfrutta i comparti fotografici degli smartphone Android. Nativamente la Google Camera si trova sui Pixel di Google. Da diversi anni però sono disponibili diversi porting di terze parti, i quali rendono la Google Camera, e le sue funzioni native come l’HDR+, le ottimizzazioni di Google e le feature come la Gomma Magica, compatibili anche con altri modelli Android.
Installare un porting compatibile della Google Camera sul proprio smartphone non Pixel non è possibile tramite il Play Store. L’installazione deve avvenire manualmente, scaricando l’apk adatto al proprio modello e procedendo all’installazione. Trovate maggiori dettagli sul sito dove sono raccolte tutte le versioni del porting.
Open Camera
Open Camera è una delle più apprezzate app di terze parti per scattare foto su smartphone Android. L’app è ricca di funzionalità di scatto, compresa quella manuale che permette di regolare numerosi parametri di scatto. La trovate sul Play Store.
Snapseed è un’app di ufficiale di Google dedicata al fotoritocco. Nel corso degli anni non è stata aggiornata spesso ma propone tantissime alternative per modificare le immagini. La trovate disponibile al download gratuito sul Play Store.
Tra le app da consigliare non possono mancare i social network. Questi ovviamente non hanno bisogno di presentazioni e, in questo caso, quelle che trovate in elenco sono presenti prettamente per meriti di diffusione:
Tra quelle più popolari ci sentiamo di segnalarvi anche BeReal, una piattaforma social che si distingue dalle più note per essere più attenta alla qualità delle interazioni tra utenti e alla qualità dei contenuti condivisi.
Gli smartphone li usiamo quotidianamente e pertanto sono anche uno dei nostri mezzi di informazione. Allora tra le app che ci sentiamo di consigliarvi ci sono quelle dedicate alle news. Andiamo a vedere le più interessanti:
Inoreader
Si tratta di una delle più longeve app per la gestione e consultazione delle news. Recentemente ha ricevuto un corposo aggiornamento della sua interfaccia grafica. Rimane uno dei feed che ci sentiamo di consigliarvi di più. La trovate gratis sul Play Store.
Feedly è uno dei principali rivali di Inoreader tra i feed RSS. Anche quest’app ha ricevuto un rilevante aggiornamento dell’interfaccia grafica recentemente. La trovate sul Play Store.
Flipboard è un’altra app per la gestione delle news molto apprezzata. Flipboard ha guadagnato molti consensi nel tempo su piattaforma Android, al punto da essere integrata come app preinstallata in diversi dispositivi Samsung.
Gli smartphone vengono usati ovviamente anche in mobilità, e allora possono tornare molto utili delle app per la consultazione degli orari e delle alternative del trasporto pubblico. Chiariamo che le alternative che state per leggere hanno molti punti in comune con Google Maps, l’app che arriva preinstallata da Google, che ormai copre molte funzioni per i trasporti pubblici che prima non erano presenti.
Moovit
Moovit è una delle app più longeve e aggiornate nel mondo Android. L’app permette di consulare gli orari e la disponibilità dei mezzi di trasporto pubblico in tantissime città del mondo. La trovate gratuitamente sul Play Store.
Citymapper somiglia molto a Google Maps, al punto che è in grado di calcolare percorsi e itinerari. L’app è principalmente focalizzata sui trasporti pubblici e funziona benissimo nelle principali città italiane ed europee. La trovate gratis sul Play Store.
Se siete dei pendolari sui treni allora potrebbe tornarvi molto utile Orario Treni. L’app propone informazioni molto dettagliate sugli orari dei treni e sul loro stato in tempo reale su tutto il territorio nazionale. La trovate disponibile al download gratuito sul Play Store.
Infine, andiamo a vedere le app che potrebbero rivelarsi utili in diverse situazioni, quelle app che dovreste avere sempre a portata di mano, sia che vi troviate in contesti lavorativi che domestici.
Adobe Scan
Tantissime volte ci ritroviamo nella situazione in cui ci viene richiesto di digitalizzare un documento. Adobe Scan è una delle soluzioni migliori. Offre lo scan dei documenti, anche in modalità automatica, per poi poterli personalizzare secondo diverse modalità. L’app è totalmente gratuita.
Per chiudere vi lasciamo un jolly che può tornare sempre utile, soprattutto in situazioni pratiche, come ad esempio quando ci si ritrova a fare qualche lavoretto in casa.
Android Auto è il sistema di infotainment che Google offre per sfruttare tutte le potenzialità di Android in modo sicuro e ottimizzato alla guida. Al momento la maggior parte delle auto che lo supporta necessità del collegamento con cavo.
Lo scorso anno abbiamo visto arrivare uno dei primi dongle per rendere Android Auto wireless più funzionanti su larga scala. L’accessorio ha avuto un grande successo si Indiegogo, così Motorola sembra aver colto la palla al balzo. L’azienda ha infatti appena lanciato il suo Android Auto MA1. Si tratta di un dongle per rendere wireless Android Auto estremamente simile a quello lanciato su Indiegogo per concezione.
Come vedete dalle immagini nella galleria in basso, il dispositivo è molto contenuto in termini di dimensioni e ha l’uscita USB per il collegamento con il box Android Auto delle vetture che lo supportano. L’MA1 si servirà del Bluetooth per accoppiarsi allo smartphone e poi al Wi-Fi a 5 GHz per la trasmissione dei dati.
Il nuovo accessorio Android Auto di Motorola arriva sul mercato a 89,95 euro. Al momento è possibile preordinarlo soltanto con consegna negli Stati Uniti, con spedizione previste a partire dal 30 gennaio. Motorola non sa se lo lancerà anche in Europa, potete iscrivervi alla newsletter del prodotto per essere tra i primi ad essere aggiornati sulle prossime novità che lo riguardano.
Chiaramente per usarlo sarà necessario possedere un dispositivo compatibile con Android Auto nella propria vettura.
Arrivano interessanti novità da Indiegogo, la popolare piattaforma di crowdfunding sulla quale abbiamo visto nel corso degli anni curiosi e validi progetti. È Bugatti, proprio la nota casa di automobili di lusso, a lanciare il nuovo progetto, il quale come protagonista uno smartwatch.
Lo smartwatch di Bugatti si chiama Bugatti Ceramique Edition One e potete averne un’anteprima osservando le immagini che trovate in galleria. Si tratta di uno smartwatch che punta moltissimo sul design e sui materiali di realizzazione. La cassa e la ghiera sono realizzate in ceramica, il vetro è protettivo è zaffiro, mentre il cinturino è in titanio e silicone.
Il retro della cassa, i pulsanti e l’attacco del cinturino sono anch’essi in titanio. Le immagini mostrano inoltre che lo smartwatch arriva in tre diverse varianti, differenti per la ghiera: una minimalista ed elegante, la seconda più appariscente e la terza sportiva. Le ghiere sono intercambiabili.
Andando più sul tecnico, lo smartwatch offre la resistenza all’acqua fino a 100 metri di profondità. Il display è un AMOLED con risoluzione 390 x 390 pixel, sotto la cassa troviamo un sensore PPG per la rilevazione della frequenza cardiaca, mentre la batteria promette un’autonomia fino a 14 giorni.
Dal punto di vista software troviamo diverse feature: rilevazione dei passi, misurazione dello stress, valutazione dei liquidi persi, esercizi per il rilassamento, monitoraggio del sonno, supporto all’interazione con le notifiche (WhatsApp, Facebook, email, Skype, Calendar e non solo), servizio di mappe e monitoraggio delle attività fisiche. Le watchface sono come prevedibile in gran numero.
Il sistema operativo dovrebbe essere proprietario e Bugatti ha già mostrato l’interfaccia utente dell’app dedicata per dispositivi mobili, la quale sarà compatibile con Android e iOS.
Lo smartwatch di Bugatti può essere finanziato a partire da 899 euro. Come spesso sottolineiamo, il finanziamento di un progetto di crowdfunding non equivale ad un acquisto, anche se in questo caso ci si avvicina parecchio. Bugatti promette ai finanziatori la consegna del prodotto a partire da marzo 2022. Trovate maggiori dettagli alla pagina dedicata su Indiegogo.
Cresce l’attesa per i nuovi smartphone top di gamma che lancerà Samsung per la prossima estate, che non saranno i Galaxy Note ma i nuovi pieghevoli Galaxy Z Fold 3 e Z Flip 3.
Nelle ultime ore sono trapelati nuovi dettagli su Samsung e che potrebbero riguardare proprio i nuovi pieghevoli dell’azienda sudcoreana. Sono emerse infatti delle nuove certificazioni relative a due nuovi prodotti di Samsung: questi sono identificati come Armor Skin e Armor Layer e dovrebbero corrispondere a due nuovi rivestimenti che Samsung implementerà sui suoi smartphone. Abbiamo visto il loro analogo con la Ceramic Shield di iPhone 12 Pro.
Stando all’ipotesi fatta da LetsGoDigital, questi due nuovi rivestimenti potrebbero essere destinati ai nuovi pieghevoli di Samsung, Galaxy Z Fold 3 e Z Flip 3. È bene notare come le certificazioni riferiscano che i rivestimenti potrebbero riguardare anche gli smartwatch oltre che gli smartphone.
Al momento non è chiaro dunque se i prossimi pieghevoli di Samsung arriveranno con tali nuovi rivestimenti ma di certo sappiamo che l’azienda sta investendo anche nei rivestimenti esterni per i suoi prossimi dispositivi. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok