Lo Utah mette al bando TikTok dagli uffici pubblici 

AGI – Il governatore dello Utah ha messo al bando TikTok, vietandolo su molti dispositivi elettronici statali. Spencer Cox ha firmato il decreto esecutivo lunedì vietando a molti dipendenti del ramo esecutivo dello Stato di utilizzare l’app del social media su telefoni, tablet o computer che si trovano negli uffici pubblici.

Il motivo? Cox ha affermato di essere a disagio con TikTok perché è di proprietà della società ByteDance che ha sede a Pechino in quanto “l’accesso della Cina ai dati raccolti da TikTok rappresenta una minaccia per la nostra sicurezza informatica“. “Dobbiamo proteggere gli abitanti dello Utah e assicurarci che la gente dello Utah possa fidarsi dei sistemi di sicurezza dello stato”, ha poi aggiunto Cox.

Di fatto, TikTok è un social network basato su video con un potente algoritmo che fornisce una marea di contenuti su misura per gli interessi e le abitudini dell’utente e l’app può raccogliere dati personali degli utenti e venderli. L’azione di Cox s’aggiunge a quella di molti altri governatori che nelle ultime due settimane hanno optato per un uso limitato di TikTok da parte del settore pubblico, come il Maryland, la Carolina del Sud, il Dakota del Sud, il Texas, il Nebrask e l’Indiana, tutti stati governati da repubblicani. Ora altri stati a guida repubblicana potrebbero seguire e aggiungersi alla lista.

Il Washington Post di ottobre ha pubblicato un’inchiesta in tre puntate in cui si esamina il fenomeno TikTok e come l’app abbia dato a due dei paesi più potenti del mondo un altro motivo per combatterla. Anche perché le società di dati hanno scoperto che l’utente americano medio guarda TikTok per 80 minuti al giorno, più del tempo trascorso su Facebook e Instagram messi insieme. La differenza, “è che TikTok è di proprietà di una società cinese e questo presenta un problema di giurisdizione. Il modo migliore per calmare i timori che i dati americani siano di proprietà del governo cinese è assicurarsi che i dati non lascino mai il suolo americano”, ha affermato un professore d’informatica dell’Università dello Utah specializzato in privacy degli utenti online.

Jamal Brown, portavoce di TikTok, ha dichiarato martedì: “Siamo delusi dal fatto che così tanti Stati stiano saltando sul carro per attuare politiche basate su falsità infondate e caricate politicamente su TikTok. È un peccato che le numerose agenzie statali, uffici e università su TikTok in quegli stati non saranno più in grado di utilizzarlo per costruire comunità e connettersi con i cittadini”.


Lo Utah mette al bando TikTok dagli uffici pubblici 

Ecco la serie Mate 40 di Huawei, l’ultima sfida al bando Usa

È stato anticipato nelle indiscrezioni come l’ultimo smartphone Huawei con chipset proprietario Kirin, ma chi ha seguito il percorso fatto negli anni dal colosso cinese sa che per questa azienda vale più che per qualunque altra il motto “non è finita finché non è finita”.

E anche se sul fronte della tecnologia 5G affronta il numero sempre crescente di messe al bando in vari Paesi del mondo e su quello dei device la guerra commerciale prima sulle app di Google e poi sui componenti, si fa fatica a considerare questo Mate 40 presentato oggi come il canto del cigno di un’azienda che più di tante altre cinesi sul mercato ha saputo fare dell’innovazione e della qualità dei materiali la propria cifra stilistica.

“Per Huawei questi sono tempi molto difficili” dice Richard Yu, Executive Director e CEO di Huawei Consumer Business Group, a conclusione della presentazione della nuova serie Mate 40, “soffriamo sanzioni ingiuste che hanno reso questi tempi per noi i più difficili degli ultimi 30 anni. Anni in cui abbiamo investito ingenti risorse per innovare e migliorare la vita delle persone”.

Di fronte dei timori dei governi occidentali per la sicurezza dei dati che transitano sui device Huawei, Yu risponde che l’azienda cinese ga “ottimi risultati in termini di cyersecurity e protezione della privacy”.

“Negli ultimi 10 anni ci avete visto trasformarci da un brand sconosciuto a un marchio leader” conclude, “Non importa quanto duri siano i tempi: ci impegniamo a continuare a innovare”.

Per la nuova serie Mate 40 Huawei ha messo in campo il meglio della propria tecnologia, soprattutto sul fronte del comparto fotografico e della potenza di ricarica.

Sono dieci i dispositivi Mate presentati negli ultimi otto anni. Gli ultimi nati – Mate 40 Pro e 40 Pro+ – incorporano il primo e unico SoC 5G a 5 nanometri al mondo, il sistema Ultra Vision Cine Camera e il design Space Ring.

Ma segna anche un ulteriore passo verso la realizzazione di quell’ecosistema Huawei che punta a due obiettivi: fidelizzare il cliente e affrancarsi dalla spada di Damocle di servizi il cui utilizzo può essere inibito per decisioni di governi piuttosto che delle aziende.

La politica commerciale di Huawei si è fatta più aggressiva man mano che il confronto con i bandi Usa si faceva più duro. La spinta su device diversi dagli smartphone, ma complementari – computer portatili, auricolari e cuffie con cancellazione del rumore, tablet, smartwatch, sportwatch e smartband – si è fatta più forte allo scopo, come ha detto  Richard Yu, Executive Director e CEO di Huawei Consumer Business Group, di “portare ai consumatori una connettività senza soluzione di continuità del nostro ecosistema”.

La serie Mate 40 monta un display Horizon 88 gradi , è certificata IP68 per resistenza a polvere e acqua, e offrono la possibilità di scelta tra tasti fisici e virtuali, oltre ad avanzati algoritmi che prevengono gli errori di digitazione.

La fotocamera anteriore ha il 3D Face Unlock e una fotocamera selfie ultra grandangolare con sensore di movimento estremamente accurato. Sul retro lo Space Ring Design è l’evoluzione del design circolare che rende riconoscibile la serie Mate. All’interno il processore Kirin 9000 è predisposto per il 5G, è capace di gestire processi di calcolo intensi e operazioni multi tasking con una migliore gestione dell’energia rispetto ai predecessori. La GPU garantisce la performance per grafiche avanzate, l’esperienza audiovisiva e il gaming gameplay, anche sei il display è ancora da 90Hz laddove altri produttori hanno inserito il refresh a 120Hz nei propri modelli di punta: “la giusta via di mezzo tra qualità dell’immagine e risparmio energetico” ha detto Yu.

Per quanto riguarda autonomia indispensabile per stare al passo con le esigenze del 5G e di un device con queste prestazioni, la batteria da 4.400mAh supporta la ricarica a 66W con cavo e quella wireless da 50W.

Le fotocamere sono come sempre realizzate in partnership con Leica e presentano un ultra grandangolare, una principale ad alta definizione, un tele obbiettivo su cui lavorano i sistemi di Dual Cine Cameras e Dual Ultra Wide Cameras  attivi anche sulla camera frontale.

La serie Mate 40 offre nuove funzionalità come il controllo del dispositivo senza bisogno di utilizzare le dita. Basta semplicemente passare la mano sopra lo smartphone per attivarlo o navigare con tutti gli scorrimenti supportati verso sinistra, destra, in alto o in basso. È incluso un sistema per rispondere alle telefonate che funziona con il solo gesto della mano.

Il sistema Eyes on Display dinamico può essere attivato con un semplice sguardo, con display interattivi e personalizzabili che contengono tutte le informazioni di si ha bisogno sul telefono: il volume dello squillo delle chiamate indesiderate in arrivo, può essere abbassato semplicemente con uno sguardo verso il device, mentre la funzione di auto-sleep può essere disabilitata automaticamente non appena l’utente guarda il display.

Mancano, ovviamente, i Google Service e per rendere più semplice l’uso di Huawei Mobile Services  (HMS),  sono stati messi a punto Petal Search, il motore di ricerca che supporta l’utente in tutti i tipi di ricerche, Petal Maps, un’app di mappe che utilizza la feature di gesture control e HUAWEI Docs, una suite per la gestione dei documenti. Presentate anche le nuove cuffie FreeBuds Studio con cancellazione del rumore.

Il prezzo di vendita previsto per il Mate 40 Pro è di 1.249 euro.

Agi

Ricerca indipendente sui farmaci: il 5 dicembre la scadenza del bando AIFA 2016

C’è tempo fino al prossimo 5
dicembre per presentare progetti di studio in risposta al bando AIFA per la
ricerca indipendente sui farmaci 2016. Il bando si incentra su tre tematiche
principali, considerate di rilevante interesse: malattie rare, popolazioni
fragili e medicina di genere. Scopo della ricerca indipendente
sui farmaci finanziata dall’AIFA è generare nuove evidenze con impatto
significativo sul Sistema Sanitario Nazionale e sull’appropriatezza d’uso dei
medicinali, anche in un’ottica di sostenibilità del Sistema, garantendo
adeguate ricadute regolatorie dei risultati scientifici. A tal fine, è criterio
fondamentale che i progetti di studio forniscano risposte mirate in tempi che
rendano attuali tali evidenze. Per tale motivo, saranno considerati accettabili
esclusivamente studi con durata non superiore ai 36 mesi.

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Attualità per i cittadini