iPhone 15 Pro con un solo tasto (a stato solido) per il volume: ecco come cambia lo smartphone di Apple

Su iPhone 15 Pro potrebbe scomparire una delle più iconiche caratteristiche estetiche dello smartphone Apple: lo switch per il muto. Teso a cambiare è anche il pulsante per il volume.

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iPhone 15 Pro con un solo tasto (a stato solido) per il volume: ecco come cambia lo smartphone di Apple

Cosa cambia tra Samsung Galaxy S23, S23+ ed S23 Ultra

Manca sempre meno al gran giorno per Samsung nel mercato smartphone. I suoi Galaxy S23 verranno presentati ufficialmente il prossimo 1 febbraio tra i top di gamma assoluti nel mondo Android.

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Nei giorni scorsi abbiamo appreso moltissimo a proposito dei nuovi Galaxy S23. Giusto qualche giorno fa abbiamo anche avuto modo di vedere in anteprima le potenzialità fotografiche di Galaxy S23 Ultra, sia in notturna che in confronto a Pixel 7 Pro.

Ora possiamo mettere praticamente il punto finale ai rumor che riguardano la scheda tecnica dei nuovi modelli di Samsung. L’immagine che trovate qui in basso è stata condivisa dal noto leaker Roland Quandt e mostra in cosa si differenzieranno i nuovi Galaxy S23 tra loro: dal punto di vista del display capiamo che si tratterà della stessa tecnologia per tutti i modelli, con un refresh rate che sarà compreso tra 48 e 120 Hz. Chiaramente il modello Ultra avrà la diagonale più grande.

Anche la fotocamera anteriore dovrebbe essere identica per tutti, con un sensore da 12 megapixel. Per il comparto fotografico posteriore troviamo invece una delle differenze principali, con il S23 Ultra che sfoggerà il nuovo sensore principale da 200 megapixel mentre gli altri due dovranno accontentarsi di quello da 50 megapixel.

La batteria avrà una capacità maggiore sul modello Ultra, e solo la variante base di S23 avrà una ricarica rapida che si fermerà a 25W. Per gli altri due la ricarica dovrebbe arrivare almeno a 45W. Riguardo ai tagli di memoria, vediamo che solo S23 sarà disponibile con 128 GB, mentre il taglio da 1 TB arriverà solo per S23 Ultra.

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Cosa cambia tra Samsung Galaxy S23, S23+ ed S23 Ultra

Nell’ultima beta di WhatsApp spunta una funzione utile per chi cambia smartphone

Prosegue senza alcun intoppo il lavoro degli sviluppatori di WhatsApp allo scopo di migliorare l’esperienza degli utenti. Ad esempio, nell’ultima beta dedicata ai dispositivi Android – ovvero la versione 2.23.2.6 – è stata introdotta una funzione piuttosto attesa dalle persone e che riguarda il trasferimento della chat: stiamo parlando della possibilità di trasferire tutta la cronologia su un nuovo smartphone Android senza utilizzare Google Drive. 

Nel dettaglio, gli sviluppatori hanno spiegato che la funzione – ancora in fase di sviluppo – permetterà agli utenti di spostare la cronologia delle chat tramite una modalità sicura e soprattutto senza l’obbligo di utilizzare Drive. Tuttavia, prima di avviare questo processo, occorrerà autorizzare alcuni permessi in modo tale da consentire all’applicazione di effettuare il trasferimento. Per conoscere ulteriori informazioni su quest’ultima funzionalità, infine, sarà necessario attendere i prossimi sviluppi. 

Sempre restando in casa WhatsApp, recentemente è stata diffusa la notizia secondo la quale la popolare app di messaggistica non funzionerà più su alcuni vecchi smartphone, tra cui iPhone 5 e 5c. Lo stesso processo coinvolgerà anche diversi dispositivi Android, a partire da HTC Desire 500, Lenovo A820, LG Optimus e Samsung Galaxy S3. A riguardo, la società ha affermato di abbandonare il supporto per i dispositivi meno recenti in modo da potersi concentrare sul miglioramento dell’esperienza di WhatsApp sugli smartphone più moderni.

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Nell’ultima beta di WhatsApp spunta una funzione utile per chi cambia smartphone

Samsung cambia strategia e sfida ancora Apple

Samsung è sicuramente tra gli attori principali del mercato smartphone, grazie alla sua presenza in ogni segmento di mercato, compreso quello dei tablet.

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Nelle ultime ore i piani di Samsung hanno tenuto degli importanti incontri, andando a definire la strategia di Samsung per il prossimo anno e probabilmente per quelli immediatamente a venire. Il tutto si concentra in una maggiore attenzione alla qualità, senza focalizzarsi troppo sulla riduzione dei costi.

Nello specifico, il vicepresidente di Samsung Electronics Han Jong-hee ha esplicitamente riferito di “pensare a modi per rafforzare la competitività degli smartphone senza farsi prendere troppo dalla riduzione dei costi“. Questo lascia intedere che la dirigenza Samsung ha tracciato una via per cui l’azienda deve rafforzare la competitività sui segmenti di smartphone di fascia alta, quelli che sono caratterizzati da maggior qualità, e trascurare in misura maggiore i segmenti che riguardano fasce di prezzo più basse.

Questo ci sembra dunque un chiaro segnale di maggiore competitività nei confronti di Apple, che da sempre è attiva nella fascia altissima del mercato smartphone. Questo dovrebbe portare Samsung a surclassare i rivali che invece sono attivi nella fascia media e bassa del mercato smartphone.

Questo segna anche una sorta di crocevia per Samsung. L’azienda da diversi anni si è dimostrata particolarmente attiva nella fascia media del mercato, con tanti modelli della serie Galaxy A che le hanno permesso di competere nell’affollata corsa presente nel segmento della fascia media.

Con questa nuova strategia Samsung dovrebbe concentrarsi invece maggiormente sulla fascia alta. Questo dovrebbe culminare con lo sviluppo e il lancio di un processore completamente nuovo sviluppato in casa, un po’ come ha fatto Google con il suo Tensor, che dovrebbe arrivare per il 2025.

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Samsung cambia strategia e sfida ancora Apple

Camera Go cambia nome per sancire che di Android Go non importa più nulla a nessuno

Google continua a rimuovere il marchio “Go” dalle sue app dedicate ad Android Go. Adesso è stato il turno di “Camera Go”, rinominata come “Fotocamera” (sul Play Store è indicata come “Fotocamera da Google”). Si tratta dell’app pensata per gli smartphone Android di fascia bassa, caratterizzata da un’interfaccia utente più leggera e di un contatore che indica il numero di foto ancora da scattare prima di esaurire completamente la memoria interna.

L’update, oltre a cambiare il nome dell’app, ha leggermente modificato anche l’icona, ora più simile a quella che si può trovare sulla serie Google Pixel. Non mancano poi funzioni come “Google Lens”, la “modalità notturna” e quella “ritratto”, che aiuta a restituire alle foto un aspetto più professionale.

La stessa sorte, nei mesi scorsi, è toccata all’app “Galleria” ed a “YouTube Go”, che verrà eliminata a breve. Appare chiara, dunque, la volontà di Google di avviare un profondo cambiamento in Android 12 Go, la nuova release che dovrebbe essere presentata a dicembre. Tuttavia, in attesa di conferme ufficiali, potrebbe trattarsi anche di un semplice aggiornamento del marchio.

Intanto, però, c’è ancora qualche produttore che crede in questo progetto di Google. Nella fattispecie, ci riferiamo a Motorola, che sembrerebbe stia preparando il lancio di un nuovo dispositivo Android Go, ovvero il Moto G Go. Tra le indiscrezioni trapelate, spicca la presenza di un doppio sensore fotografico posteriore (rispettivamente da 13 e 2 MP) e di uno frontale da 5 MP. Lateralmente, invece, dovrebbe essere presenti i classici pulsanti volume e spegnimento, oltre alla porta USB Type-C, lo speaker audio e il jack per le cuffie. Lo smartphone, stando sempre ad alcune anticipazioni, potrebbe essere riservato al mercato statunitense.

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Camera Go cambia nome per sancire che di Android Go non importa più nulla a nessuno

La televisione fuori dal televisore: come cambia la tv e il modo di “misurarla”

AGI – Ai tempi del bianco e nero, c’era un televisore per quartiere. Con il colore ne è arrivato uno per ogni famiglia. Adesso nelle case italiane ce ne sono circa 45 milioni. E sono una minoranza, visto che tra cucina, stanze e stanzette ci sono anche 75 milioni di schermi connessi. Un po’ come se ogni italiano, dai neonati agli ultracentenari, avesse a disposizione un paio di schermi a testa tra tv, smartphone, tablet.

In questo dato, emerso dal rapporto Auditel-Censis dello scorso novembre e aggiornato l’11 aprile dal presidente di Auditel Andrea Imperiali durante la relazione annuale in Senato, c’è tutto un mondo di cambiamenti. Un mondo in cui lo schermo è sempre più spesso in tasca, ma che punta allo stesso tempo a riconquistare il salotto.

Si fa presto a dire tv

Nelle case degli italiani ci sono più smartphone (poco meno di 49 milioni) che televisori, 7 milioni di tablet e quasi 20 milioni di pc connessi. Non sorprende allora che la fruizione dei contenuti, ha spiegato Imperiali, “da familiare è diventata individuale, da indoor è diventata in mobilità, da lineare a on demand, grazie a circa sessanta diverse tipologie di device attraverso i quali si può accedere a contenuti audiovisivi”.

Ecco perché Auditel ha introdotto Total Audience, un nuovo strumento per misurare i dati relativi agli ascolti su tutti i dispositivi. La sua efficacia si lega ad altri due elementi: il Codice univoco degli spot video, una “targa” grazie alla quale Auditel traccia ogni singolo spot video fruito su tutte le piattaforme e su tutti i dispositivi; la raccolta anche dell’ascolto “non riconosciuto”, ossia generato da soggetti che non hanno richiesto di essere misurati o non sono predisposti a farlo.

“Le nuove forme di fruizione determinano inevitabilmente un cambiamento delle regole del gioco”, ha sottolineato il presidente Agcom Giacomo Lasorella. “Emerge con urgenza l’esigenza di individuare nuovi strumenti di rilevazione in grado di fotografare le nuove audience attraverso regole condivise e trasparenti”.

Dal televisore soprammobile alla tv intelligente

Le case sono ancora piene zeppe di televisori: il 97% delle famiglie ne possiede almeno uno. “Sono tanti – sottolineava il rapporto Auditel-Censis – ma in molti casi rappresentano poco più di un soprammobile”. Confondendo ciò che si trasmette con ciò che lo trasmette, troppo spesso e troppo in fretta si è data per spacciata la televisione. Si sta invece assistendo a “una crescita mai vista” di quella che il rapporto 2021 ha definito “televisione fuori dal televisore”: 7,3 milioni di italiani guardano su Internet programmi televisivi che vanno in onda in contemporanea sulla tv lineare e, tra loro, 4,2 milioni lo fanno dallo smartphone.

Ma, soprattutto, “esplode la domanda di contenuti televisivi su siti specifici, a pagamento o gratuiti”, con oltre 24 milioni di italiani (48,4% lo scorso anno) che si connettono e utilizzano le applicazioni on demand. Streaming, ma anche funzionalità che, grazie a Internet, permettono di guardare singoli programmi quando è possibile farlo. Non sono più le emittenti che scandiscono la giornata: è l’utente che compone il proprio palinsesto.

Se la diffusione degli smartphone non è una novità (il loro numero ha superato quello dei televisori ormai più di tre anni fa), gli occhi sono oggi puntati sulle smart tv, i televisori connessi che permettono sia di guardare le emittenti tradizionali che di navigare online, tra siti e app di streaming. Complici la pandemia (che ha aumentato il tempo passato in casa) e il passaggio al nuovo digitale terrestre (che rende inutilizzabili i televisori più vecchi), tra il 2019 e il 2021 il numero delle smart tv è lievitato del 46,6%, superando quota 15 milioni. Ormai un terzo dei televisori è connesso.

La smart tv, affermano Auditel e Censis, è quindi uno “strumento per la costruzione di un palinsesto personalizzato” e la “porta di accesso a Internet”. Ma non solo: è un veicolo molto ambito dalla tv in streaming, diventata secondo Imperiali “il palcoscenico globale della sfida in atto fra i giganti statunitensi”. Netflix, Disney+, Apple, Amazon, Discovery-Warner-Hbo. E anche Youtube. Sì, proprio la piattaforma che per prima ha scalfito il televisore adesso punta a riconquistarlo.

Lo ha affermato lo scorso gennaio la ceo Susan Wojcicki in una lettera in cui ha tracciato le priorità del 2022: “Lo schermo televisivo è quello su cui abbiamo riscontrato la crescita maggiore nel 2021. Stiamo esplorando nuovi modi per portare il meglio di Youtube sulla tv”. Sottinteso: connessa. Wojcicki – che gestisce una compagnia che vive di Internet – non ha neppure bisogno di dirlo, ma anche Censis e Auditel affermano la stessa cosa: “Oggi la televisione è la smart tv”. E vuole riprendersi (anche) il salotto


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Android System Intelligence: Google cambia il nome ma non la sostanza (foto)

Fino a qualche giorno fa, “Device Personalization Services” era il servizio attraverso il quale Google forniva ai suoi utenti e teneva aggiornate funzioni come Now Playing (sui Pixel), Live Caption, e altre azioni intelligenti nelle notifiche dei dispositivi Android. Da qualche giorno però, questa app che viene aggiornata tramite il Play Store, è stata rinominata come “Android System Intelligence” sui telefoni Google Pixel.

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Le funzionalità che questo servizio offre variano da dispositivo a dispositivo, e ovviamente i Pixel sono gli smartphone su cui si può godere dell’esperienza più completa. Sui telefoni Google, c’è infatti la possibilità di vedere le didascalie per tutti i media in riproduzione, assicurarsi che il display non vada in stand-by mentre lo si sta guardando, e ascoltare le canzoni che suonano in background identificandole rapidamente sul lockscreen o nella parte inferiore della tonalità di notifica.

Con la versione R.22.playstore.pixel3.386404629 dell’applicazione, Google ha deciso di rinominarlo in “Android System Intelligence”. Questo aggiornamento non è ancora ampiamente diffuso, e finora è stato segnalato solo su Pixel 3 con Android 11. Anche altri dispositivi sui quali è presente Live Caption vedranno presumibilmente questo nuovo nome. Tra le altre funzionalità incluse in Android System Intelligence, ci sono il copia/incolla migliorato e la selezione intelligente del testo.

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Google sembra sempre insoddisfatta del design di Gboard… e lo cambia ancora (foto)

Sembra lontano il momento nel quale Google decise di far sparire la “G” che aveva contraddistinto la sua tastiera sin dalla sua data di lancio, su iOS ancor prima che su Android. Da allora la società ha continuato a lavorare a modifiche, spesso minori, e oggi vogliamo parlarvi delle più recenti.

La novità più sostanziosa riguarda il passaggio dal font Roboto a Google Sans, evidente maggiormente con i caratteri maiuscoli, come testimoniano le foto che trovate in chiusura. Una nuova linea, stondata alle estremità, separa la prima riga di tasti dalla barra delle impostazioni e dei suggerimenti, che si mostra in un diverso gradiente di colore, mentre i tasti “?123” e “Invio” sono stati posizionato all’interno di icone “a forma di pillola“.

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Nessuna di queste modifiche ha raggiunto la versione stabile dell’applicazione, né, in realtà, prevediamo che lo faccia prima della diffusione di Android 12. Questi cambiamenti parrebbero essere in linea con il nuovo grande aggiornamento del sistema operativo di Google e potrebbero essere distribuite gradualmente col suo rilascio.

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