Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

Le ricette del convento rappresentano una parte importante della storia gastronomica italiana. La tradizione culinaria religiosa è caratterizzata da piatti semplici, ma gustosi, preparati con ingredienti freschi e di stagione. Questi piatti sono stati tramandati di generazione in generazione dalle suore che hanno vissuto nei conventi in tutta Italia. In questo articolo, esploreremo le origini e le caratteristiche delle ricette del convento, i piatti più famosi e i segreti per prepararli in modo autentico.

Quali erano gli ingredienti più comuni utilizzati nelle ricette del convento?

Gli ingredienti utilizzati nelle ricette del convento erano principalmente di origine vegetale, come verdure, legumi e cereali. In molti casi, le suore allevavano gli animali per avere carne fresca, ma quest’ultima era comunque un ingrediente utilizzato con parsimonia. La dieta delle suore era infatti caratterizzata da regole dietetiche precise, spesso dettate dalla religione.

Le ricette del convento erano solitamente vegetariane o contenevano carne?

Come già accennato, le ricette del convento erano principalmente a base vegetale, ma non erano esclusi gli ingredienti di origine animale. Tuttavia, la carne era utilizzata con parsimonia e solo in occasioni particolari, come le festività religiose. La dieta delle suore era infatti basata su regole precise, volte a mantenere un equilibrio tra corpo e anima.

Quali erano i piatti più famosi preparati dalle suore del convento?

Le ricette del convento sono numerose e variegate, ma alcuni piatti sono diventati famosi in tutto il mondo. Tra questi, spiccano la pasta con le fave, la zuppa di lenticchie e la pastiera napoletana. Ogni regione italiana ha poi le proprie specialità, come la ribollita toscana o le orecchiette alle cime di rapa pugliesi.

Quali erano le tecniche di cottura più utilizzate nelle ricette del convento?

Le suore utilizzavano prevalentemente tecniche di cottura semplici, come la cottura al vapore, la bollitura e la grigliatura. Tuttavia, il loro vero segreto stava nella capacità di miscelare gli ingredienti in modo sapiente, creando piatti gustosi e nutrienti.

Esiste una particolare regione o paese in cui le ricette del convento sono più diffuse?

Le ricette del convento sono diffuse in tutta Italia, ma ogni regione ha le proprie specialità. Ad esempio, in Toscana sono molto popolari i piatti a base di legumi, mentre in Campania spicca la pastiera napoletana.

Le ricette del convento hanno influenzato la cucina contemporanea in qualche modo?

Assolutamente sì. Le ricette del convento hanno avuto un forte impatto sulla cucina italiana contemporanea. Molti dei piatti tradizionali italiani hanno infatti origini religiose. Inoltre, le suore hanno sviluppato tecniche di conservazione degli alimenti che oggi sono ancora utilizzate, come ad esempio la preparazione di salse e condimenti a base di pomodoro o la conservazione di frutta e verdura sott’olio.

Quali erano le regole dietetiche che le suore del convento dovevano rispettare nella preparazione dei pasti?

Le regole dietetiche delle suore variavano a seconda dell’ordine religioso al quale appartenevano. Tuttavia, in generale, le suore erano tenute a rispettare il digiuno e l’astinenza in determinati periodi dell’anno. Inoltre, erano solite preparare piatti leggeri e nutrienti, evitando cibi grassi o troppo elaborati.

Esistono ricette del convento che sono diventate famose al di fuori del contesto religioso?

Certamente sì. Come già accennato, molti piatti tradizionali italiani hanno origini religiose e sono diventati famosi in tutto il mondo. Tra questi, spicca la pizza napoletana, che ha origini nel convento di San Gregorio Armeno a Napoli. Anche la pasta e fagioli e la ribollita, due piatti toscani tipici, sono diventati famosi al di fuori del contesto religioso.

Quali erano i segreti per preparare le ricette del convento in modo autentico?

Il segreto delle ricette del convento è nella scelta degli ingredienti freschi e di stagione, unita alla capacità di miscelarli in modo sapiente. Inoltre, è importante rispettare le dosi e le tecniche di cottura, così da ottenere piatti gustosi e nutrienti.

Quali sono alcune delle sfide che i cuochi affrontano quando cercano di replicare le ricette del convento?

Una delle sfide principali è quella di trovare ingredienti freschi e di qualità, in particolare quelli utilizzati dalle suore per le loro ricette. Inoltre, è importante rispettare le dosi e le tecniche di cottura, così da ottenere un risultato autentico. Infine, molte ricette del convento sono state tramandate oralmente, senza una ricetta scritta, il che rende più difficile replicarle esattamente come erano state fatte dalle suore.


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Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

L’arrivo di Alexa negli hotel e la questione della tutela della privacy

AGI – Chi non vorrebbe in albergo un assistente pronto in un attimo a far recapitare in camera lo spazzolino dimenticato a casa o a mandare di corsa un manutentore se la climatizzazione fa le bizze? Ma chi vorrebbe un orecchio indiscreto che ascolta tutto quello che accade e viene detto in quella stanza?

La dicotomia tra efficienza del servizio e tutela della privacy è quello che finora ha tenuto la domotica lontana dagli hotel, con il mai sopito dibattito su quanto siamo disposti a cedere della nostra intimità in cambio di servizi a buon mercato quando non addirittura gratuiti. 

A tentare di superare l’impasse è l’intesa che Amazon offre al mondo dell’hotelerie con il lancio di Alexa Smart Properties for Hospitality che arriva in Italia dopo essere stata sperimentata in Francia e nel Regno Unito.

È la soluzione che Amazon ha messo a punto per consentire agli ospiti delle strutture alberghiere, resort e b&b, di sfruttare l’assistente vocale come un concierge virtuale permettendo agli ospiti, ma soprattutto all’hotel, di semplificare alcune attività.

Gli ospiti possono chiedere di riprodurre musica, avere informazioni sul meteo, e fare il check-out, ma il vantaggio è soprattutto per i gestori che hanno calcolato un risparmio di tempo medio di un’ora e mezzo al giorno sul lavoro. In cosa? Nella disponibilità delle camere, ad esempio. “Il personale adesso usa un registro cartaceo che poi consegna al management per indicare quali stanze sono state rifatte e sono pronte per i prossimi ospiti: un sistema lento e fallace” dice Giammaria Visconti, country manager Alexa, “grazie ad Alexa al personale basta dire che la camera è pronta e inserire la propria password e l’informazione diventa in tempo reale disponibile per il front desk“.

Al di là delle funzionalità per gli ospiti che potranno accedere a informazioni come la password del Wi-Fi, gli orari di apertura del ristorante, del bar o della palestra o richiedere servizi dell’hotel e segnalare un problema di manutenzione, chi ci guadagna davvero in questo progetto? “Gli attori in campo sono tre” continua Visconti, “Amazon Alexa, un service provider che crea una consolle personalizzata e l’hotel. Amazon guadagna con una tariffa che la struttura ricettiva paga in abbonamento”.

Niente ‘pagamento in dati’, quindi. “Nulla viene registrato” assicura Visconti, “viene solo presa nota di quali sono le richieste fatte, per ottimizzare il lavoro. La telecamera di Alexa Echo è disattivata di default e il microfono può essere spento dai clienti. La tutela della privacy è massima e il risparmio in termini di tempo è notevole: basti pensare a una richiesta che arriva direttamente al manutentore senza dover passare per il front desk”. Una nota di colore: tra le 13mila richieste fatte in un mese di ‘messa in prova’ di Alexa nel TH Carpegna Palace Hotel di Roma è, manco a dirlo: “Qual è la password del Wi-fi?”.

Due le aziende italiane certificate da Amazon per personalizzare le consolle per gli hotel: Navoo e Zucchetti Hospitality. 

 

 


L’arrivo di Alexa negli hotel e la questione della tutela della privacy

Su Google Foto sarà possibile fare il backup della cartella protetta

Google sta continuando a lavorare per arricchire le sue applicazioni di nuove funzionalità. Tra i software interessati, si può annoverare sicuramente Google Foto. In particolare modo, c’è un’impostazione dell’app che sta ricevendo un interessante update: si tratta della “Cartella protetta”, ovvero una cartella protetta da password e che può nascondere, quindi, foto e libreria dalla libreria. Tra l’altro, una delle caratteristiche di questa opzione è che i file inseriti nella cartella non sono soggetti a backup nel cloud sul proprio account Google.

Questo dettaglio ha causato alcuni problemi agli utenti che, di conseguenza, hanno perso foto e video durante la formattazione del loro dispositivo oppure durante il passaggio ad un nuovo modello. Tuttavia, questa criticità dovrebbe essere superata a breve grazie all’aggiornamento dell’app per Android (versione 6.23). Nel dettaglio, è stata aggiunta un’impostazione dedicata proprio al backup di foto e video dalla Cartella protetta al cloud.

La nuova impostazione, però, è nascosta nell’app e dunque ancora non risulta accessibile a tutti gli utenti. A riguardo, si può ipotizzare che prossimamente questa opportunità verrà resa disponibile a tutti. Insomma, Google sembra aver finalmente risolto un problema che diversi utenti avevano evidenziato in passato. Infine, sempre relativamente a Google Foto, l’azienda recentemente ha deciso di semplificare alcune impostazioni. Tra le novità, la modifica dei nomi di alcune sezioni, come ad esempio “Dimensioni di caricamento” ora nota come “Qualità backup”.

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Su Google Foto sarà possibile fare il backup della cartella protetta

La porta USB-C sugli iPhone 15 potrebbe avere le stesse limitazioni della Lightning

La porta USB-C degli iPhone sarà limitata solo agli accessori e ai cavi certificati Apple?

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La porta USB-C sugli iPhone 15 potrebbe avere le stesse limitazioni della Lightning

Meglio tardi che mai: Google pensa alla personalizzazione della lockscreen

Da un paio d’anni abbiamo visto Google investire particolari sforzi nel rinnovamento grafico di Android, culminati con l’introduzione del Material You che abbiamo visto in Android 13. Per gli smartphone con il robottino verde potrebbero arrivare ulteriori novità in questo senso.

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Stiamo parlando di un aspetto che ancora non è stato reso particolarmente personalizzabile da Google, ovvero quello della schermata di blocco e delle opzioni che troviamo in questa sezione. Dall’ultima beta QPR di Android 13 sono infatti emersi degli importanti riferimenti a riguardo.

Gli screenshot che trovate nella galleria in basso sono stati condivisi da Mishaal Rahman, il quale è riuscito ad accedere all’interfaccia grafica che permette la personalizzazione delle scorciatoie presenti nella schermata di blocco di Android 13. Questa funzionalità potrebbe essere introdotta in futuro e costituirebbe un’assoluta novità, almeno per coloro che hanno un Pixel con Android stock.

Attualmente infatti Google non permette di personalizzare le scorciatoie che vengono mostrate nella schermata di blocco. Con Android 13 al momento è possibile soltanto attivare la scorciatoia, posta in basso a sinistra, che permette di accedere a Google Wallet e quella, posta in basso a destra, che permette di accedere alla domotica di Google Home.

Questa nuova funzionalità sarà invece accessibile attraverso la sezione Sfondi e stili del Pixel Launcher e permetterà di scegliere tra le opzioni disponibili nelle scorciatoie la possibilità di avviare la fotocamera, la torcia, o di attivare la modalità Non disturbare. Non sembra che sarà possibile aggiungere più di due scorciatoie.

Rahman, attraverso il breve video che trovate qui in basso, ha anche mostrato che per accedere a specifiche scorciatoie, come l’attivazione della torcia, sarà necessario apporre una pressione prolungata in modo da evitare attivazioni accidentali nella tasca. Questo è quanto avviene ad esempio su iPhone.

Ancora non vi è alcuna garanzia che quanto appena visto verrà presto implementato in Android. L’avanzamento dello sviluppo però fa ben sperare. Con questa mossa Google potrebbe finalmente allinearsi con gli altri produttori, come Apple ad esempio, che da tempo offrono tale personalizzazione e con la filosofia che da sempre ha caratterizzato lo stesso Android.

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Meglio tardi che mai: Google pensa alla personalizzazione della lockscreen

Lo scatto della cometa sull’Etna diventa foto del giorno per la Nasa

AGI – È la “foto del giorno” della Nasa lo scatto della ‘cometa di Neanderthalpubblicata mercoledì scorso dall’AGI  per gentile concessione dell’astrofotografo ragusano Dario Giannobile. L’occhio di Giannobile ha catturato la cometa Ztf sull’Etna innevato.

L’agenzia spaziale statunitense sottolinea che la foto, scattata nella “fredda notte” del 23 gennaio scorso, coglie il colore verde turchese della chioma di cui sono responsabili l’aumento della luce solare e il vento solare. Questo fine settimana la cometa attraversa i cieli tra la stella Polaris e il Grande Carro. Proviene dalla nube di Oort, ritenuta la ‘culla’ delle comete. “Per quanto non sia stato difficile raggiungere la posizione da cui riprendere la cometa – ha spiegato all’AGI Giannobile, spesso premiato dalla Nasa per le sue foto – le condizioni atmosferiche erano sicuramente proibitive. Durante la notte la temperatura è scesa a -8 C a quota 2000mt, una temperatura eccezionalmente fredda per la Sicilia. Il paesaggio era però mozzafiato: una distesa di neve morbida disturbata solamente da alcune impronte di volpe e di conigli. I rami degli alberi si piegavano al peso della neve ma, soprattutto, il cratere di Sud Est era totalmente innevato”. “La sua vista – dice ancora Giannobile – lascia mozzafiato esprimendo, in un’unica immagine, una sensazione di forza e di delicatezza. Guardandolo è possibile scorgerne le pareti interne attraverso la frattura che ha causato il crollo di parte dell’edificio conico. Alcuni punti caldi appaiono nel buio: sono fumarole da cui escono vapori vulcanici, e in tutto questo, la bellezza del cielo con la splendida cometa che sorge dal fianco del vulcano. Essa risplende grazie a una bellissima chioma verde turchese ed è impreziosita da una lunga coda e da una piccola anticoda e da centinaia di stelle che le fanno da sondo nel cielo”.

Le comete sono forse gli oggetti più affascinanti del cielo. “Sono prevalentemente costituiti di ghiaccio, polveri e rocce – ricorda Giannobile – e fu Giotto a farcele identificare come stella guida dei magi affrescandole nella cappella degli Scrovegni nel 1303. Sono diversi gli elementi che contribuiscono al fascino di questi oggetti. Sicuramente la rarità con cui le comete appaiono nel cielo, la loro difficoltà a essere viste a occhio nudo ma soprattutto la bellezza della coda e della chioma quando riescono a essere osservate tra le infinite stelle del firmamento”.

La cometa C/2022 E2 ZTF, nota anche come Cometa verde o cometa di Neanderthal (perché forse fu vista dagli uomini del Neanderthal), torna ad attraversare il Sistema solare dopo circa 50 mila anni. Il primo febbraio alle 18:11 si prevede che la cometa passerà nel punto più vicino alla Terra, a circa 42.5 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Nota dal 2 marzo scorso, C/2022 E3 ZTF è stata individuata dagli astronomi Bryce Bolin e Frank Masci, del Zwicky Transient Facility in California.


Lo scatto della cometa sull’Etna diventa foto del giorno per la Nasa