Ponte del 25 Aprile 2023: alla scoperta delle bellezze italiane, idee di viaggio per una vacanza indimenticabile

Il Ponte del 25 Aprile 2023 si avvicina e si inizia a respirare l’aria di primavera, quindi perché non approfittare di questa festività per programmare un viaggio alla scoperta delle bellezze italiane? In questo articolo vi fornirò alcune idee sui viaggi che potrete fare in occasione del ponte del 25 Aprile 2023, indicandovi cosa vedere, cosa fare e gli eventi da non perdere.

1. Viaggio in Puglia

La Puglia è una regione ricca di storia, tradizione e cultura, ma anche di mare cristallino e spiagge incantevoli. Se volete trascorrere il ponte del 25 Aprile 2023 in questa regione, potrete visitare la splendida città di Lecce, con i suoi bellissimi palazzi barocchi e le chiese ricche di arte. Potrete inoltre visitare la città bianca di Ostuni, caratteristica per le sue case bianche e le stradine tortuose, e la bellissima Alberobello, con i suoi trulli, le caratteristiche costruzioni in pietra a forma di cono.

2. Viaggio in Umbria

Se invece volete trascorrere il ponte del 25 Aprile 2023 in un luogo tranquillo e immerso nella natura, l’Umbria potrebbe essere la scelta giusta. In questa regione potrete visitare la splendida città di Perugia, con il suo centro storico medievale, il duomo e la fontana Maggiore. Potrete inoltre fare una passeggiata nel Parco Naturale del Monte Subasio o visitare il suggestivo borgo di Assisi, famoso per essere la città di San Francesco.

3. Viaggio in Toscana

La Toscana è una delle regioni più amate dagli italiani e dai turisti stranieri. In occasione del ponte del 25 Aprile 2023, potrete visitare Firenze, la città dell’arte per eccellenza, con il suo Duomo, la Galleria degli Uffizi e il Ponte Vecchio. In alternativa, potrete optare per una visita a Siena, con la sua splendida piazza del Campo e la cattedrale, o per una passeggiata tra i vigneti del Chianti, famosi in tutto il mondo per la produzione di vini pregiati.

4. Viaggio in Sicilia

Se siete amanti del mare e della buona cucina, la Sicilia potrebbe essere la scelta giusta per il vostro ponte del 25 Aprile 2023. In questa regione potrete visitare la splendida città di Palermo, con il suo centro storico ricco di monumenti e il famoso mercato della Vucciria, dove potrete gustare le specialità siciliane. Potrete inoltre trascorrere del tempo sulla spiaggia di San Vito lo Capo, una delle più belle dell’isola, o visitare la Valle dei Templi ad Agrigento, uno dei siti archeologici più importanti d’Italia.

Come organizzare al meglio il viaggio?

Per organizzare al meglio il viaggio, dovrete innanzitutto scegliere la meta che più vi interessa in

base ai vostri gusti e alle vostre esigenze. Una volta scelta la meta, dovrete prenotare il volo o il treno, se necessario, e l’alloggio. Se volete risparmiare, potrete optare per un bed and breakfast o un agriturismo, che offrono spesso tariffe più convenienti rispetto agli hotel.

Inoltre, è importante informarsi sugli eventi e le manifestazioni che si terranno nella zona durante il periodo del ponte del 25 Aprile 2023. Potrete consultare i siti web delle città o delle regioni che volete visitare per conoscere le attività organizzate in occasione della festività.

Per spostarsi tra le città e le località che volete visitare, potrete noleggiare un’auto o utilizzare i mezzi pubblici. L’auto vi permetterà di avere maggiore libertà e autonomia, ma tenete presente che in alcune città il parcheggio può essere difficile da trovare e costoso.

Infine, ricordate di portare con voi abbigliamento adatto alla stagione, in questo caso primaverile, e di preparare un’agenda delle attività da fare e dei luoghi da visitare, in modo da sfruttare al meglio il vostro tempo.

Con l’arrivo del ponte del 25 Aprile 2023, molte persone decideranno di organizzare una breve vacanza per godere dei giorni di festa. Ma, oltre alla scelta della meta e all’organizzazione del viaggio, ci sono alcuni aspetti importanti da considerare per rendere la vacanza davvero indimenticabile.

La scelta dell’alloggio

La scelta dell’alloggio è un aspetto cruciale per il successo della vacanza. Oltre a considerare il prezzo, è importante valutare la posizione, la qualità dei servizi offerti e le recensioni degli altri ospiti. Inoltre, se si viaggia con bambini o animali domestici, è fondamentale verificare se l’alloggio è adatto alle loro esigenze.

Una buona alternativa agli hotel è rappresentata dai bed and breakfast e dagli agriturismi. Questi tipi di strutture offrono spesso un’atmosfera familiare, servizi personalizzati e tariffe più convenienti rispetto agli hotel. Inoltre, soggiornando in un bed and breakfast o in un agriturismo, si può avere l’opportunità di conoscere meglio la cultura e le tradizioni del luogo.

Gli eventi da non perdere

Durante il periodo del ponte del 25 Aprile 2023, molte città italiane organizzano eventi e manifestazioni per celebrare la festività. Tra gli eventi da non perdere, ci sono le processioni religiose, le sfilate in costume, i concerti e le mostre d’arte.

Ad esempio, a Roma si terrà la tradizionale processione del Cristo degli Abissi, che partirà dalla Basilica di San Giovanni in Laterano e arriverà alla Chiesa di San Francesco di Paola. A Firenze, invece, si svolgerà la rievocazione storica della “Festa del Grillo”, con sfilate di figuranti in costume e bancarelle con prodotti tipici. A Napoli, invece, si potrà assistere alla processione del Cristo Morto, una delle più antiche e suggestive della città.

La scelta dei ristoranti

La cucina italiana è famosa in tutto il mondo per la sua varietà e la sua bontà. Durante la vacanza del ponte del 25 Aprile 2023, non potete perdervi l’opportunità di assaggiare le specialità del luogo. Ma come scegliere il ristorante giusto?

Innanzitutto, è importante valutare la qualità degli ingredienti e la freschezza dei prodotti. Inoltre, è possibile consultare le recensioni degli altri clienti su siti web come Tripadvisor. Infine, è consigliabile scegliere i ristoranti che offrono le specialità tipiche del luogo, in modo da assaporare davvero la cultura culinaria del posto.

Le attività outdoor

In occasione del ponte del 25 Aprile 2023, molti turisti opteranno per attività all’aria aperta. Tra le attività più gettonate ci sono le escursioni in montagna, le passeggiate in campagna, le gite in bicicletta e le giornate al mare

ere il ponte del 25 Aprile 2023 in Toscana, potreste fare un’escursione al Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, un’area naturale protetta che si estende tra Toscana ed Emilia Romagna. Potrete fare trekking, mountain bike e arrampicata, ammirando panorami mozzafiato.

Se invece optate per la Puglia, potrete godervi una giornata al mare in una delle tante spiagge della regione, come la spiaggia di Porto Selvaggio, vicino a Gallipoli, o la spiaggia di Punta Prosciutto, nella zona di Porto Cesareo.


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Ponte del 25 Aprile 2023: alla scoperta delle bellezze italiane, idee di viaggio per una vacanza indimenticabile

iOS 16.4 beta 3: ancora novità per l’accesso alla distribuzione delle versioni beta

iOS 16.4 beta 3 permette agli utenti di accedere al beta testing con un Apple ID differente.

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iOS 16.4 beta 3: ancora novità per l’accesso alla distribuzione delle versioni beta

Per investire nel metaverso servono più regole. I dubbi delle aziende italiane

AGI – Le aziende italiane credono nel metaverso. Il 30% di esse ha già investito o intende investire nell’adozione delle principali tecnologie emergenti (in linea con la tendenza internazionali) e oltre il 40% ritiene che il tasso di crescita medio dei ricavi nel metaverso nei prossimi 10 anni sarà superiore al 40%.

È quanto emerge dal report “Web 3.0: Metaverso e NFT”, realizzato da EY, in collaborazione con il Centro di Ricerca in Strategic Change di Luiss Guido Carli intervistando oltre 100 CEO e top manager di alcune delle più importanti aziende italiane ed estere.

L’obiettivo della ricerca era indagare l’impatto del Web 3.0, con particolare focus sul metaverso e NFT, sulle imprese e le conseguenti sfide e implicazioni di natura giuridica e fiscale. Quello che emerge è il potenziale del Web 3.0 nel modellare i futuri modelli di business delle imprese, ma anche la necessità di una regolamentazione più organica per far sì che possano coglierne appieno le opportunità.

“Gli innumerevoli ambiti di applicazione di Metaverso e NFT fanno sorgere la necessità di implementare nel prossimo futuro una corposa disciplina giuridica” dice Stefania Radoccia, managing partner dello studio legale e tributario di EY, “per fornire certezza a tutte le situazioni giuridiche che si manifesteranno nei mondi virtuali. Necessità evidenziata dal 64% dei manager intervistati che ritengono che i governi debbano fare di più relativamente alla regolamentazione del metaverso e che è dimostrata anche dalla cautela negli investimenti da parte dei CEO intervistati: soltanto il 6% prevede di investire più del 50% del budget a loro disposizione per sperimentazioni nel metaverso”.

Ma cosa serve per garantire una corretta esecuzione di una strategia del metaverso? “È necessario investire nello sviluppo di nuove competenze trasversali” dice Paolo Boccardelli, Direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” presso la Luiss University, “in particolare nell’ambito  della blockchain, dei pagamenti elettronici, della cybersecurity, ma anche legale, di analisi del rischio e della  compliance. Il 42% degli intervistati ha evidenziato che è indispensabile investire anche nella formazione dei dipendenti, a riprova dell’importanza del fattore umano per l’applicazione delle tecnologie emergenti e lo sviluppo del metaverso”.

Tuttavia, la propensione è a investire con cautela: solo il 28% degli intervistati intende investire più del 15% del budget nella sperimentazione di nuove soluzioni nel metaverso e il 19% prevede di investire più di 200 mila euro nel corso del 2023 per avviare nuove progettualità e adottare nuove soluzioni nel metaverso.

Non mancano però le critiche, perplessità e dubbi sul Web 3.0, da riscontrarsi in una serie di fattori: la presenza di ingenti costi di investimento affiancati a un’eventuale incertezza dei relativi ricavi; la poca chiarezza circa le reali potenzialità e opportunità associate; la necessità di investire nello sviluppo di nuove competenze e l’assenza di una normativa adeguata. In particolare, il 64% degli intervistati ritiene che i governi dovrebbero ulteriormente regolamentare il mercato, in quanto la normativa vigente non risulta essere completamente adeguata a rispondere ai diversi scenari abilitati dal Web 3.0.

Secondo il 48% del campione, sebbene si tratti di un mercato ancora in fase di espansione, gli NFT offrono un’importante opportunità di crescita dei ricavi e hanno già dimostrato essere una realtà con potenzialità significative in svariati ambiti di applicazione.

In particolare, sono stati individuati tre principali ambiti di applicazione: diritti d’autore, collezionismo e marketing. Al contrario, il 38% degli intervistati non ritengono gli NFT una tecnologia da esplorare e su cui investire, in quanto hanno un mercato troppo volatile e pertanto uno scarso valore aggiunto. Infine, il 14% dei Top manager intervistati evidenzia che la scarsa conoscenza degli NFT li rende non appetibili per effettuare investimenti. 

 


Per investire nel metaverso servono più regole. I dubbi delle aziende italiane

Come funzionerà il rilevamento delle cadute di Pixel Watch

Pixel Watch è il primo smartwatch effettivamente prodotto da Google. L’orologio è stato davvero apprezzato dal pubblico (e anche da noi) e supporta la maggior parte delle funzionalità che ci si potrebbe aspettare da un dispositivo del genere, tranne una: il rilevamento automatico delle cadute.

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Questa funzionalità, che su altri dispositivi come Apple Watch o Galaxy Watch di Samsung è presente da molto tempo, non è mai arrivata su Pixel Watch, anche se ovviamente Google ha annunciato che questa sarebbe arrivata entro questo inverno. Anche l’ultimo aggiornamento dell’orologio, rilasciato i primi giorni di febbraio, non ha portato il rilevamento delle cadute.

Nonostante ciò, sembra che non ci sarà da attendere troppo: nella versione 1.1 dell’app Pixel Watch, necessaria per gestire le funzionalità dell’orologio e che ha da poco superato i 500 mila download, sono stati scoperti dei riferimenti a questa utile funzionalità e dunque possiamo farci un’idea del funzionamento generale. 

Durante la configurazione dell’applicazione, sarà spiegato a grandi linee il funzionamento del rilevamento delle cadute: “il rilevamento delle cadute funziona utilizzando i sensori di movimento sul tuo Pixel Watch” si leggerà nella schermata di configurazione. Lo smartwatch attraverserà tre fasi che culminano con la chiamata effettiva ai soccorsi:

  1. Dopo aver rilevato una caduta, Pixel Watch attenderà 30 secondi (utili per fermare tutto il procedimento seguente in caso di falsi positivi) e poi inizierà a vibrare e a suonare.
  2. Pixel Watch attendererà qualche secondo e poi effettuerà automaticamente una chiamata ai soccorsi.
  3. Durante la chiamata Pixel Watch riprodurrà un messaggio automatico, fornendo ai soccorsi la posizione. Ovviamente, l’utente potrà scegliere di parlare direttamente con l’operatore.

Questa funzionalità arriverà, in un primo momento, in Australia, Canada, Francia, Regno Unito, Irlanda, Giappone, Taiwan e Stati Uniti (anche se non sappiamo di preciso quando).

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Come funzionerà il rilevamento delle cadute di Pixel Watch

Il problema delle “isole di calore” nelle grandi città

AGI – C’è un effetto “isola di calore” nelle grandi città, scrive il Paìs. Che significa? Che l’asfalto e il cemento assorbono il calore durante il giorno e lo ributtano fuori durante la notte, rendendo così la temperatura molto più alta che nei luoghi adiacenti, dove predominano terra e alberi.

Fin qui niente di nuovo, solo che uno studio pubblicato sulla rivista Lancet proprio il primo febbraio che contiene i dati di 93 città europee, dove vivono 57 milioni di abitanti di età superiore ai 20 anni, “stima che circa 6.700 morti premature” siano dovute proprio al fenomeno delle “isole di calore” e sottolinea che un terzo di queste stessi decessi potrebbe essere evitato semplicemente piantando degli alberi nel 30% dello spazio urbano.

Però il quotidiano spiega anche che “è importante differenziare la mortalità attribuibile alle ‘ondate di caldo’, che possono interessare molti più luoghi, con quella legata alle ‘isole di calore’, che sono l’effetto della progettazione urbana” basata su “asfalto, cemento e mancanza di vegetazione che aumentano il rischio per la salute nelle giornate estive, anche con temperature normali”, puntualizzano i ricercatori.

Il modello della ricerca fornisce un risultato di morti premature legato all’aumento delle temperature negli ambienti urbani, il che rappresenta il 4,3% della mortalità totale durante i mesi estivi (da giugno ad agosto) e l’1,8% della mortalità durante tutto l’anno. Gli autori in ogni caso ritengono che un terzo di essi (circa 2.644 decessi) si sarebbe potuto evitare aumentando la copertura arborea fino al 30% dello spazio urbano, il che ridurrebbe le temperature in media di quasi mezzo grado, ma in alcuni punti anche di 1,5°C e forse persino di più. 

La superficie boschiva delle città analizzate è pari al 14,9%., ma in generale le città con i più alti tassi di mortalità per eccesso di calore si trovano in Europa meridionale e orientale, essendo quelle che beneficerebbero maggiormente di un aumento della copertura arborea. 

Secondo Tamara Iungman, ricercatrice presso L’IsGlobal, istituzione promossa dalla Fondazione La Caixa che ha condotto lo studio, Barcellona ad esempio ha solo l’8% di alberi e la mortalità prematura attribuita all’effetto isola di calore è del 14%, mentre Madrid, che ha il 9,5% della superficie boschiva, ha un tasso di mortalità di circa il 12% proprio per questo motivo.

Scrive ancora il Paìs che il documento analizza lo spazio urbano con immagini ad alta risoluzione (in aree di 250 metri per 250 metri) per tener conto anche della distribuzione della vegetazione. “È importante differenziare la mortalità attribuibile alle ‘ondate di caldo’, che possono interessare molti più luoghi, con quella legata alle ‘isole di calore’, che sono legate alla progettazione urbana: asfalto, cemento e la mancanza di vegetazione aumentano il rischio per la salute nelle giornate estive, anche con temperature normali”, puntualizzano i ricercatori.

L’idea del modello di riferimento pubblicata su Lancet è quella di offrire agli urbanisti e ai consiglieri locali strumenti per comprendere l’entità del problema e l’effetto positivo del cambiamento del modello urbano usuale con uno che contempli “più verde”.


Il problema delle “isole di calore” nelle grandi città

Le novità delle app spariscono dal Play Store Web

Sempre più spesso gli utenti non si soffermano più a consultare le informazioni che riepilogano le ultime modifiche apportate alle applicazioni. Difatti, ormai gli update tramite Play Store implementano soltanto correzioni di bug e modifiche in background. Novità più sostanziose, invece, vengono implementate lato server oppure come parte di test di prova. A questo proposito, il fondatore di “Android Police”, Artem Russakovskii, ha notato l’assenza di log delle modifiche su tutte le app che ha controllato sul Play Store sul Web.

Ad esempio, l’app Google presenta esclusivamente la vecchia sezione “Informazioni su questa app” ed una nota relativa all’ultimo aggiornamento, ma senza alcun dettaglio sul log delle modifiche. Sul Play Store su smartphone, invece, la stessa applicazione mostra ancora il vecchio “tabellino” delle modifiche (sebbene molto generico). Da quello che sarebbe emerso fino ad ora, dunque, il Play Store accessibile da browser non mostrerebbe più nessun log. Come già detto in precedenza, considerando che questa sezione ormai non indicava più informazioni utili, non sarà una grossa perdita per gli utenti.

Sempre in questo ambito, nel marzo 2022, la società rimosse temporaneamente la sezione “Ultimo aggiornamento” dagli elenchi di app insieme a quella “Novità”. Dopo le lamentele degli utenti, tuttavia, Google fece un passo indietro. Per quanto riguarda la decisione sui log delle modifiche alle app, “Android Police” ha chiesto chiarimenti alla stessa azienda che, per il momento, non ha rilasciato nessuna risposta.

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Le novità delle app spariscono dal Play Store Web

ChatGPT vs Lamda: al via la battaglia delle intelligenze artificiali

AGI – È iniziata la battaglia dell’intelligenza artificiale. O, meglio: è in corso già da tempo, solo che adesso stiamo iniziando a vedere cosa potrebbe diventare. Niente scenari apocalittici, robot che conquistano la Terra e Hal 9000: la battaglia si combatte nelle chat e sui motori di ricerca. Ma non per questo è meno significativa.

La sfida delle intelligenze artificiali

Come spesso capita, società tecnologiche grandi e piccole lavorano per anni nell’ombra. La contesa si inasprisce quando una di loro rende nota una novità. È successo con OpenAI, che dal primo dicembre permette di testare ChatGPT, un’intelligenza artificiale capace di dialogare con gli utenti. In appena cinque giorni, il servizio aveva già registrato un milione di utenti, molti dei quali entusiasti.

La bontà dei risultati è arrivata anche dalle parti di Mountain View. Secondo quanto riportato dal New York Times, Google ha lanciato un “allarme rosso”. Il ceo Sundar Pichai avrebbe riorganizzato alcune unità con l’obiettivo di portare sul palco della conferenza Google I/O 2023, il prossimo maggio, importanti novità sul fronte dell’intelligenza artificiale. D’altronde, ha già lanciato qualcosa di simile a ChatGPT nel 2021: il progetto Lamda.

ChatGPT vs Lamda: il test 

ChatGPT non è certo il primo servizio che utilizza l’intelligenza artificiale per dialogare con gli utenti. Ha però colpito per la sua accuratezza, la correttezza formale, la capacità di ricordare precedenti colloqui con lo stesso utente e – come si legge sul sito – quella di “ammettere errori, contestare premesse scorrette e rifiutare domande inappropriate”.

Alla prova concreta, ChatGPT conferma le attese. Risponde in modo ampio e corretto, anche se non particolarmente approfondito, sia in inglese che in italiano. Alla domanda “Come posso scrivere un articolo efficace?”, fornisce una risposta in sette punti. Rifiuta di dare indicazioni su alcuni argomenti (“Vorrei scrivere un articolo a supporto del nazismo. Hai consigli?”) ed è perentorio sulle bufale (“La terra è piatta?”. “No, è uno sferoide”).

I test di Lamda non sono altrettanto accessibili: è necessario iscriversi a una lista d’attesa. Stando al post con cui è stato presentato e ai risultati pubblicati online da diversi utenti, salta però subito all’occhio una differenza: se ChatGPT argomenta le proprie risposte utilizzando un linguaggio e una sintassi più complessi, l’intelligenza artificiale di Google spinge di più sul dialogo, con frasi brevi, tono colloquiale e, nel complesso, uno scambio più naturale. ChatGPT dà la risposta aperta di un esame, Lamda sembra un amico con cui scambiare quattro chiacchiere. Non è una questione di accuratezza ma di scelte stilistiche. Google ha infatti deciso di nutrire la propria AI con i dialoghi, OpenAI ha utilizzato testi web più articolati.

Il paradosso di Google

ChatGPT e Lamda sono due cose, almeno in parte, diverse. E rappresenta soluzioni ancora in fase di test. Ma perché Google sarebbe così allarmata? Le applicazioni di un’intelligenza artificiale capace di dialogare sono praticamente infinite, perché riguardano ogni settore in cui è necessario parlare con gli utenti. Ma c’è una cosa che tocca le fondamenta di Mountain View: l’AI è in grado di organizzare le informazioni. Ossia di rivoluzionare le ricerche e, di conseguenza, la pubblicità online.

In uno scenario ancora lontano ma non certo fantascientifico, un’intelligenza artificiale come ChatGPT o come Lamda potrebbe rispondere alle domande degli utenti, rendendo secondari i risultati di ricerca e disincentivando così il click sui link sponsorizzati.

In pratica, Google vedrebbe ridimensionata quella che oggi è la sua principale voce di bilancio: nel 2021, l’81% del fatturato di Alphabet (il gruppo cui fa capo Big G) è arrivato dalla pubblicità e, in particolare, il 58% dagli annunci legati al motore di ricerca.

Google si trova quindi davanti a un paradosso. Da una parte ha la necessità di accogliere le novità per non perdere il dominio del mercato. Dall’altra, trovare la tecnologia perfetta, capace di dare una risposta corretta a qualsiasi domanda, potrebbe azzoppare il modello pubblicitario attuale. O quantomeno cambiarlo abbastanza da metterne in discussione la leadership.

Il ruolo di Microsoft

È vero: si fa un gran parlare di ChatGPT per un test che, nel giro di una settimana, ha raccolto un milione di utenti quando quelli di Google sono miliardi. È vero: OpenAI è ancora piccola. Non è però priva di risorse e di alleati potenti. Nel 2019 Microsoft ci ha investito un miliardo di dollari. Commentando i risultati di ChatGPT, il presidente di OpenAI, Greg Brockman, ha definito la partnership con la compagnia guidata da Satya Nadella “uno dei segreti del successo”. 

Come si legge nel comunicato che, tre anni fa, ha ufficializzato l’investimento, la collaborazione mira soprattutto a mescolare il cloud Azure con l’intelligenza artificiale. Ma, guardando ancora più in là, “rende Microsoft il partner privilegiato per la commercializzazione di nuove tecnologie sviluppate da OpenAI”.

Ed ecco prendere forma un potenziale avversario di Google. Microsoft è proprietario del motore di ricerca Bing, cui non dispiacerebbe affatto integrare qualcosa di simile a ChatGPT. È ancora tutto molto prematuro, ma la potenziale sinergia è evidente. Anche perché la pubblicità pesa relativamente poco sul fatturato di Microsoft e, tra i motori di ricerca, Bing ha una quota di mercato poco superiore al 3%, contro il 92% di Google. In altre parole: può muoversi più liberamente perché ha molto da guadagnare e poco da perdere. 

Tecnologia e cautela

Google deve invece muoversi con maggiore cautela. Un po’ perché rischia di tirarsi la zappa (pubblicitaria) sui piedi. E un po’ perché l’intelligenza artificiale resta un campo scivoloso, sia dal punto di vista tecnico che etico. Non si contano gli esperimenti naufragati: da Tay, il profilo Twitter artificiale lanciato e poi chiuso in poche ore da Microsoft per essere diventato sessista e razzista, al più recente Galactica, l’intelligenza artificiale di Meta che ha iniziato a dare risposte fuorvianti o false nonostante avesse “letto” miliardi di libri. Sarebbe un disastro se succedesse qualcosa di simile a un servizio nelle mani di miliardi di utenti.

È quindi probabile che Google non sia in ritardo ma si stia limitando a tenere un profilo più basso. Lo conferma Blake Lemoine, l’ex ingegnere della compagnia licenziato per aver ipotizzato che Lamda possa diventare “senziente”. In un tweet ha definito ChatGPT “un grande passo nella giusta direzione”, sottolineando però come resti “anni dietro Google”, che “dietro le quinte” usa già una tecnologia “più avanzata”. La battaglia dell’intelligenza artificiale è appena iniziata.


ChatGPT vs Lamda: al via la battaglia delle intelligenze artificiali

Diffuse le foto delle unità dummy dei nuovi Samsung Galaxy S23

Manca sempre meno al lancio della nuova serie di top di gamma di Samsung, ovvero i Galaxy S23. Sui vari modelli previsti – S23, S23+ e S23 Ultra – abbiamo già visto tanto e, recentemente, sono state diffuse anche le presunte foto delle unità dummy dei nuovi smartphone dell’azienda sudcoreana. Da una prima occhiata, sembrerebbe che il produttore abbia abbandonato il design sagomato per l’S23 e l’S23+, avvicinandoli di più allo stile della variante Ultra. I sensori fotografici posteriori, invece, sporgono leggermente.

Per quanto riguarda l’S23 Ultra, probabilmente non ci saranno vistose differenze rispetto al modello precedente. Rispetto però ai render trapelati in passato, gli ultimi mostrano lo slot SIM sul lato anziché sul fondo. Ovviamente, in tal senso, occorrerà attendere conferme ufficiali. Insomma, in vista del lancio dei nuovi modelli – che avverrà ad inizio febbraio, mentre le vendite ufficialmente dovrebbero partire dal 17 febbraio – le notizie continuano a circolare sempre di più.

Sempre restando in tema Galaxy S23, secondo il noto leaker “Ice Universe”, la variante Ultra potrebbe montare una batteria da 5.000 mAh con supporto alla ricarica rapida da 25 W. Lato fotocamera, invece, potrebbe montare l’inedito sensore Samsung ISOCELL da 200 MP (con pixel da 0,6 µm su un sensore da 1/1,3″ con un’apertura f/1,7) ed un periscopio con zoom 10x e risoluzione 10 MP. Infine, anche gli altri due modelli potrebbe beneficiare di una batteria più capiente rispetto al passato così da godere di una maggiore autonomia.

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Diffuse le foto delle unità dummy dei nuovi Samsung Galaxy S23

Come abilitare gli “Aggiornamenti più frequenti” delle attività Live su iOS 16.2

Vediamo come abilitare le “Aggiornamenti più frequenti” per le “Attività in tempo reale” su iOS 16.2.

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Come abilitare gli “Aggiornamenti più frequenti” delle attività Live su iOS 16.2

Le modalità desktop e smart speaker sono 2 delle tante funzioni nascoste di Android 13

Nella settimana che si sta concludendo, Google ha introdotto sui suoi Pixel le patch di sicurezza di dicembre 2022 e soprattutto Android 13 QPR1 grazie all’ultimo Pixel Feature Drop dell’anno. In particolare, Android 13 QPR1 – ovvero il primo aggiornamento trimestrale dell’ultima versione del S.O. – nasconde molte funzionalità su cui gli utenti metteranno le mani più avanti. A scoprire quali siano le novità ci ha pensato, come al solito, Mishaal Rahman, il quale ha analizzato il codice sorgente di Android, scovando le novità che potrebbero arrivare nei prossimi mesi e che non saranno un’esclusiva dei Pixel.

La modalità Desktop

La modalità “desktop”, fino ad ora, è stata completamente assente sugli smartphone Pixel, mentre sui dispositivi di altri marchi – come Samsung – è disponibile una modalità che consente di trasformare il cellulare in un dispositivo all-in-one. Tuttavia, le modalità desktop offerte dai produttori di terze parti presentavano una criticità: questi lavori, non essendo supportati direttamente da Google, hanno provocato una diffusa frammentazione che non ha consentito agli sviluppatori di app di offrire supporto a questi progetti.

Per ovviare a questa criticità, il codice sorgente di Android 13 QPR1 contiene nuove parti di codice che “certificano” la volontà di Google di rendere la modalità desktop – aggiunta silenziosamente già in Android 10 – maggiormente utilizzabile da parte di tutti gli utenti. In particolare, l’azienda si sta concentrando sui miglioramenti alle finestre ed alla barra delle applicazioni. Per avviare la funzionalità, invece, occorre attivare un paio di flag che aggiungeranno alle “Opzioni sviluppatori” un inedito “Riquadro sviluppatore per impostazioni rapide” che, infine, consentirà di aggiungere un apposito nuovo toggle nel centro di controllo. Ulteriori miglioramenti a riguardo, infine, potrebbero arrivare con Android 13 QPR2.

La Taskbar di Android 12L sugli smartphone

Con Android 12L fu introdotta una nuova barra delle applicazioni utilizzabile esclusivamente sui dispositivi con schermi che presentano una densità di pixel maggiore o uguale a 600 dpi. Tuttavia, questo criterio è modificabile utilizzando le opzioni sviluppatori e quindi è possibile abilitare la barra su tutti i telefoni. Ovviamente l’interfaccia risulta scomoda da utilizzare e per ovviare a tale criticità sembrerebbe che Google si sia messa a lavoro. Difatti, in Android 13 QPR1 c’è un flag che permette di nascondere la barra di navigazione e far apparire quella delle applicazioni.

Il salvaschermo di Android 13 che “converte” il Pixel Tablet in un Nest Hub

In vista del lancio del nuovo Pixel Tablet, Google sta rinnovando il salvaschermo di Android per aggiungere complicazioni e widget. Android 13 QPR1, infatti, aggiunge: “Smartspace” (è il nome in codice di “At a glance”, “Media entry” (sarebbe il controller multimediale) e “Home controls” (consente di controllare i dispositivi della smart home).

In definitiva, tramite Pixel Tablet si potrà avviare uno screensaver che mostrerà molte informazioni, al punto da poterlo definire un nuovo “Nest Hub”.

Orologi personalizzati per la schermata di blocco

Si pensava che questa opzione in grado di personalizzare lo stile dell’orologio nella schermata di blocco dovesse essere lanciata con Android 12 ed invece nulla. Ora, invece, Android 13 QPR1, grazie ad una modifica che introduce la sezione “Orologio personalizzato” nell’app “ThemePicker”, fa ipotizzare che Google abbia ripreso le attività per concretizzare questa funzionalità.

Condivisione parziale dello schermo

Con Android 13 QPR1 viene aggiunto il supporto alla possibilità di registrare una sola porzione di schermo. Questa opzione si potrà selezionare direttamente dalla finestra di dialogo per la registrazione dello schermo. Ad oggi, però, la funzione è attivabile esclusivamente tramite un flag di funzionalità.

Avviare Google Keep da ogni schermata

In Android QPR1 Google ha introdotto una speciale di finestra mobile delle attività diversa da quelle a forma libera. Quando viene abilitata, la barra delle applicazioni riceve un pulsante con l’icona di una penna che permette di avviare Google Keep in modalità di scrittura.

VPN Avanzata

Un’altra novità contenuta nel codice sorgente di Android 13 QPR1 fa ipotizzare dei possibili lavori circa una nuova funzionalità di VPN avanzata che apparirà nelle impostazioni apposite di Android. A riguardo, però, mancano ulteriori informazioni.

Supporto allo split-screen Android TV

Android TV 13 introduce una modalità picture-in-picture estesa che consiste nell’affiancamento di due finestre (simile a quanto avviene già sugli smartphone o tablet Android). Tra l’altro, viene aggiunto un inedito menu “Schermo diviso TV” che consente all’utente di passare da un’app all’altra oppure di uscire dalla modalità chiudendo una delle due applicazioni.

Le ultime due novità – oltre a quelle più piccole – riguardano il supporto alla modalità immersiva in Android Automotive OS, che consiste nella possibilità di aumentare l’area di visualizzazione a tutto schermo grazie ad un toggle nella barra del titolo, e la modifica riguardante l’opzione “Tocca rapido”. Sembrerebbe, infatti, che il rilevamento dei gesti di “Tocco rapido” verrà gestito dall’app Android System Intelligence. Tale scelta potrebbe essere motivata dalla presunta ricerca di maggiore privacy.

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Le modalità desktop e smart speaker sono 2 delle tante funzioni nascoste di Android 13