Google con l’ultima pubblicità elenca i motivi per cui acquistare i nuovi Pixel 8

Le anticipazione sui nuovi Pixel 8 non si arrestano nonostante alla presentazione manchi sempre di meno (i nuovi smartphone arriveranno il 4 ottobre). Ad esempio, ora è trapelato un annuncio pubblicitario in cui Google spiega i motivi per cui gli utenti dovrebbero acquistare un Pixel 8. Il filmato, diffuso da Arsène Lupin su X, mette in evidenza tra le altre cose la facilità di trasferire app, contatti, musica, foto, video e messaggi, dal vecchio smartphone all’inedito Pixel 8.

Inoltre, il colosso di Mountain View pone l’accento sull’intelligenza artificiale che caratterizza i nuovi dispositivi. In particolare, mostra qualche dettagli in più sulla funzione “Best Take”, ovvero l’opzione che consente di modificare i volti dei protagonisti di una foto tramite l’AI. Dando un’occhiata, sembra che la funzionalità abbia fatto dei passi in avanti rispetto alle indiscrezioni precedenti. Google, poi, si sofferma anche su “Magic Eraser”, specificando che tale funzionalità potrà essere impiegata anche su foto scattate con vecchi smartphone.

Su Pixel 8 è intervenuta anche Kamila Wojciechowska, che ha mostrato le nuove custodie per gli smartphone. A riguardo, si dice che le cover siano costituite per il 42% da materiali riciclati e che abbiano bottoni metallici realizzati in alluminio completamente riciclato. Infine, entrambe le varianti sono disponibili in cinque tonalità: il Pro sarà acquistabile in “Bay”, “Charcoal”, “Mint” e “Porcelain” mentre il modello standard in “Rose”, “Mint”, “Charcoal” e “Hazel”. L’ultimo colore sarà il “corallo”.

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Google con l’ultima pubblicità elenca i motivi per cui acquistare i nuovi Pixel 8

Le novità di Pixel 8 e 8 Pro costeranno care: Google aumenta il prezzo di vendita

Google lancerà i nuovi Pixel 8 e Pixel 8 Pro il 4 ottobre. Nell’attesa di questo debutto, non mancano di certo le indiscrezioni su questi smartphone. Ad esempio, recentemente è trapelata la notizia secondo cui i dispositivi, almeno in America, costeranno un po’ di più rispetto al passato. In particolare, sembrerebbe che Pixel 8 costerà 699 dollari mentre la variante Pro avrà un prezzo di vendita di 999 dollari: dunque, rispetto ai predecessori potrebbe registrarsi un aumento di 100 dollari (tra l’altro, già in passato si parlava di questa indiscrezione).

Il presunto aumento di prezzo potrebbe essere causato da un aggiornamento hardware degli smartphone, anche se su questo punto non vi è alcuna certezza. Nello specifico, sembrerebbe che il sensore della fotocamera principale potrebbe essere lo stesso del passato, mentre alcune novità dovrebbero interessare sia la messa a fuoco del sensore anteriore che il sensore ultrawide. Inoltre, è certo il debutto del nuovo processore Tensor G3 e, tra l’altro, Google avrebbe manifestato la volontà di allungare la vita di questi dispositivi.

Un dubbio, invece, riguarda la memoria interna. Molti dispositivi, come i top di gamma di Samsung del 2023 e il recente iPhone 15 Pro Max, offrono come base di partenza uno spazio pari a 256 GB. La serie Pixel 8, invece, dovrebbe ancora garantire un modello base da 128 GB. Infine, per quanto riguarda la disponibilità, sia Pixel 8 che Pixel 8 Pro saranno disponibili il 12 ottobre. Dunque, sicuramente qualche aggiornamento hardware sarà presente, tuttavia le novità, si sa, hanno sempre un costo e nel caso dei dispositivi di Google potrebbe essere abbastanza salato.

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Le novità di Pixel 8 e 8 Pro costeranno care: Google aumenta il prezzo di vendita

Tutte le novità della fotocamera di Google Pixel 8: controlli manuali, funzioni AI e Magic Editor

I Google Pixel si sono sempre contraddistinti per l’ottimo comparto fotografico e sembrerebbe che i futuri Pixel 8 continueranno questa “tradizione”. In particolare, un video pubblicato su 91Mobiles dall’affidabile leaker Kamila Wojciechowska offre un’analisi piuttosto dettagliata di tutte le nuove funzionalità della fotocamera di Pixel 8 e 8 Pro.

Tra le novità, sicuramente la funzionalità “Video Boost”, che secondo Google utilizzerà l’intelligenza artificiale per offrire una “visualizzazione più fluida” e per implementare gli effetti di Night Sight ai filmati. Il video, poi, ci offre anche un assaggio di “Audio Eraser”. Nel dettaglio, si può osservare come sarà possibile rimuovere il rumore della città dallo sfondo di un video di un violoncellista.

L’intelligenza artificiale, però, si vedrà soprattutto nella funzione che permetterà di modificare i volti delle persone al fine di creare lo scatto desiderato. Per il momento non c’è alcuna spiegazione su come funzioni, ma sembra che utilizzi più scatti simili per crearne uno definitivo. Inoltre, sui Pixel 8 sarà possibile utilizzare i controlli manuali. Denominati “Pro Controls”, saranno “modellati sui controlli DSLR”. Non è ancora possibile vedere tutte le opzioni, tuttavia sembrano essere presenti sia la velocità dell’otturatore che l’ISO, oltre alla messa a fuoco manuale.

Infine, è presente Magic Editor, un’opzione svelata durante il Google I/O 2023. Si tratta di una funzione che, grazie all’intelligenza artificiale, permetterà di apportare importanti modifiche anche senza magari possedere specifiche competenze professionali.

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Tutte le novità della fotocamera di Google Pixel 8: controlli manuali, funzioni AI e Magic Editor

Google mostra ad Apple come trasformare il telefono in una webcam

Ammettiamolo, le webcam integrate dei nostri portatili sono lontane dall’essere ottimali, e chi deve usarla molto per lavoro si trova spesso costretto a comprarne una di terze parti.

Ma se guardate con attenzione la scrivania troverete già una telecamera pronta all’uso, e di altissima qualità, il vostro telefono: perché non sfruttarla? Apple ci aveva già pensato l’anno scorso introducendo Fotocamera Continuity, una soluzione che consente di utilizzare il proprio iPhone come webcam, ma con Android 14 anche i telefoni Android potranno farlo, e molto meglio. Andiamo a vedere perché.

Da pochi giorni Google ha rilasciato l’aggiornamento Android 14 QPR1 Beta 1 per i dispositivi Pixel, che oltre a una serie di funzionalità contiene appunto la possibilità di utilizzare il telefono come webcam. Lo strumento era apparso in un rumor a inizio anno, e ora è finalmente funzionante. 

La novità rispetto ad Apple è che mentre il sistema della mela funziona solo per Mac e iPhone, quello implementato da Google si basa sullo standard USB Video Class (UVC). Questo significa che qualsiasi dispositivo in grado di gestire una webcam standard può utilizzare un telefono Android come tale, senza limitazioni di sistema operativo. Quindi in teoria potrebbe funzionare su Windows come su ChromeOS, Linux o addirittura (sacrilegio) su macOS.

Ma come funziona? Dopo aver installato Android 14 QPR1 su un Pixel compatibile (non Pixel Fold) e lo collegate a un computer via cavo, abbassando la tendina delle notifiche e toccando la voce Carica questo dispositivo tramite USB, dovreste vedere una nuova opzione.

Sotto le solite voci come Trasferimento file / Android Auto e USB tethering, troverete l’attesa opzione Webcam. Toccandola, attiverete una nuova notifica chiamata Dispositivo come webcam.

Toccando questa voce arriverete a una nuova app che vi consente di visualizzare in anteprima e modificare il feed video inviato al computer, come impostare lo zoom tra 1.0x a 2.0x (digitale), usare il pinch-to-zoom per regolarlo più finemente, oppure passare tra la fotocamere anteriore e quella posteriore, ma non il teleobiettivo integrato, almeno per il momento.

Una volta che avete impostato lo zoom secondo preferenza, potete bloccare lo schermo del telefono per risparmiare batteria, e continuerete a condividere il feed video su USB. Sul computer, potete aprire un’app come Google Meet e dovreste vedere una nuova opzione webcam chiamata Android Camera. Cliccandoci sopra userete il vostro Pixel come webcam: facile no?

Al momento lo strumento è compatibile solo per i Pixel, ma una volta che Android 14 sarà ufficiale e verrà rilasciato anche dagli altri produttori, la funzione dovrebbe essere disponibile per tutti. Ricordiamo che si tratta ancora di una versione beta, quindi potrebbero esserci ancora cambiamenti da qui al rilascio ufficiale, che avverrà il 4 ottobre insieme alla presentazione dei nuovi Pixel 8, ma è veramente una novità entusiasmante!

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Google rilascia la versione beta di Android Auto 10.5: non è tempo di novità

Google ha provveduto a rilasciare la versione beta di Android Auto 10.5. Si tratta di un processo, da parte del colosso di Mountain View, già visto in passato. Difatti, l’azienda lancia queste versioni beta per consentire agli utenti di testare il pacchetto prima che inizi l’implementazione su tutti i dispositivi. A riguardo, il programma beta di Android Auto è stato ampliato lo scorso anno e da allora Google ha notevolmente accelerato il ritmo di rilascio sia nel canale di test che in quello stabile.

Come accennato all’inizio, il programma beta consente ai più esperti di testare le nuove build di Android Auto prima di chiunque altro. Questi utenti dovrebbero inviare feedback e segnalazioni di bug, fornendo a Google maggiori informazioni su cosa correggere prima che inizi il rilascio per tutti gli altri. Ritornando ad Android Auto 10.5 beta, è stato rilasciato sprovvisto del registro delle modifiche. Nello specifico, sembrerebbe che questa versione non contenga grosse novità, anzi quasi certamente gli sviluppatori hanno lavorato maggiormente sulla correzione di bug.

In ogni caso, è sconsigliato agli utenti meno esperti di scaricare queste versioni beta di Android Auto poiché è più probabile che contengano qualche bug in più. Su questo punto, però, alcuni potrebbero aggiungere che anche le versioni definitive, purtroppo, a volte contengono delle criticità. In particolare, Android Auto soffre di qualche incertezza che causano l’interruzione di varie funzionalità, a partire dai comandi vocali.

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Il governo degli Stati Uniti porta Google in Tribunale (di nuovo)

AGI – Si è aperto in un tribunale federale di Washington il processo avviato dal governo degli Stati Uniti contro Google, accusata di aver abusato della posizione dominante del suo famoso motore di ricerca.

Il procedimento, che dovrebbe durare almeno dieci settimane, coinvolgerà un gran numero di testimoni e dovrà stabilire se, come sostiene l’Antitrust americana, Google ha pagato i maggiori produttori di smartphone per inserire di default il proprio motore di ricerca nei loro dispositivi.

Il processo vede il governo americano e più di una trentina di Stati e territori accusare la compagnia di aver creato illegalmente un monopolio, al punto da aver reso mondiale il nome “google” per indicare la ricerca su internet.

Il caso, che si discute alla corte federale di Washington, rappresenta una battaglia legale storica perché stabilirà o meno i confini entro cui i giganti della Silicon Valley possono muoversi nel mondo digitale. Il processo potrebbe avere riflessi non solo su Google ma su tutti i Bit Tech, i cui prodotti fanno parte della vita online di miliardi di persone.

Se Google dovesse uscire sconfitta, sarebbe costretta a ristrutturare il suo sistema, rivedere i profitti e aprire a una concorrenza più larga. Ci sarebbe un impatto anche sull’uso dell’intelligenza artificiale, che andrebbe incontro a nuove limitazioni, perché non riproduca di nuovo un sistema di monopolio.

Nel caso, invece, dovesse vincere in tribunale, la compagnia avrebbe strada libera e il governo ne uscirebbe ridimensionato nei suoi poteri di controllo. L’Antitrust ne uscirebbe ridimensionato.

Il precedente di Microsoft

Il processo arriva venticinque anni dopo quello storico, e il primo che riguardò il mondo digitale, avviato nei confronti di Microsoft, accusata nel 1998 di monopolio per aver inserito di “default”, in automatico, nel suo sistema operativo Windows il motore di ricerca Explorer.

In quel modo la compagnia di Bill Gates aveva tagliato fuori la concorrenza, in particolare Java e Navigator. I due casi sono diversi: Microsoft controllava tutto il sistema, mentre Google è accusata di aver stretto accordi da 45 miliardi di dollari l’anno per convincere i produttori di telefonini, da Samsung a Apple, a inserire il motore di ricerca Google in automatico.

Il primo processo si chiuse tre anni dopo con una sentenza a metà, né di aperta condanna né di aperta approvazione, che però, secondo alcuni analisti, schiuse le porte alla nascita delle start-up, tra cui la stessa Google, per competere nell’era moderna di internet.

Un monopolio anche nel vocabolario comune

Al centro del caso che si è aperto oggi, ma che è nato nel 2020 sotto l’amministrazione di Donald Trump, c’è un monopolio riassunto in un numero: 91. È quello riferito alla percentuale di mercato nel campo della ricerca su internet in mano a Google. La compagnia si difenderà sostenendo di dominare solo grazie al suo prodotto “superiore”, non attraverso tattiche illecite.

A emettere la sentenza non sarà una giuria popolare, ma un giudice, Amit P. Mehta, scelto nel 2014 dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, e considerato uno “non ostile” ai Big Tech. Però è stato lui, di recente, a sottolineare come “Google sia così ovunque da essere diventato un termine globale per indicare la ricerca su internet“. E il “googolare”, verbo universale nell’era digitale, sarà evocato molte volte nelle prossime dieci settimane, in cui sfileranno centocinquanta testimoni e verranno letti documenti, che fanno parte dei cinque milioni di pagine che gli studi legali delle parti in causa hanno raccolto in questi anni.


Il governo degli Stati Uniti porta Google in Tribunale (di nuovo)

Google rilascia Android Auto 10.4, tuttavia un bug fastidioso è ancora presente

Google lavora costantemente per perfezionare Android Auto e, di conseguenza, l’esperienza degli utenti. In tal senso, quasi nel silenzio più assoluto, il colosso di Mountain View ha rilasciato Android Auto 10.4, disponibile per il download a meno di una settimana dal rilascio della prima build beta. Come al solito, non è disponibile un registro delle modifiche, tuttavia è quasi scontato che l’azienda si sia concentrata sulla risoluzione dei vari bug delle versioni precedenti.

Il lancio, come avviene sempre in questi casi, sta avvenendo in maniera graduale. In questo modo, infatti, Google riesce a condurre ulteriori test di affidabilità e stabilità. Alla fine di questo iter, ovvero quando si è sicuri dell’assenza di qualsiasi bug importante, tutti gli utenti potranno utilizzare l’ultima versione del software. Questo processo, di solito, richiede qualche settimana, tuttavia è probabile che gli utenti più esperti procedano al download manuale dell’update.

Per quanto riguarda i cambiamenti introdotti con Android Auto 10.4, Google, come accennato in precedenza, non ha rilasciato un registro delle modifiche. Tuttavia, oltre alla risoluzione di qualche bug, alcuni utenti hanno notato che il bug “Coolwalk”, presente da sei mesi e che causa il blocco della parte inferiore dello schermo, è ancora presente. In particolare, la criticità rende impossibile l’utilizzo della barra delle applicazioni, pertanto gli utenti non possono passare da un’app all’altra. Il problema sembra legato a Google Maps visto che gli utenti coinvolti sostengono che il bug emerge appena si avvia l’app di navigazione. A questo proposito, in attesa di una soluzione da parte di Google, l’unica soluzione sembra quella di ritornare ad utilizzare una versione “vecchia” di Android Auto.

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Cinguettio digitale: BirdNet è il Google Lens per il canto degli uccelli

L’evoluzione della tecnologia la tocchiamo con mano ogni giorno anche tramite i nostri smartphone, e anche grazie alle varie app che li animano. Ormai conosciamo app che svolgono praticamente qualsiasi compito, ma oggi ne scopriamo una che forse non avete ancora mai visto.

Stiamo parlando di BirdNet, un’app molto particolare che è in grado di identificare gli uccelli in base al loro canto o cinguettio. L’abbiamo provata negli ultimi giorni e vi raccontiamo perché ci è piaciuta.

BirdNet è un’app sviluppata dal Cornell Lab of Ornithology, un laboratorio specializzato in ornitologia della Cornell University, situata a Ithaca, New York. Lo diciamo subito in modo da inquadrare subito l’affidabilità e l’accuratezza dell’app.

BirdNet ha l’obiettivo di riconoscere le specie degli uccelli in base al canto che emettono. L’app ci riesce tramite algoritmi sviluppati ad hoc, i quali permettono di riconoscere gli uccelli analizzando lo spettrogramma relativo al loro canto. Lo spettrogramma è sostanzialmente la rappresentazione delle componenti in frequenza del suono. Chiaramente ogni uccello emette un canto con spettrogramma diverso, e questo ne permette il riconoscimento.

Il funzionamento è abbastanza semplice: l’app registra tutti i suoni che arrivano dall’ambiente, per un tempo deciso dall’utente; successivamente l’utente deve selezionare la parte di registrazione in cui era presente il canto dell’uccello da riconoscere, poi basta selezionare l’opzione Analizza e il gioco è fatto.

Abbiamo provato l’app in diverse condizioni e il riconoscimento è avvenuto sempre in maniera impeccabile. BirdNet mostra anche il livello di accuratezza del riconoscimento. Abbiamo provato anche a registrare un fischio umano, e l’app ha correttamente catalogato il suono come proveniente da un umano.

L’app prevede una sezione che raccoglie tutti i riconoscimenti effettuati, con annessa registrazione audio. Per ogni specie conosciuta poi viene proposto il collegamento rapido alla relativa pagina Wikipedia per saperne di più sulle specie identificata. Molto interessante anche la sezione dell’app che permette di consultare tutte le specie di uccelli comuni nella propria area di residenza.

Insomma, BirdNet è un’app davvero valida e la consigliamo non solo a chi è appassionato di ornitologia. L’interazione con la natura è ovviamente un aspetto fondamentale delle nostre vite e app come BirdNet non fanno altro che migliorarla, anche in termini di consapevolezza di cosa ci circonda.

L’app BirdNet è disponibile al download gratuito per dispositivi Android. Non vi sono annunci pubblicitari, e non è previsto alcun abbonamento per continuare a usarla senza limitazioni. Insomma, non vi resta che provarla.

Qui sotto trovate il pulsante diretto per scaricarla e installarla dal Play Store.

Scarica da Play Store

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Cinguettio digitale: BirdNet è il Google Lens per il canto degli uccelli

Trapelati i prezzi di Google Pixel 8: dimenticate il passato

Cresce l’attesa per i prossimi smartphone di Google: Pixel 8 e Pixel 8 Pro. E mentre la data della presentazione si avvicina, aumentano le voci che girano intorno ai due gioielli del colosso di Mountain View. 

Si è parlato delle diverse colorazioni nelle quali verrano venduti, delle nuove funzionalità che vedremo, fino a comparire sul sito di Google: una serie di voci confermate da diverse fonti, seppur sempre non ufficiali. Eppure è sempre mancata una conferma sul prezzo.

A luglio il noto leaker Yogesh Brar aveva riassunto dei rumor riguardanti il Pixel 8 in un post e aveva aggiunto anche un possibile prezzo: 649 dollari per la versione da 128 GB e 699 dollari per quella da 256 GB, un leggero aumento di prezzo. Perciò, era un’informazione plausibile, considerando sia l’inflazione attuale sia gli aumenti dei prezzi annuali dei dispositivi di tutti i produttori.

Invece, oggi sono trapelati dei prezzi che non ricordano proprio queste cifre.

La notizia arriva in esclusiva da Thetechoutlook, che con una tabella piuttosto completa ci mostra i prezzi di Pixel 8 e Pixel 8 Pro per l’Europa, ottenuti grazie alla loro collaborazione con il leaker Paras Guglani.

Stando a quanto riportato, i prezzi di Google Pixel 8 dovrebbero essere:

  • Pixel 8 nella versione da 128 GB: 867,14€
  • Pixel 8 nella versione da 256 GB: 941,58€

Mentre, i prezzi di Google Pixel 8 Pro dovrebbero essere:

  • Pixel 8 Pro nella versione da 128 GB: 1.228,67€
  • Pixel 8 Pro nella versione da 256 GB: 1.299,30€
  • Pixel 8 Pro nella versione da 512 GB: 1.449,36€

Sembrano dei prezzi piuttosto salati, se paragonati con quelli di Pixel 7 e Pixel 7 Pro, che partivano rispettivamente da 649€ e da 899€. C’è da dire però che non sono sicuramente i prezzi di listino che troveremo questo autunno, ma, sebbene verranno aggiustati, trovare un Pixel 8 da 128 GB a (ipotizziamo per difetto) 849€ significa avere un prezzo di partenza superiore di 200€ rispetto al suo predecessore.

Infatti, sembra una politica dei prezzi non da Google, visto che negli ultimi anni ha cercato di mantenere lo stesso livello dei prezzi per i suoi smartphone. Dunque, possiamo pensare che questi prezzi possano far parte di promozioni di lancio riguardanti dei bundle, in cui Google, per esempio, può inserire delle Pixel Buds. 

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Trapelati i prezzi di Google Pixel 8: dimenticate il passato

Google Chrome per iPhone: in arrivo una delle funzionalità più intelligenti di Safari

Presto su Google Chrome sarà disponibile una funzionalità che sicuramente farà piacere a diversi utenti.

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Google Chrome per iPhone: in arrivo una delle funzionalità più intelligenti di Safari

Google Pixel 8 avrà una rinnovata interfaccia per la fotocamera: ecco le novità

Con Pixel 8 e Pixel 8 Pro, Google sicuramente proverà ad alzare ancora di più l’asticella rispetto al passato. In tal senso, una fonte anonima ad Android Authority ha rivelato alcuni dettagli su Google Camera, a partire da un layout migliorato. Procedendo con ordine, la novità più importante è certamente rappresentata dall’implementazione del sensore Samsung GN2 da 50 MP su entrambe le varianti. Il Pro, poi, avrà anche un nuovo obiettivo ultragrandangolare da 64 MP (Sony IMX787) ed un sensore ToF 8×8 (con particolare attenzione all’autofocus).

Lato software, Google Camera beneficerà di un nuovo HDR che velocizzerà la procedura di scatto e ridurrà gli artefatti. Ancora, sarà presente un’inedita funzionalità di flash adattiva: in pratica, l’intensità del flash verrà regolata automaticamente in base alle condizioni dell’ambiente. Inoltre, l’interfaccia della fotocamera verrà interessata da alcune modifiche. Ad esempio sarà presente una separazione tra modalità foto e video. Difatti, le due modalità saranno distinte e avranno la relativa icona nella parte bassa dello schermo.

Cambierà di posizione sia l’icona per accedere alla galleria che quella per passare dalla fotocamera anteriore alla posteriore. La prima icona verrà posizionata a sinistra, la seconda, invece, a destra. Piccolo restyling anche per il menu delle impostazioni: per accedere si potrà effettuare uno swipe dal basso verso l’alto oppure premere il pulsante ubicato in basso a sinistra. Inoltre, sono state introdotte alcune voci nuove, come quella sulla stabilizzazione video.

Ancora, all’interno del carosello sono state aggiunte alcune funzionalità come quelle dedicate al movimento (Esposizione lunga): in questo modo anche l’utente poco esperto potrà prendere conoscenza di queste modalità. Infine, anche l’impostazione di Panning cinematografico avrà una modalità specifica.

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Google rilascia Android 14 Beta 5.1: qualche fix molto gradito

Google continua la sua strada verso Android 14, la nuova generazione del sistema operativo per smartphone che arriverà in versione stabile entro l’estate.

Nelle ultime ore Google ha infatti rilasciato un nuovo aggiornamento per coloro che hanno aderito al programma beta di Android 14. Si tratta infatti della Beta 5.1, la quale fa seguito alla Beta 5 rilasciata qualche giorno fa.

Come tutti gli aggiornamenti intermedi, anche la Busta 5.1 di Android 14 introduce soltanto qualche fix a livello di sistema. Andiamo a vedere di cosa si tratta:

  • Risolti i problemi di mancato rilevamento della SIM se era arrivata le selezione fissa del numero.
  • Risolti i problemi di connettività 5G per i dispositivi con specifici operatori.
  • Risolti i problemi di visualizzazione del display dopo aver bloccato lo schermo.
  • Risolto un problema di basse prestazioni su Pixel Fold abilitando uno specifico sfondo animato.

Insomma, arriva qualche gradito fix per Android 14, con i quali l’esperienza utente quotidiana dovrebbe migliorare. La build in fase di distribuzione con il codice UPB5.230623.005/.A1.

La nuova beta di Android 14 è attualmente in fase di distribuzione via OTA per tutti i Pixel supportati, ovvero per Pixel 4a 5G, Pixel 5, Pixel 5a, Pixel 6, Pixel 6 Pro, Pixel 6a, Pixel 7, Pixel 7 Pro, Pixel 7a. La stessa beta arriva ovviamente anche per Pixel Fold e Pixel Tablet.

In questa guida abbiamo descritto come aderire al programma beta di Android.

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Google vuole trasformare la vostra Android TV in speaker Bluetooth

Google segue costantemente lo sviluppo e il supporto software dei dispositivi Android, e questo non riguarda solo gli smartphone ma anche il segmento delle smart TV dove è presente con la piattaforma Android TV o Google TV.

E nelle ultime ore sono emersi interessanti dettagli proprio su Android TV, o meglio su tutti i dispositivi dotati del supporto alla piattaforma software di Google. Questi dettagli arrivano da Mishaal Rahman, il quale ha scovato un’interessante funzionalità in fase di sviluppo.

La funzionalità della quale si parla riguarda la possibilità di usare le smart TV con Android TV come se fossero degli speaker Bluetooth. Questo permetterebbe di riprodurre contenuti audio sulle proprie smart TV tramite i classici comandi vocali di Assistant, ai quali siamo abituati con i vari smart speaker che già troviamo sul mercato.

Questa novità è in fase di sviluppo da parte di Google, la quale starebbe collaborando con MediaTek per integrare la ricezione di contenuti audio tramite connettività Bluetooth sui dispositivi dotati di Android TV. Questo dovrebbe permettere di inviare e ricevere dati audio tramite Bluetooth, esattamente come avviene per la maggior parte degli smart speaker.

Dunque, in futuro potremmo usare i nostri smartphone per trasmettere contenuti via Bluetooth alla nostra smart TV con Android TV. Non vi sono indicazioni su quanto potrebbe arrivare al pubblico per il momento.

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Come Google Contatti vuole rinnovare il suo widget più popolare

A partire da Android 13 Google ha rinnovato in maniera consistente l’interfaccia grafica del suo sistema operativo per smartphone. Questo passa anche da un grado di personalizzazione più ampio. E in questo rinnovamento sono coinvolte anche le sue app.

Tra le app che hanno ricevuto i rinnovamenti grafici più consistenti troviamo Google Contatti, quella che permette di gestire la rubrica sugli smartphone Android. E proprio per Google Contatti c’è in cantiere un’ulteriore novità.

La novità alla quale sta lavorando Google riguarda il widget più popolare di Contatti, ovvero il widget del singolo contatto che permette di avviare rapidamente la chiamata o la chat tramite Google Messaggi con il contatto in questione.

Come vedete dagli screenshot in galleria, il nuovo widget di Google Contatti per il singolo contatto ha un aspetto più coerente al Material You che troviamo su Android 13 e Android 14. I bordi sono più arrotondati, l’immagine del profilo è più discreta e i pulsanti di azione rapida, che rimangono quelli per chiamare o per aprire la chat con Messaggi, sono maggiormente integrati nel widget.

Vi ricordiamo che Google ha recentemente rinnovato i widget per l’app Contatti, ma questo ulteriore rinnovamento potrebbe arrivare nell’ambito del lancio della versione stabile di Android 14. Al momento questo nuovo look per i widget non è ancora disponibile, torneremo ad aggiornarvi non appena avremo notizie della sua distribuzione al pubblico.

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Google potrebbe fissare requisiti hardware per i nuovi pieghevoli

Gli smartphone pieghevoli, soprattutto negli ultimi tempi, stanno facendo sempre più passi in avanti. Tuttavia, regna ancora una certa incertezza relativamente alla longevità. Ad esempio, recentemente un test di piegatura di terze parti ha rivelato che il Motorola Razr 40 Ultra avrebbe supportato soltanto 126.266 pieghe nonostante il produttore abbia dichiarato che il dispositivo sia in grado di gestire 400.000 cicli.

A questo proposito, secondo Mishaal Rahman, Google potrebbe cercare di intervenire e offrire almeno alcune garanzie per la longevità dei futuri dispositivi pieghevoli. In particolare, i nuovi pieghevoli dovrebbero supportare almeno 200.000 aperture/chiusure. Insomma, per fare un esempio, se un utente apre il telefono 100 volte al giorno, il pieghevole durerebbe almeno cinque anni. Parlando della cerniera, a quanto pare, Google potrebbe richiedere che qualsiasi dispositivo con una “cerniera di coppia” mantenga almeno l’80% della sua coppia originale dopo 200.000 cicli. A questo proposito, in un recente test, il Galaxy Z Flip 5, che ha ottenuto un ottimo punteggio nel test complessivo, ha mostrato alcuni problemi di coppia perdendo effettivamente la sua capacità di mantenere gli angoli semichiusi dopo 223.000 pieghe. 

Infine, Google potrebbe anche richiedere ai produttori di offrire almeno due importanti aggiornamenti del sistema operativo e almeno tre anni di patch di sicurezza per futuri pieghevoli. Questi requisiti non sono così difficili da rispettare, soprattutto considerando che aziende come Google, Samsung e Oppo offrono già fino a cinque anni di patch di sicurezza.

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