Google Camera si aggiorna: le foto notturne rapide anche su Pixel 6

Da anni conosciamo il grande impegno che Google investe nel software dedicato alle performance fotografiche, lo stesso che rende i suoi smartphone Pixel un punto di riferimento assoluto proprio in termini di fotografia mobile.

La Google Camera è l’app di Google concepita proprio per scattare foto e registrare video sui Pixel di Google, resa compatibile anche con gli altri modelli di smartphone Android grazie ai diversi porting, ne abbiamo parlato in questa guida. Nelle ultime ore ha ricevuto un nuovo aggiornamento.

L’aggiornamento citato corrisponde alla versione 8.8 della Google Camera e porta delle interessanti novità proprio per la serie Pixel 6. I due modelli di casa Google ricevono infatti i rilevanti miglioramenti alla fotografia in modalità notturna, gli stessi introdotti al lancio dei Pixel 7. Questi miglioramenti rendono più rapidi gli scatti in modalità notturna.

La maggiore rapidità rende possibile ottenere delle foto non mosse o fuori fuoco, anche quando il soggetto è in movimento. La qualità rimane ottima grazie all’aggiornamento degli algoritmi HDR+ e di machine learning utilizzati da Google per realizzare le fotografie notturne.

Con il nuovo aggiornamento della Google Camera su Pixel 6 sarà possibile scegliere il tempo di scatto dedicato alla foto notturna, in modo da restringere al massimo il periodo di scatto nel caso in cui il soggetto da fotografare è in leggero movimento.

Insomma, ancora una volta riusciamo ad apprezzare la strategia di Google per il comparto fotografico dei suoi smartphone, i quali diventano più performanti con un semplice aggiornamento dell’app Fotocamera. L’update appena descritto per la Google Camera dovrebbe arrivare tramite il solito rollout automatico attraverso il Play Store.

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Google Camera si aggiorna: le foto notturne rapide anche su Pixel 6

Google Play Games su PC arriverà in Europa nei prossimi mesi

Da più di un anno si parla di Google Play Games su PC, l’applicazione di BigG che permetterà di giocare ai titoli Android su PC con sistema operativo Windows: il servizio è ormai in beta da diverso tempo, ma solo in alcune nazioni (Italia esclusa), ma finalmente sono in arrivo tante interessanti novità.

La più importante riguarda sicuramente la disponibilità della piattaforma: Google ha annunciato che Google Play Games su PC arriverà presto anche in Europa e Giappone. BigG non ha parlato esplicitamente dell’Italia, ma si è limitata a dire che il servizio “si espanderà in Giappone e nei paesi europei nei prossimi due mesi“.

Oltre a questo, Google ha annunciato che nuovi titoli entreranno a far parte del catalogo di Play Games su PC: stiamo parlando Garena Free Fire, battle royale disponibile solo su mobile, Ludo King e il MMORPG MapleStory M. Arriveranno presto anche Next Generation Player ID, ovvero degli identificatori che saranno cross-platform e che permetteranno ai videogiocatori di utilizzare lo stesso nome utente sul dispositivo Android e sul computer.

Le restanti novità riguardano soprattutto gli sviluppatori e come questi possono ottimizzare i propri giochi per essere ben riprodotti anche su PC. Tra queste, vale la pena citare il nuovo emulatore per sviluppatori progettato appositamente per effettuare debug e build dei giochi, che inoltre permette ai developer di effettuare rapidamente il sideload dei file APK.

Per gli sviluppatori interessati a Google Play Games su PC, consigliamo di dare uno sguardo alla documentazione aggiornata del servizio, che trovate a questa pagina e che spiega con precisione quali requisiti un gioco deve rispettare per poter diventare compatibile con questo “nuovo” servizio di BigG.

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Google Play Games su PC arriverà in Europa nei prossimi mesi

Google lancia un nuovo servizio VPN: ecco cosa devi sapere

Google ha recentemente lanciato un nuovo servizio VPN, disponibile per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. In questo articolo, analizzeremo i principali aspetti di questo nuovo servizio VPN, tra cui sicurezza, privacy e prestazioni.

Cos’è la VPN di Google?

La VPN di Google è un servizio VPN disponibile esclusivamente per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. La VPN di Google consente agli utenti di proteggere la propria privacy e la propria connessione Internet, fornendo una connessione sicura a Internet tramite un server VPN.

Come funziona la VPN di Google?

La VPN di Google funziona collegando il dispositivo dell’utente a un server VPN remoto tramite una connessione crittografata. Una volta collegato al server VPN, il traffico Internet dell’utente viene crittografato e il suo indirizzo IP viene nascosto, proteggendo la privacy dell’utente e impedendo a terze parti di monitorare la sua attività online.

Quali sono i vantaggi della VPN di Google?

La VPN di Google offre una serie di vantaggi, tra cui la protezione della privacy e della sicurezza online, l’accesso a contenuti geograficamente limitati e l’aumento della velocità di connessione.

Quanto costa la VPN di Google?

La VPN di Google è disponibile solo per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. Il costo di Google One inizia da $ 1,99 al mese per 100 GB di spazio di archiviazione e l’accesso alla VPN di Google è incluso in tutti i piani di Google One.

Quali sono le opzioni di server disponibili nella VPN di Google?

Attualmente, la VPN di Google offre server in oltre 50 paesi in tutto il mondo.

La VPN di Google tiene traccia della mia attività online?

No, Google afferma che la VPN di Google non tiene traccia della tua attività online o delle informazioni sui siti web che visiti mentre utilizzi il servizio.

Come posso iniziare a utilizzare la VPN di Google?

Per iniziare a utilizzare la VPN di Google, devi essere un utente di Google One. Una volta che hai effettuato l’accesso a Google One, puoi attivare la VPN di Google dalle impostazioni dell’app Google One.

La VPN di Google rallenterà la mia connessione Internet?

Mentre l’utilizzo di una VPN può ridurre la velocità della connessione Internet, Google afferma che la sua VPN è progettata per essere veloce e non influire significativamente sulla velocità di connessione.

È possibile utilizzare la VPN di Google su più dispositivi?

Sì, la VPN di Google può essere utilizzata su un massimo di cinque dispositivi contemporaneamente.

La VPN di Google è sicura?

Google afferma che la VPN di Google utilizza una crittografia di livello militare per proteggere i dati degli utenti e offre una protezione avanzata contro le minacce online, come phishing e malware. Tuttavia, è importante notare che nessuna VPN può garantire al 100% la sicurezza

Oltre alla sicurezza, privacy e prestazioni, ci sono altri fattori da considerare quando si utilizza una VPN, come la compatibilità con diversi dispositivi e la politica di registrazione dei dati. Fortunatamente, la VPN di Google sembra essere una scelta solida per gli utenti che cercano una VPN affidabile e facile da usare.

La VPN di Google offre un’ampia compatibilità con diversi dispositivi, tra cui computer desktop e portatili, smartphone Android e iOS e tablet. Inoltre, è possibile utilizzare la VPN di Google su un massimo di cinque dispositivi contemporaneamente, il che la rende una scelta ideale per famiglie o gruppi di utenti.

In termini di politica di registrazione dei dati, Google afferma che la VPN di Google non registra la cronologia di navigazione dell’utente o altre informazioni personali identificabili. Tuttavia, Google raccoglie alcune informazioni di base sull’utilizzo della VPN, come il volume di dati utilizzati e la durata della connessione, al fine di migliorare il servizio.

La VPN di Google sembra anche offrire una buona esperienza utente, con un’interfaccia semplice e intuitiva e un processo di installazione e configurazione rapido e facile. Inoltre, la VPN di Google sembra essere veloce e affidabile, con server in oltre 50 paesi in tutto il mondo per garantire una connessione veloce e stabile.

Tuttavia, come con qualsiasi servizio VPN, è importante considerare anche i potenziali svantaggi. Ad esempio, alcune VPN possono essere bloccate da servizi di streaming come Netflix e Hulu, rendendo impossibile guardare contenuti geograficamente limitati. Inoltre, alcune VPN possono anche avere un impatto sulla velocità di connessione, specialmente durante l’uso di attività ad alta larghezza di banda come lo streaming video o i giochi online.

In definitiva, la VPN di Google sembra essere una scelta solida per gli utenti di Google One che cercano una VPN facile da usare e affidabile. Con una vasta gamma di server in tutto il mondo, un’ampia compatibilità con diversi dispositivi e una politica di registrazione dei dati trasparente, la VPN di Google sembra essere una scelta ideale per gli utenti che cercano una VPN sicura e affidabile. Tuttavia, come con qualsiasi servizio VPN, è importante fare la propria ricerca e considerare attentamente i potenziali vantaggi e svantaggi prima di decidere se la VPN di Google è giusta per te.


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Google lancia un nuovo servizio VPN: ecco cosa devi sapere

Ecco quanti Pixel Watch sono stati spediti da Google nell’ultimo trimestre del 2022

Durante lo scorso ottobre, Google ha lanciato il suo primo smartwatch: parliamo di Pixel Watch, un dispositivo piuttosto atteso dagli utenti e che, stando ai primi numeri relativi alle spedizioni, sembra aver anche raggiunto un certo successo. Secondo un rapporto di Canalys, infatti, Google, nell’ultimo trimestre del 2022, avrebbe spedito circa 4 milioni di smartwatch, tra cui 880.000 unità di Pixel Watch. A riguardo, nelle unità spedite dal colosso di Mountain View sono conteggiati anche i dispositivi FitBit.

Un dato piuttosto positivo, ovviamente superato da quello registrato da Samsung, da più tempo protagonista in questo segmento di mercato. Difatti, il marchio coreano ha spedito 2,9 milioni di dispositivi indossabili, anche se non ha fornito i dati specifici di ogni modello, tra cui l’ultimo Galaxy Watch 5. A superare persino il produttore asiatico, poi, ci ha pensato Apple. La società di Cupertino, nell’ultimo trimestre del 2022, ha spedito 13,8 milioni di Apple Watch.

Dunque, Apple e Samsung continuano a registrare numeri importanti, tuttavia Google si difende bene, anzi, considerando che Pixel Watch è stato lanciato pochi mesi fa, prossimamente potrebbe raggiungere vette ancora più alte. Una delle strade per raggiungere un successo più ampio, ad esempio, può essere rappresentata dagli aggiornamenti di cui già sta beneficiando il dispositivo. A questo proposito, l’ultimo pacchetto ha consentito di implementare nello smartwatch la funzione “Fall Detection”, ovvero l’opzione che permette allo smartwatch di monitorare il rilevamento delle cadute.

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Ecco quanti Pixel Watch sono stati spediti da Google nell’ultimo trimestre del 2022

Google rilascia Android 14 DP2: quante novità!

I lavori in casa Android non si fermano mai: Google prosegue senza sosta il lavoro di sviluppo e test della nuova versione del robottino verde. Nelle ultime ore BigG ha rilasciato la seconda Developer Preview di Android 14.

Sappiamo che tale versione di test è disponibile solo per gli smartphone di casa Google. A differenza della prima Developer Preview, questa DP2 di Android 14 sembra includere un numero di novità maggiore. Andiamo a vederle insieme:

Nella seconda DP di Android 14 troviamo importanti riferimenti a Emoji Lab. Si tratta sostanzialmente di un tool integrato direttamente nel Pixel Launcher con il quale sarà possibile creare degli sfondi totalmente personalizzati. Come vedete dagli screenshot qui sotto, sarà possibile scegliere un base per lo sfondo e poi aggiungere elementi grafici.

Arrivano delle nuove opzioni tra le Impostazioni di Android 14. Tra quelle più interessanti troviamo la possibilità di personalizzare le unità di misura, il primo giorno della settimana e il formato numerico di tutto ciò che viene visualizzato sullo smartphone.

Sempre tra le Impostazioni troviamo una nuova sezione denominata NFC launch, per la quale al momento non sono inclusi dettagli sul funzionamento. Inoltre, troviamo anche un aggiornato effetto di animazione alla pressione delle varie voci nelle Impostazioni, per il quale si vedrà un alone con gli angoli arrotondati in corrispondenza della sezione selezionata.

Novità simili le troviamo anche per il posizionamento dell’opzione per personalizzare l’attivazione delle gesture o dei pulsanti di navigazione. Questa ora si trova all’interno del menù Display delle Impostazioni di Android 14.

Infine, è stato aggiornato anche la sezione Privacy all’interno delle Impostazioni. Troviamo un nuovo badge per la corretta verifica di sicurezza, e l’unificazione delle impostazioni aggiuntive all’interno della sezione Privacy.

Arriva l’ampiamente preannunciata nuova visualizzazione dell’anteprima degli sfondi di sistema, quella che prevede la visualizzazione dell’anteprima di sfondo a tutto schermo. Questa opzione sarà disponibile sicuramente con il Pixel Launcher di Google.

Oltre a questo, il popolare widget At a Glance di Google offre la possibilità di visualizzare le informazioni su una singola riga, invece che su due righe. Qui sotto trovate un esempio pratico.

Si tratta forse di una delle novità più interessanti di questa DP di Android 14. Torna la possibilità di impostare l’emulazione del LED di notifica, un componente che era presente sulla stragrande maggioranza dei dispositivi Android di qualche anno fa.

L’opzione implementata da Google si trova nel menù Accessibilità e permetterà di abilitare il flash alla ricezione di notifiche. In caso di abilitazione e attivazione del flash anche lo switch associato alla torcia verrà evidenziato per segnalare all’utente la ricezione di una nuova notifica.

Google ha implementato la gesture predittiva, ovvero l’anteprima dell’interfaccia quando si effettua la gesture per tornare indietro. Come vedete dal breve video qui sotto, questa opzione è utile per capire in quale schermata si tornerà completando la gesture per tornare indietro.

Con la nuova DP di Android 14 Google ha anche aggiornato il player multimediale. Nello specifico è stata aggiornata l’animazione quando si interagisce con il player dalla schermata di blocco, così come sono state aggiornate le animazioni alla pressione dei pulsanti del player.

Nello stesso contesto, all’interno del menù che raccoglie i dispositivi di riproduzione ora troviamo anche gli speaker e gli altri dispositivi abilitati alla riproduzione che si trovano nelle vicinanze.

Con Android 14 sarà possibile personalizzare l’orologio nella schermata di blocco, questo ormai sembra certo. Con la DP2 l’opzione per la personalizzazione è già stata implementata, anche se ancora non risulta attiva e funzionante.

Con la nuova DP di Android 14 arriva un particolare tema monocromatico con il Material You. Finora siamo stati abituati a vedere personalizzazioni del tema basate su tonalità coerenti con lo sfondo di sistema. Con questo nuovo tema invece vediamo delle tonalità bianca e nera, molto semplici. Si tratta di un tema introdotto nell’ambito dell’Accessibilità, pensato soprattutto per gli utenti con difficoltà visive.

La seconda Developer Preview di Android 14 è disponibile al download e all’installazione sui Pixel supportati, ovvero su Pixel 7 Pro, Pixel 7, Pixel 6a, Pixel 6 Pro, Pixel 6, Pixel 5a 5G, Pixel 5 o Pixel 4a (5G). L’installazione prevede il download del pacchetto corrispondente al proprio modello e all’installazione manuale. Trovate maggiori dettagli sui link di download e istruzioni di installazione a questo link.

Vi ricordiamo che questa DP2 è l’ultima Developer Preview prevista per Android 14. Ad aprile dovrebbe infatti arrivare la prima beta pubblica. Abbiamo parlato di versioni previste e tempistiche di rilascio in questo articolo.

Parallelamente ad Android 14, vi ricordiamo che il programma beta QPR di Android 13 va avanti. Trovate maggiori dettagli su come entrare nella beta di Android nella nostra guida dedicata.

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Google rilascia Android 14 DP2: quante novità!

Come controllare Xbox con l’app Google Home

Sappiamo bene che Google è attualmente al centro del settore smartphone Android, grazie ai suoi dispositivi hardware e grazie ai suoi prodotti software e app. Tra queste troviamo Google Home, la piattaforma per gestire la domotica.

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Nelle ultime ore sono emerse delle importanti novità proprio per Google Home. Microsoft ha infatti rilasciato un nuovo aggiornamento per Xbox, le sue popolari console di gioco, per implementare la piena compatibilità proprio con Google Home.

Questa compatibilità appena implementata riguarda la possibilità di controllare in modalità remota la Xbox attraverso l’app Google Home. Questa modalità di controllo è disponibile da tempo per la gestione di dispositivi Android TV o Google TV attraverso l’app Google Home su smartphone.

La modalità di controllo remoto per Xbox dall’app Google Home offrirà la possibilità di spostarsi nell’interfaccia grafica tramite le frecce, tornare indietro, recarsi nella sezione Home, controllare il volume, navigare attraverso un pad sull’app e controlli multimediali standard. Altri interessanti controlli sono la possibilità di disattivare rapidamente l’audio e quella di registrare una clip di gioco.

Nel distribuire la novità, Microsoft ha riferito di averla sviluppata in collaborazione con Google. L’utilizzo della nuova funzionalità è abbastanza semplice. Andiamo a vedere come controllare la Xbox in remoto con l’app Google Home:

  1. Aprire l’app Google Home.
  2. Nella sezione Dispositivi controllare che sia elencata la propria Xbox. Se non fosse presente sarà necessario aggiungerla tramite il collegamento Aggiungi dispositivo.
  3. Accedere alla Xbox dalla sezione Dispositivi dell’app Google Home.
  4. Si dovrebbe visualizzare il telecomando per il controllo remoto con tutte le opzioni descritte sopra.

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Come controllare Xbox con l’app Google Home

Su Google Foto sarà possibile fare il backup della cartella protetta

Google sta continuando a lavorare per arricchire le sue applicazioni di nuove funzionalità. Tra i software interessati, si può annoverare sicuramente Google Foto. In particolare modo, c’è un’impostazione dell’app che sta ricevendo un interessante update: si tratta della “Cartella protetta”, ovvero una cartella protetta da password e che può nascondere, quindi, foto e libreria dalla libreria. Tra l’altro, una delle caratteristiche di questa opzione è che i file inseriti nella cartella non sono soggetti a backup nel cloud sul proprio account Google.

Questo dettaglio ha causato alcuni problemi agli utenti che, di conseguenza, hanno perso foto e video durante la formattazione del loro dispositivo oppure durante il passaggio ad un nuovo modello. Tuttavia, questa criticità dovrebbe essere superata a breve grazie all’aggiornamento dell’app per Android (versione 6.23). Nel dettaglio, è stata aggiunta un’impostazione dedicata proprio al backup di foto e video dalla Cartella protetta al cloud.

La nuova impostazione, però, è nascosta nell’app e dunque ancora non risulta accessibile a tutti gli utenti. A riguardo, si può ipotizzare che prossimamente questa opportunità verrà resa disponibile a tutti. Insomma, Google sembra aver finalmente risolto un problema che diversi utenti avevano evidenziato in passato. Infine, sempre relativamente a Google Foto, l’azienda recentemente ha deciso di semplificare alcune impostazioni. Tra le novità, la modifica dei nomi di alcune sezioni, come ad esempio “Dimensioni di caricamento” ora nota come “Qualità backup”.

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Su Google Foto sarà possibile fare il backup della cartella protetta

“La fotocamera è la prossima tastiera”: IA e ricerche online secondo Google

AGI – La battaglia tra ChatGpt (integrato in Bing) e Bard (creatura di Google in fase di test) ha fatto capire quanto l’intelligenza artificiale sarà centrale nelle ricerche online. Cioè nel modo in cui accediamo a gran parte delle informazioni. Le applicazioni – per ora – utilizzano le parole scritte. 

Ma il futuro delle ricerche potrebbe essere molto diverso, multiplo. O almeno è quanto ha dichiarato Google durante la presentazioni, da Parigi, di nuove funzionalità legate alle ricerche. “Siamo nell’era della ricerca visuale”, ha affermato Prabhakar Raghavan, senior vice president di Google. Anzi, di più: “La fotocamere è la prossima tastiera”. Scatti, clicchi, cerchi, con il pieno supporto dell’intelligenza artificiale.

La ricerca diventa multipla

I prodotti presentati confermano la centralità dell’immagine, con un ruolo essenziale di Lens, e danno un assaggio di quanto l’intelligenza artificiale potrà cambiare il modo di cercare informazioni online. Google ha infatti rivelato la Ricerca multipla. Già oggi è possibile fare ricerche, oltre che con le parole, anche con le immagini. Adesso Big G mescola e ambisce a moltiplicare le possibilità. 

Esempio pratico: scattiamo la foto di un abito visto in vetrina oppure nell’armadio di un’amica. Bello, solo che sarebbe meglio di un altro colore. Basta caricare l’immagine e aggiungere “verde” ed ecco che nei risultati di ricerca compariranno quell’abito o abiti simili di colore verde. E così anche per la foto di uno sgabello che preferiremmo con seduta rettangolare anziché rotonda. O con il pattern di un tappeto, che però sarebbe perfetto per le tende della camera da letto. 

Visto che la funzionalità ha evidenti applicazioni commerciali (potrei voler comprare quel vestito verde con un tap), sarà presto disponibile anche l’opzione “vicino a me”, che restringe la ricerca multipla alle attività poco distanti. A breve arriverà anche “Search screen”, che permette di attivare la ricerca multipla su qualsiasi cosa compaia in un’immagine online: una bicicletta, un armadio, il monumento alle spalle di vostro fratello nella foto che vi ha inviato. Lens identifica l’oggetto e permette di iniziare la ricerca e saperne di più. Insomma, come ha sottolineato Elizabeth Reid, vice president e gm di Google Search, “se puoi vederlo, puoi cercarlo”.

Mappe immersive

Il ruolo dell’intelligenza artificiale sta diventando centrale anche nelle Mappe. La prima novità si chiama Visualizzazione immersiva. Utilizzando l’IA e la computer vision, fonde miliardi di immagini di Street View e immagini aeree per creare un modello digitale dettagliato. Città, quartieri ed edifici si possono guardare dal basso, dall’alto e – altra novità – dall’interno.

Sempre grazie alle ricostruzioni visive, l’utente potrà “entrare” all’interno di bar, ristoranti e negozi. Visualizzazione immersiva è pronta per essere lanciata in una manciata di grandi città nel mondo. Entro pochi mesi, toccherà anche alle prime italiane: Firenze e Venezia.

Live View è invece una nuova modalità di ricerca che si potrebbe descrivere come uno Street View potenziato. Oggi Maps permette di individuare punti d’interesse, bar, bancomat. Live View fa lo stesso, ma dal vivo. Cioè inquadrando la strada che abbiamo davanti.

Un’applicazione di realtà aumentata che fonde i classici segnaposto e le informazioni disponibili sulle Mappe con porte e insegne analogiche. Insomma: se ne avete voglia, Live View potrebbe abolire la richiesta di indicazioni agli sconosciuti. Per ora, niente Italia: è disponibile a Londra, Los Angeles, New York, Parigi, San Francisco e Tokyo. Lo sarà presto a Barcellona, Dublino e Madrid.

La stessa funzionalità può essere sfruttata nei luoghi chiusi grandi e che non si conoscono. Live View è una guida in realtà aumentata che Google ambisce a portare in un migliaio tra aeroporti, stazioni ferroviarie e centri commerciali, per ora a Barcellona, Berlino, Francoforte, Londra, Madrid, Melbourne, Parigi, Praga, San Paolo, Singapore, Sydney, Taipei e Tokyo.

Durante la presentazione di Parigi sono state svelate anche nuove funzionalità per i veicoli elettrici e una modalità di visualizzazione del proprio percorso, che permette di avere una visuale completa e più ampia in un unico colpo d’occhio. 

Ricerche e IA: è solo l’inizio

Proprio mentre ChatGpt e Bard-Lamda concentrano l’attenzione sulle parole, Google rilancia: le ricerche non sono solo lettere. Sono anche immagini. E l’intelligenza artificiale è qui non solo per potenziare i singoli strumenti ma per crearne di nuovi dalla mescolanza di informazioni, e-commerce, navigazione, traduzione e tanto altro. “Le ricerche online hanno 25 anni”, ha ricordato Raghavan. “La loro storia è appena iniziata”.

 


“La fotocamera è la prossima tastiera”: IA e ricerche online secondo Google

Bard, la risposta di Google a ChatGPT

AGI – Google ha annunciato il lancio del proprio robot specializzato nella conversazione, chiamato Bard, in fase di test, a pochi mesi dall’arrivo di ChatGPT, il software della startup americana OpenAI.

1/ In 2021, we shared next-gen language + conversation capabilities powered by our Language Model for Dialogue Applications (LaMDA). Coming soon: Bard, a new experimental conversational #GoogleAI service powered by LaMDA. https://t.co/cYo6iYdmQ1

— Sundar Pichai (@sundarpichai) February 6, 2023

“Bard mira a combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con la potenza, l’intelligenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici”, ha spiegato Sundar Pichai, amministratore delegato di Alphabet, la società madre di Google, citato in un comunicato.  

Pichai ha dichiarato che l’intenzione è di rendere Bard disponibile al pubblico “nelle prossime settimane” e attingerà alle informazioni dal web “per fornire risposte fresche e di alta qualità”. Bard si basa su LaMDA, il sistema Language Model for Dialogue Applications dell’azienda, ed è in fase di sviluppo da diversi anni.


Bard, la risposta di Google a ChatGPT

Google rilascia le patch Android di febbraio: Pixel e Galaxy Note 20 in prima fila

Conosciamo la bene la cura con la quale Google supporta Android e i suoi smartphone sul mercato. Ogni mese infatti arriva un nuovo aggiornamento di sicurezza, le cosiddette patch che coinvolgono anche i modelli Android degli altri produttori.

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Con il mese di febbraio appena iniziato viene avviata la distribuzione delle patch di sicurezza Android aggiornate. Queste sono accompagnate dal consueto bollettino di sicurezza redatto da Google. BigG riferisce che con le nuove patch vengono risolte molteplici vulnerabilità di sicurezza che interessano il framework, il sistema e il framework multimediale di Android. Altre vulnerabilità sono state risolte a livello di kernel Android.

Parallelamente a queste novità tecniche, Google avvia il rilascio del nuovo aggiornamento software di sicurezza per i suoi Pixel. In queste ore infatti tutti i suoi modelli supportati, ovvero le serie serie Pixel 4a, Pixel 5, Pixel 5a, Pixel 6, Pixel 6a e Pixel 7, stanno ricevendo il nuovo update di sicurezza.

Si tratta della build TQ1A.230205.002 la quale, oltre a introdurre i fix di sicurezza menzionati sopra, introduce la risoluzione di alcuni bug che coinvolgevano la funzionalità Clear Calling dei Pixel 7 e altri problemi minori di connettività.

Ma i Pixel di Google non sono gli unici ad aggiornarsi. Nelle ultime ore infatti anche Galaxy Note 20 ha iniziato a ricevere il nuovo update di febbraio. Il modello in fase di aggiornamento è quello con processore Exynos, ovvero la variante venduta anche in Italia. Questa sta ricevendo il nuovo firmware N98xBXXS5GWB1.

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Google rilascia le patch Android di febbraio: Pixel e Galaxy Note 20 in prima fila

Meglio tardi che mai: Google pensa alla personalizzazione della lockscreen

Da un paio d’anni abbiamo visto Google investire particolari sforzi nel rinnovamento grafico di Android, culminati con l’introduzione del Material You che abbiamo visto in Android 13. Per gli smartphone con il robottino verde potrebbero arrivare ulteriori novità in questo senso.

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Stiamo parlando di un aspetto che ancora non è stato reso particolarmente personalizzabile da Google, ovvero quello della schermata di blocco e delle opzioni che troviamo in questa sezione. Dall’ultima beta QPR di Android 13 sono infatti emersi degli importanti riferimenti a riguardo.

Gli screenshot che trovate nella galleria in basso sono stati condivisi da Mishaal Rahman, il quale è riuscito ad accedere all’interfaccia grafica che permette la personalizzazione delle scorciatoie presenti nella schermata di blocco di Android 13. Questa funzionalità potrebbe essere introdotta in futuro e costituirebbe un’assoluta novità, almeno per coloro che hanno un Pixel con Android stock.

Attualmente infatti Google non permette di personalizzare le scorciatoie che vengono mostrate nella schermata di blocco. Con Android 13 al momento è possibile soltanto attivare la scorciatoia, posta in basso a sinistra, che permette di accedere a Google Wallet e quella, posta in basso a destra, che permette di accedere alla domotica di Google Home.

Questa nuova funzionalità sarà invece accessibile attraverso la sezione Sfondi e stili del Pixel Launcher e permetterà di scegliere tra le opzioni disponibili nelle scorciatoie la possibilità di avviare la fotocamera, la torcia, o di attivare la modalità Non disturbare. Non sembra che sarà possibile aggiungere più di due scorciatoie.

Rahman, attraverso il breve video che trovate qui in basso, ha anche mostrato che per accedere a specifiche scorciatoie, come l’attivazione della torcia, sarà necessario apporre una pressione prolungata in modo da evitare attivazioni accidentali nella tasca. Questo è quanto avviene ad esempio su iPhone.

Ancora non vi è alcuna garanzia che quanto appena visto verrà presto implementato in Android. L’avanzamento dello sviluppo però fa ben sperare. Con questa mossa Google potrebbe finalmente allinearsi con gli altri produttori, come Apple ad esempio, che da tempo offrono tale personalizzazione e con la filosofia che da sempre ha caratterizzato lo stesso Android.

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Meglio tardi che mai: Google pensa alla personalizzazione della lockscreen

Google si concentrerà maggiormente sui Pixel, parola di Pichai

Ieri Alphabet ha annunciato i risultati economici del quarto trimestre del 2022, e per l’occasione il capo dell’azienda Sundar Pichai ha commentato che i dispositivi Pixel (come aggiornarli con file OTA) stanno vivendo un periodo di grande slancio

Anzi, il manager si è spinto oltre, affermando che l’azienda ha intenzione di migliorare l’economia dell’hardware e concentrarsi maggiormente sulla linea Pixel. Più Pixel, quindi, un mantra che Pichai ripete da diversi mesi.

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Ma andiamo con ordine. Alla chiamata degli utili di ieri, il gigante della ricerca ha dichiarato 76 miliardi di dollari di ricavi (+1% rispetto allo stesso periodo del 2021, 75.3 miliardi), con un utile operativo di 18,16 miliardi di dollari e un utile netto di 13,62 miliardi di dollari (rispetto ai 20,64 miliardi di dollari di un anno fa). Per fare un confronto, Alphabet ha registrato un fatturato di 69,1 miliardi di dollari e un utile netto di 13,91 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre.

Quindi un leggero aumento delle entrate a fronte di una riduzione sostanziale dell’utile netto., se confrontato anno su anno. 

In questo scenario, l’azienda di Mountain View ha dichiarato che le vendite combinate del Play Store e le entrate non pubblicitarie di YouTube (ovvero gli abbonamenti) hanno registrato 8,79 miliardi di dollari per il quarto trimestre del 2022 rispetto agli 8,16 miliardi di dollari dello stesso trimestre dell’anno scorso.

Alphabet non distingue le vendite hardware da quelle del Play Store, ma Pichai ha dichiarato che le vendite dei Pixel stanno vivendo un momento di grande slancio, anzi, i Pixel 6a, 7 e Pro sono la generazione di Pixel meglio venduta di sempre, e hanno guadagnato fette di mercato in ogni Paese in cui sono state lanciate. 

C’è da notare che Google ha ampliato la disponibilità dei telefoni quest’anno, lanciandoli anche in Danimarca, Olanda, Norvegia e Svezia, che porta a 17 il totale dei Paesi in cui i Pixel sono ora disponibili. 

Per commentare la notizia, Pichai è andato oltre, e ha confermato quanto detto in precedenza, ovvero che si concentreranno sempre più sui dispositivi Pixel. E Pixel Watch, che non ha visto un lancio così diffuso nonostante le grandi aspettative?

Secondo Pichai, che non si è dilungato sull’argomento, il dispositivo rientra nel contesto dei consumatori che pensano oltre i telefoni e ha affermato che l’orologio rientra nell’integrazione di Fitbit per portarlo nel loro ecosistema, oltre alla collaborazione con Samsung con Wear OS. 

Insomma, non si conoscono i piani dell’azienda a riguardo, ma probabilmente è presto per dare dei giudizi

C’è un altro punto su cui Pichai ultimamente insiste spesso e che ha ripreso anche in questa occasione. È vero che Google ha intenzione di investire sempre più nel proprio hardware, ma anche nel software esclusivo

Questo, secondo Pichai, è proprio quello che distingue i Pixel dalla concorrenza, citando Magic Eraser e Photo Unblur ad esempio come funzioni esclusive, e probabilmente sono solo l’inizio di una componente riservata ai dispositivi dell’azienda. 

Nel complesso, Pichai ha affermato che il portafoglio computazionale è incredibilmente importante e consente a Google di investire e portare avanti l’innovazione.

Quindi Pixel e software. Ma c’è un terzo punto su cui Pichai insiste spesso, ed è la gestione delle spese. Il manager non ha mai avuto paura di tagliare (o licenziare) e in quest’ultimo anno ha ripetuto più volte che la gestione dell’economia aziendale deve essere migliorata. Anche in questa occasione, Pichai ha quindi affermato che stanno lavorando per migliorare l’economia dell’hardware e sulla loro struttura complessiva dei costi.

È difficile leggere tra le righe le implicazioni di queste affermazioni nel grande disegno dell’azienda, vista l’abitudine a scelte erratiche e a volte poco comprensibili, ma sembra sempre più chiaro che Pichai voglia orientarsi su pochi prodotti e su quello che riesce loro meglio: funzioni intelligenti.

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Google si concentrerà maggiormente sui Pixel, parola di Pichai

Google ha pubblicato manuali di riparazione per Pixel 7 e 7 Pro, ma solo in Francia

Lo scorso luglio Google pubblicò in Francia una guida dettagliata sulla riparazione di Pixel 6a. Ora, sempre nel Paese transalpino, la società ha diffuso i manuali di riparazione di Pixel 7 e 7 Pro. Tuttavia, questi documenti non sono raggiungibili dagli utenti degli altri Paesi: sono, dunque, limitati alla Francia.

Nel dettaglio, questi manuali spiegano “come provare a risolvere i problemi che stai riscontrando con il tuo telefono e per ripararlo”. Hanno lo scopo di fornire, quindi, istruzioni dettagliate su come “riparare un telefono Pixel danneggiato utilizzando parti originali; smonta il tuo telefono Pixel e rimontalo; rimuovere e sostituire le parti; prolunga la vita del tuo telefono e proteggi l’ambiente”.

Google, tra l’altro, prima di accedere alle guide, evidenzia che “Riparare il tuo dispositivo da solo potrebbe metterti a rischio per la tua sicurezza o danneggiare il tuo dispositivo. Raccomandiamo che solo riparatori professionisti indipendenti e utenti con esperienza tecnica adeguata riparino il proprio telefono da soli”. I manuali risultano abbastanza dettagliati – quello per Pixel 7 è di 173 pagine mentre quello per il 7 Pro arriva a 197 – e includono diagrammi ed immagini riguardanti i processi di montaggio e smontaggio. Inoltre, una sezione è dedicata ai problemi comuni per i vari componenti.

Dall’inizio del 2021, la Francia ha richiesto ai produttori di smartpone, laptop e TV di fornire un indice di riparabilità. Si tratta di un punteggio fino a 10 che viene fornito dagli stessi produttori in base al grado di riparabilità dei propri dispositivi.

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Google ha pubblicato manuali di riparazione per Pixel 7 e 7 Pro, ma solo in Francia