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Vivo sfida Samsung sui pieghevoli: le specifiche di X Fold 2 e X Flip
Negli ultimi anni abbiamo il settore degli smartphone pieghevoli allargarsi di molto, con Samsung che rappresenta il punto di riferimento in quanto è stato il primo produttore a lanciare modelli sul mercato consumer. Ora nello stesso segmento troviamo anche altre aziende pronte a competere.
Tra queste troviamo sicuramente Vivo, l’azienda cinese che negli ultimi tempi ha fatto sentire la sua presenza nel mercato italiano. Sappiamo infatti che prossimamente Vivo lancerà la nuova generazione di pieghevoli, Vivo X Fold 2 e X Flip.
Vivo dovrebbe dunque mantenere la stessa filosofia di Samsung in termini di modelli di pieghevoli disponibili sul mercato. Proprio a proposito di questi nuovi dispositivi che si scorgono all’orizzonte sono emersi i primi dettagli sulle ipotetiche specifiche tecniche. Per quanto riguarda Vivo X Fold 2 ecco cosa sappiamo:
- Display:
- Principale: 8,03″, 2.160 × 1.916 pixel, 360 ppi, HDR10+, refresh rate fino a 120 Hz
- Secondario: 6,53″, 2.520×1.080 pixel, 420ppi
- Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Gen2
- RAM: 12 GB LPDDR5X
- Storage interno: 256 GB/512 GB, UFS 4.0
- Fotocamera posteriore:
- Principale: 50 megapixel, f/1.75
- Grandangolo: 12 megapixel, 108°, f/2.0
- Telephoto: 12 megapixel
- Fotocamera anteriore: 16 megapixel
- Sicurezza: sensore d’impronte digitali nel display
- Batteria: 4.800 mAh con ricarica rapida a 120W, ricarica wireless a 50W
- Dimensioni: 161,3 mm × 73,4 mm × 13 mm (6-6,7 mm quando aperto)
- Peso: 280 grammi
Questo è dunque quanto ci attende per il modello più performante e probabilmente più costoso. Andiamo invece a vedere le presunte specifiche di Vivo X Flip:
- Display:
- Principale: 6,74″, 2.520×1.080 pixel, 406 ppi, HDR10+, refresh rate fino a 120 Hz
- Secondario: 3″
- Processore: Qualcomm Snapdragon 8+ Gen1
- RAM: 12 GB LPDDR5X
- Storage interno: 256 GB/512 GB, UFS 3.1
- Fotocamera posteriore:
- Principale: 32 megapixel, f/1.75
- Grandangolo: 12 megapixel, 108°, f/2.2
- Fotocamera anteriore: 32 megapixel
- Sicurezza: sensore d’impronte digitali nel display
- Batteria: 4.400 mAh con ricarica rapida a 44W
- Dimensioni: 166,4 mm × 75,3 mm × 8,2 mm
- Peso: 200 grammi
Quindi appare chiaro che Vivo è pronta a lanciare due alternative analoghe a quelle di Samsung nel settore pieghevoli. Il lancio per il mercato cinese avverrà il prossimo 20 aprile. Staremo a vedere se poi la commercializzazione si estenderà anche al mercato europeo.
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Vivo sfida Samsung sui pieghevoli: le specifiche di X Fold 2 e X Flip
Samsung cambia strategia e sfida ancora Apple
Samsung è sicuramente tra gli attori principali del mercato smartphone, grazie alla sua presenza in ogni segmento di mercato, compreso quello dei tablet.
Nelle ultime ore i piani di Samsung hanno tenuto degli importanti incontri, andando a definire la strategia di Samsung per il prossimo anno e probabilmente per quelli immediatamente a venire. Il tutto si concentra in una maggiore attenzione alla qualità, senza focalizzarsi troppo sulla riduzione dei costi.
Nello specifico, il vicepresidente di Samsung Electronics Han Jong-hee ha esplicitamente riferito di “pensare a modi per rafforzare la competitività degli smartphone senza farsi prendere troppo dalla riduzione dei costi“. Questo lascia intedere che la dirigenza Samsung ha tracciato una via per cui l’azienda deve rafforzare la competitività sui segmenti di smartphone di fascia alta, quelli che sono caratterizzati da maggior qualità, e trascurare in misura maggiore i segmenti che riguardano fasce di prezzo più basse.
Questo ci sembra dunque un chiaro segnale di maggiore competitività nei confronti di Apple, che da sempre è attiva nella fascia altissima del mercato smartphone. Questo dovrebbe portare Samsung a surclassare i rivali che invece sono attivi nella fascia media e bassa del mercato smartphone.
Questo segna anche una sorta di crocevia per Samsung. L’azienda da diversi anni si è dimostrata particolarmente attiva nella fascia media del mercato, con tanti modelli della serie Galaxy A che le hanno permesso di competere nell’affollata corsa presente nel segmento della fascia media.
Con questa nuova strategia Samsung dovrebbe concentrarsi invece maggiormente sulla fascia alta. Questo dovrebbe culminare con lo sviluppo e il lancio di un processore completamente nuovo sviluppato in casa, un po’ come ha fatto Google con il suo Tensor, che dovrebbe arrivare per il 2025.
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Il CEO di Epic Games lancia una nuova sfida ad Apple: ecco cosa ha promesso!
Si apre un nuovo capitolo nell’eterna lotta tra Epic ed Apple.
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Il CEO di Epic Games lancia una nuova sfida ad Apple: ecco cosa ha promesso!
Nella sfida con Musk, Twitter ha già segnato un punto
AGI – Una (prima) importante vittoria per Twitter nella vicenda che vede la piattaforma social contrapposta a Elon Musk per la mancata acquisizione da 44 miliardi.
La corte del Delaware ha stabilito che il processo sarà accelerato: prima udienza a ottobre e sentenza in cinque giorni. I legali di Twitter avevano chiesto che il processo iniziasse a settembre e una sentenza in quattro giorni. La squadra del miliardario texano invece voleva rimandare tutto a febbraio e puntava ad una sentenza in due settimane.
La ragione dell’urgenza? Twitter è una società quotata, ha detto il giudice Kathaleen McCormick della corte del Delaware, e ritardare costituirebbe un potenziale “danno irreparabile per i venditori”. Le ragioni giudiziali si sono fatte sentire anche a Wall Street, dove mercoledì le azioni di Twitter sono salite del 3,44%. Il titolo Tesla, colpito dalla notizia, ha recuperato terreno sul finale di seduta e ha chiuso con un progresso di oltre il 2%.
Twitter sostiene che Musk stia cercando intenzionalmente di annullare l’accordo perché le condizioni del mercato sono peggiorate e l’acquisizione non rientra più nei suoi interessi. Per Andrew Rossman, l’avvocato di Musk, la richiesta di Twitter di un processo a settembre è “completamente ingiustificata” e ha sostenuto che ci sarebbero voluti mesi per analizzare i dati di Twitter e consultare gli esperti.
L’idea poi che l’imprenditore stia cercando di danneggiare Twitter è “assurda”. Rossman ha ricordato che Musk, in questo momento, è il secondo maggiore azionista di Twitter, con una quota di azioni in suo possesso superiore a quella che detiene l’intero consiglio di amministrazione.
Per Bill Savitt, legale di Twitter “l’incertezza causata dalla minaccia di Musk di ritirarsi dall’accordo infligge danni a Twitter ogni ora di ogni giorno”. Musk, sempre secondo Bill Savitt, “sta facendo del suo meglio per denigrare” il social media e per “metterlo in pericolo nel tentativo di svincolarsi dal contratto che ha promesso di onorare”.
Gli avvocati di Musk hanno respinto le accuse, osservando come la società sta ingiustamente premendo per un processo alla “velocità della luce” su un caso che invece richiede una “revisione e un’analisi forense di molti dati” sui bot e sugli account falsi o spam. Bollando quindi la tempistica proposta da Twitter come “assurda”, i legali del patron di Tesla hanno chiesto l’avvio del processo nel 2023. Una richiesta caduta nel vuoto.
Elon Musk lo scorso aprile aveva raggiunto un accordo per l’acquisizione del 100% delle quote del social network per 44 miliardi di dollari, salvo poi ripensarci. Il patron di Tesla aveva deciso di mollare dal momento in cui, secondo la sua tesi, Twitter avrebbe violato “in modo sostanziale” alcune disposizioni del contratto di compravendita: per questo motivo, avrebbe avuto il diritto di ritirarsi dal deal.
Twitter ha risposto citando in giudizio Musk, per costringerlo a onorare l’accordo al prezzo concordato di 54,20 dollari per azione. I termini dell’accordo includono una tassa di risoluzione di 1 miliardo di dollari che Musk dovrebbe pagare se venisse giudicato responsabile del fallimento della transazione.
Gli analisti hanno ipotizzato che Musk potrebbe essersi pentito dell’acquisto proprio dopo il crollo del prezzo delle azioni di Twitter. Il miliardario aveva offerto ad aprile 54,20 dollari per azione. Quelle stesse azioni, ora, valgono 39,49 dollari.
Apple lancia una nuova sfida attività per i suoi dipendenti
“Close Your Rings Challenge” è la nuova sfida attività lanciata da Apple ai suoi dipendenti.
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Apple sfida Amazon e Disney per il pacchetto NFL Sunday Ticket
Anche Apple è tra le aziende che vogliono portare la NFL nel proprio servizio di video streaming.
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In arrivo la nuova sfida attività dedicata alla giornata internazionale dello Yoga
Siete pronti per un sana dose di relax?
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Apple celebra il Mese del Cuore con una nuova sfida attività e non solo
Ecco tutte le novità Apple dedicate al Mese del Cuore.
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Ottiche performanti, Intelligenza Artificiale e un pieghevole: Huawei presenta i nuovi prodotti top (e sfida il ban)
AGI – Spinti dal sistema operativo EMUI12, con tanta Intelligenza Artificiale al servizio del comparto fotografico e nuove ottiche che, dice la casa madre, “sfidano la fisica” e, privi dei servizi di Google (primo fra tutti il Playstore: Huawei ha reso disponibile la AppGallery e il suo app store con applicazioni globali e locali distribuite in 20 categorie), a causa del ban Usa in vigore. Sono i due nuovi smartphone di punta che Huawei ha presentato in Europa: il P50 Pro e il pieghevole P50 Pocket, insieme con il Watch GT Runner, l’orologio intelligente per gli amanti della corsa.
“La serie Huawei P è da sempre votata alla nostra passione per la fotografia e alla ricerca della migliore qualità, estetica ed esperienza fotografica – ha spiegato Pier Giorgio Furcas, Deputy General Manager Huawei CBG Italia – il nuovo Huawei P50 Pro rappresenta un nuovo capitolo nella storia dell’eccellenza delle fotocamere Huawei, nonché un cambio di paradigma nella fotografia mobile, nell’estetica del design e nelle esperienze in tutti gli scenari. Incorporando Huawei XD Optics in uno smartphone per la prima volta, stiamo continuando a rendere possibile l’impossibile dando il via a una nuova era della fotografia per smartphone”.
Basato su piattaforma Snapdragon 888 4G, il P50 Pro è disponibile nelle versioni Cocoa Gold e Golden Black, con 8 Gb di Ram e 256 per lo spazio di archiviazione. Il display in vetro curvo 3D, con un’unica fotocamera selfie grandangolare al centro, ha dimensioni di 6.6” con risoluzione 2700×1228 e 450 ppi. Grazie alla tecnologia True-Chroma Display, supporta anche l’intera gamma di colori P3 per offrire colori più accurati e realistici. Sono supportati fino a 1,07 miliardi di colori in modalità Hdr con una frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz, mentre la frequenza di campionamento del tocco, pari a 300 Hz, dovrebbe garantire un’esperienza di utilizzo fluida e reattiva. Il P50 Pro è anche certificato Ip68 per la resistenza alla polvere.
Con l’Intelligenza Artificiale addio foto mosse. È dunque nelle abilità fotografiche che il P50 Pro vuole distinguersi. Le fotocamere possono essere utilizzate in molteplici modalità che, grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, permettono di ottimizzare gli scatti e l’acquisizione di sequenze video: niente più foto mosse o sfocate insomma.
Il True-Chroma Image Engine ha un sistema di rilevamento della luce ambientale che utilizza un sensore multi-spettro a 10 canali, abbinato alla calibrazione del colore di oltre 2.000 colori nell’ampia gamma cromatica P3, per migliorare la sua capacità di rilevare la luce ambientale e la precisione della tonalità di colore media rispettivamente del 50 e del 20%. Risultato? I colori sono più variegati, riproducendo le sfumature della vita reale. Al sistema di imaging ottico insomma vengono garantite capacità computazionali, creando il primo sistema comprensivo di ripristino del segnale dell’immagine del settore, in grado di applicare calcoli computazionali per correggere errori ottici e riprodurre dettagli minuziosi. Questo permette di superare i limiti del design ottico e ripristinare fino al 25% del segnale dell’immagine. Il prezzo. Il nuovo P50 Pro è disponibile su Huawei Store al prezzo di 1199,90 euro.
Il P50 Pocket
Il pieghevole P50 Pocket, progettato in collaborazione con la stilista di alta moda Iris Van Herpen, integra una nuova generazione di Huawei Image con il motore d’immagine migliorato Huawei XD Fusion Pro che supporta la tecnologia Ultra Spectrum Image in grado di garantire in tutti gli scatti una migliore resa delle texture con dettagli e colori realistici. Inoltre, la cerniera multidimensionale di nuova generazione e il design Multi-Dimensional Lifting consentono di piegare lo smartphone ottenendo un device sottile e tascabile. Migliora anche l’esperienza d’uso dell’utente: i due schermi, il Main Screen con l’ampio display e la Cover Screen all’esterno, offrono un nuovo modo di interagire con il dispositivo. Il display aperto misura 6,9 pollici in diagonale. Sulla Cover Screen è possibile visualizzare le notifiche senza dover aprire il device.
Il motore e il prezzo. Huawei P50 Pocket monta un processore Snapdragon 888 4G, 12 Gb di Ram e 512 di Rom, una batteria da 4mila mAh e la tecnologia SuperCharge 40W per la ricarica rapida. Disponibile su Huawei Store, costa 1599,90 euro.
Lo smart watch
Il Watch Gt Runner è uno smartwatch capace di registrare i dati ambientali e fisici con cui formula un piano di allenamento personalizzato, svolgendo la funzione di personal trainer digitale. Grazie alla nuova tecnologia Huawei TruSeen 5.0+, il dispositivo consente il monitoraggio della frequenza cardiaca per accompagnare ogni passo dei runner. Il sistema di posizionamento dispone di 5 principali sistemi satellitari: Gps, Beidou, Glonass, Galileo e Qzss. Il Watch Gr Runner ha anche un chip di posizionamento Gnss Dual-Band Five-System, integrato con un’antenna sospesa, nascosta nelle alette realizzate in fibra di polimero grazie a cui riesce a rilevare con estrema accuratezza posizione del runner e traiettoria della corsa. Il Watch Gt Runner è disponibile al prezzo di 299,90 euro con inclusi gli auricolari wireless FreeBuds 4.
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Minare criptovalute rispettando l’ambiente, la sfida di Celo
AGI – Minare criptovalute rispettando l’ambiente. L’iniziativa è di Celo, la piattaforma di finanza decentralizzata che ha già all’attivo 2 stablecoin ancorate rispettivamente all’euro e al dollaro. L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: ancorare entro il 2025 il 40% della riserva Celo alla foresta pluviale. In sintesi si tratterebbe di creare FNT da legare alle valute digitali che si possono scambiare sulla piattaforma.
Una risposta alle accuse piovute da tutte le parti circa l’impatto ambientale delle criptovalute. Qualche esempio: Elon Musk, con un tweet che ha fatto tremare l’impero delle monete digitali più famose al mondo, diceva di voler abbandonare i bitcoin perché troppo inquinanti e l’Università di Cambridge ne aveva denunciato l’eccessivo impatto ambientale, mettendo in guardia i detentori: la produzione dei bitcoin avrebbe, secondo gli studiosi inglesi, un peso energivora superiore al consumo di una nazione come l’Argentina.
Un sistema di cose che sembra immutabile: “Siamo abituati a considerare i costi dell’inquinamento come esternalità” dice all’Agi Markus Franke, Head of Europe di Celo, che parte dal proposito di collegare la ricchezza delle persone alla salvaguardia della natura. “L’idea arriva da Charles Eisenstein e dal suo libro Sacred Economics – racconta ancora Franke – l’autore osserva che le persone sono spinte a produrre qualunque cosa sostenga le valute, guardando alla storia troviamo l’esempio dell’oro e dei capi di bestiame”. Le persone erano spinte naturalmente a produrre questi elementi per garantire la valuta dell’epoca.
“Se, come società, dovessimo diffondere l’uso di criptomonete garantite dal capitale naturale – dice ancora Franke – qualsiasi crescita economica, qualsiasi aumento del denaro in circolazione porterebbe a una crescita di quelle risorse naturali legate alla valuta”.
Ma cosa significa concretamente ancorare le criptovalute alla foresta pluviale? In che modo questo può salvaguardare il nostro patrimonio naturale? “Esistono molti modi di intendere questo processo – commenta ancora il capo di Celo Europa – e solo il tempo ci dirà qual è il migliore”.
“Ad esempio un token potrebbe rappresentare la proprietà di una parte di foresta – racconta Markus Franke – oppure i crediti di carbonio generati dalla foresta stessa, o ancora potrebbero essere quote di governance di organizzazioni che proteggono la foresta operando sul campo”.
Insomma, le opzioni sono molte e anche la strada da fare, ma siamo davanti a un cambiamento di paradigma: anche il sistema delle criptovalute comincia a considerare il proprio impatto e valutarlo un fattore determinante per il suo sviluppo.
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Una drag race esagerata: la Bugatti Chiron sfida un jet militare
Il 20 maggio l’edizione speciale “Légendes du Ciel” da 1500 CV scenderà in pista per affrontare un aereo da 5727 CV
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Brave sfida Google con un motore di ricerca che mette la privacy al primo posto
Brave è uno dei tanti browser basati su Chromium che ha visto crescere la propria popolarità nell’ultimo anno, passando da 11 milioni a oltre 25 milioni di utenti attivi mensilmente, grazie ad alcune sue funzionalità e alla promessa di privacy e sicurezza durante la navigazione.
LEGGI ANCHE: Cos’è Earth 2, il progetto che punta a creare da zero una “seconda Terra”
Con un post sul suo sito, Brave ha annunciato lo sviluppo di un nuovo motore di ricerca focalizzato sulla privacy e che non raccoglie nessun tipo di dato sulla navigazione, utilizzando la tecnologia sviluppata da Tailcat, azienda acquisita proprio da Brave. Brave Search, questo il nome di tale servizio, utilizzerà database di ricerca indipendente per mostrare i risultati di qualità agli utenti, senza che questi rinuncino alla propria privacy.
È inutile dire che la concorrenza in questo campo è davvero agguerrita: Google e il suo motore di ricerca non hanno certo bisogno di presentazioni, motivo per cui sarà davvero difficile per Brave Search riuscire a “rubare” gli utenti di BigG. Ad ogni modo, nel caso vogliate iscriversi alla lista d’attesa per provare Brave Search, potete farlo da questa pagina.
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Spotify sfida Apple Music con il nuovo “Spotify HiFi”
Spotify HiFi è una delle più importanti novità presentate dall’azienda nella giornata odierna.
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Ecco la serie Mate 40 di Huawei, l’ultima sfida al bando Usa
È stato anticipato nelle indiscrezioni come l’ultimo smartphone Huawei con chipset proprietario Kirin, ma chi ha seguito il percorso fatto negli anni dal colosso cinese sa che per questa azienda vale più che per qualunque altra il motto “non è finita finché non è finita”.
E anche se sul fronte della tecnologia 5G affronta il numero sempre crescente di messe al bando in vari Paesi del mondo e su quello dei device la guerra commerciale prima sulle app di Google e poi sui componenti, si fa fatica a considerare questo Mate 40 presentato oggi come il canto del cigno di un’azienda che più di tante altre cinesi sul mercato ha saputo fare dell’innovazione e della qualità dei materiali la propria cifra stilistica.
“Per Huawei questi sono tempi molto difficili” dice Richard Yu, Executive Director e CEO di Huawei Consumer Business Group, a conclusione della presentazione della nuova serie Mate 40, “soffriamo sanzioni ingiuste che hanno reso questi tempi per noi i più difficili degli ultimi 30 anni. Anni in cui abbiamo investito ingenti risorse per innovare e migliorare la vita delle persone”.
Di fronte dei timori dei governi occidentali per la sicurezza dei dati che transitano sui device Huawei, Yu risponde che l’azienda cinese ga “ottimi risultati in termini di cyersecurity e protezione della privacy”.
“Negli ultimi 10 anni ci avete visto trasformarci da un brand sconosciuto a un marchio leader” conclude, “Non importa quanto duri siano i tempi: ci impegniamo a continuare a innovare”.
Per la nuova serie Mate 40 Huawei ha messo in campo il meglio della propria tecnologia, soprattutto sul fronte del comparto fotografico e della potenza di ricarica.
Sono dieci i dispositivi Mate presentati negli ultimi otto anni. Gli ultimi nati – Mate 40 Pro e 40 Pro+ – incorporano il primo e unico SoC 5G a 5 nanometri al mondo, il sistema Ultra Vision Cine Camera e il design Space Ring.
Ma segna anche un ulteriore passo verso la realizzazione di quell’ecosistema Huawei che punta a due obiettivi: fidelizzare il cliente e affrancarsi dalla spada di Damocle di servizi il cui utilizzo può essere inibito per decisioni di governi piuttosto che delle aziende.
La politica commerciale di Huawei si è fatta più aggressiva man mano che il confronto con i bandi Usa si faceva più duro. La spinta su device diversi dagli smartphone, ma complementari – computer portatili, auricolari e cuffie con cancellazione del rumore, tablet, smartwatch, sportwatch e smartband – si è fatta più forte allo scopo, come ha detto Richard Yu, Executive Director e CEO di Huawei Consumer Business Group, di “portare ai consumatori una connettività senza soluzione di continuità del nostro ecosistema”.
La serie Mate 40 monta un display Horizon 88 gradi , è certificata IP68 per resistenza a polvere e acqua, e offrono la possibilità di scelta tra tasti fisici e virtuali, oltre ad avanzati algoritmi che prevengono gli errori di digitazione.
La fotocamera anteriore ha il 3D Face Unlock e una fotocamera selfie ultra grandangolare con sensore di movimento estremamente accurato. Sul retro lo Space Ring Design è l’evoluzione del design circolare che rende riconoscibile la serie Mate. All’interno il processore Kirin 9000 è predisposto per il 5G, è capace di gestire processi di calcolo intensi e operazioni multi tasking con una migliore gestione dell’energia rispetto ai predecessori. La GPU garantisce la performance per grafiche avanzate, l’esperienza audiovisiva e il gaming gameplay, anche sei il display è ancora da 90Hz laddove altri produttori hanno inserito il refresh a 120Hz nei propri modelli di punta: “la giusta via di mezzo tra qualità dell’immagine e risparmio energetico” ha detto Yu.
Per quanto riguarda autonomia indispensabile per stare al passo con le esigenze del 5G e di un device con queste prestazioni, la batteria da 4.400mAh supporta la ricarica a 66W con cavo e quella wireless da 50W.
Le fotocamere sono come sempre realizzate in partnership con Leica e presentano un ultra grandangolare, una principale ad alta definizione, un tele obbiettivo su cui lavorano i sistemi di Dual Cine Cameras e Dual Ultra Wide Cameras attivi anche sulla camera frontale.
La serie Mate 40 offre nuove funzionalità come il controllo del dispositivo senza bisogno di utilizzare le dita. Basta semplicemente passare la mano sopra lo smartphone per attivarlo o navigare con tutti gli scorrimenti supportati verso sinistra, destra, in alto o in basso. È incluso un sistema per rispondere alle telefonate che funziona con il solo gesto della mano.
Il sistema Eyes on Display dinamico può essere attivato con un semplice sguardo, con display interattivi e personalizzabili che contengono tutte le informazioni di si ha bisogno sul telefono: il volume dello squillo delle chiamate indesiderate in arrivo, può essere abbassato semplicemente con uno sguardo verso il device, mentre la funzione di auto-sleep può essere disabilitata automaticamente non appena l’utente guarda il display.
Mancano, ovviamente, i Google Service e per rendere più semplice l’uso di Huawei Mobile Services (HMS), sono stati messi a punto Petal Search, il motore di ricerca che supporta l’utente in tutti i tipi di ricerche, Petal Maps, un’app di mappe che utilizza la feature di gesture control e HUAWEI Docs, una suite per la gestione dei documenti. Presentate anche le nuove cuffie FreeBuds Studio con cancellazione del rumore.
Il prezzo di vendita previsto per il Mate 40 Pro è di 1.249 euro.