Come usare Android Auto su una seconda macchina

Android Auto è la comoda interfaccia di Google per collegare un dispositivo Android allo schermo del vostro veicolo, permettendovi di usufruire senza distrazioni delle app di navigazione, ascolto musica, messaggistica o telefonia dello smartphone. 

Ma cosa succede se, come spesso capita, in una famiglia si possiede più di un veicolo e volete usare quello del consorte con Android Auto? Tutto è connesso, vi aspettate la consueta schermata e… non funziona!

Niente paura, per fortuna c’è una soluzione. Ecco come usare Android Auto su una seconda macchina, oltre a ricordarvi undici app gratis da provare per un viaggio confortevole e sicuro. 

A livello funzionale, Android Auto (ecco come funziona) non è un sistema operativo, ma una semplice app, e mentre prima poteva essere eseguita anche in maniera autonoma dallo smartphone, adesso è integrata in Android e funziona solo se collegata al veicolo. 

Una volta collegati telefono e auto tramite cavo USB o modalità wireless, sullo schermo del veicolo vedrete l’interfaccia di Android Auto, che vi consentirà di accedere alle app compatibili installate sul telefono, come navigatori, player multimediali o app di messaggistica

Il tutto avviene in maniera molto semplice, e l’unico processo che richiede un intervento da parte dell’utente è la configurazione iniziale, richiesta alla prima connessione. Se tutto va bene. 

Già perché Android Auto è famosa per i suoi problemi, sia di riconoscimento del telefono (dovuti a bug dell’app o della ROM del costruttore dello smartphone, a cavi non compatibili o ad altro) che dell’app stessa, a volte risultanti in una connettività GPS non affidabile o costante. Ma c’è un altro problema che descrivevamo in apertura, ovvero se volete usare lo stesso smartphone con Android Auto su due auto diverse, entrambe configurate con due smartphone diversi.

Mettiamo per esempio che abbiate due veicoli in famiglia. Uno vostro e uno del consorte, entrambi associati a due smartphone diversi per l’utilizzo con Android Auto

Se però volete usare l’altro veicolo con il vostro smartphone, Android Auto potrebbe non avviarsi. Le spiegazioni che diamo qui sotto e la loro soluzione presuppongono che voi stiate utilizzando il cavo originale di ricarica del vostro telefono o un cavo che sapete essere compatibile. Buona parte dei problemi legati ad Android Auto è infatti dovuta a un cavo USB non compatibile (e Android Auto dovrebbe avvertirvi in caso di problemi).

Se vi trovate in questa situazione, sappiate che maledire il veicolo, il telefono, Google o solo Android Auto, per quanto gratificante, non porterà i risultati sperati. 

L’unico modo per risolvere la situazione è forzare Android Auto a conoscere il veicolo, e per farlo dovrete rimuovere i profili esistenti delle altre auto nella vostra app. 

Ecco come fare.

  1. Entrate nelle impostazioni di Android Auto: aprite le Impostazioni del telefono abbassando due volte la tendina delle notifiche e toccando l’icona a forma di ingranaggio
  2. In alto, toccate la voce Dispositivi connessi
  3. Toccate Preferenze di connessione
  4. Toccate Android Auto
  5. Toccate Auto connesse in precedenza
  6. Qui dovreste trovare il vostro veicolo principale, identificato dalla marca e dal modello, e altri veicoli, in caso abbiate effettuato una connessione con successo
  7. Quello che dovete fare è eliminare tutti i veicoli associati ad Android Auto. Toccate i tre puntini in alto a destra
  8. Toccate Rimuovi tutte le auto memorizzate
  1. Toccate Ok
  2. Toccandolo si rimuovono tutti i profili delle auto collegate, quindi quando connetterete il telefono all’unità principale di un veicolo vi verrà richiesto nuovamente di passare attraverso la procedura di configurazione iniziale
  3. A questo punto quindi collegate lo smartphone alla seconda auto e Android Auto dovrebbe avviarsi normalmente, permettendovi di effettuare la breve configurazione (al termine del quale verrà creato un profilo per la seconda auto)

Certo, questo non è il più comodo dei sistemi, e quando vi collegherete alla vostra prima auto dovrete ripetere la configurazione (molto probabilmente Android Auto si avvierà normalmente in questo caso). 

Se ancora doveste riscontrare problemi e la dissociazione dalle auto in memoria non dovesse aiutare, controllate nuovamente di aver utilizzato il cavo USB originale del telefono o uno ad alta velocità. Se avete dubbi, controllate che sia lo stesso che avete utilizzato sulla vostra auto. 

Da quello che abbiamo visto finora sembra che usare Android Auto su un secondo veicolo sia tutto sommato facile, ma le cose potrebbero non andare sempre come previsto. In particolare potrebbe succedere che, volendo collegare il proprio telefono a una seconda auto, Android Auto proprio non voglia saperne di funzionare.

Non c’è una spiegazione chiara per questo comportamento, ma sembra che il motivo risieda in un errore nell’abbinamento tra le impostazioni di Android Auto e quelle del veicolo.

Il veicolo infatti riconosce il telefono e carica le proprie informazioni. Dal canto suo, Android Auto crea un profilo del veicolo con queste informazioni e le conserva per connessioni future. Potete confermare questa connessione tornando alla pagina dei veicoli connessi, come visto prima. 

  1. Aprite le Impostazioni abbassando due volte la tendina delle notifiche e toccando l’icona a forma di ingranaggio
  2. In alto, toccate la voce Dispositivi connessi
  3. Toccate Preferenze di connessione
  4. Toccate Android Auto
  5. Toccate Auto connesse in precedenza
  6. Sotto Auto accettate, vedrete i veicoli accettati e no, oltre alla possibilità di scegliere se al collegamento con un nuovo veicolo iniziare automaticamente il processo di configurazione

Questa configurazione, un vero e proprio profilo, consente all’app di riconoscere il ricevitore multimediale quando viene effettuata una nuova connessione, in modo da caricare impostazioni come la modalità di visualizzazione e la risoluzione, saltando la procedura di configurazione e avviandosi più velocemente.

Ma se provate ad avviare Android Auto in una seconda auto, l’app cerca il profilo del veicolo e in alcuni casi potrebbe riscontrare un errore, perché il profilo dell’auto salvato e quello che riscontra dalla connessione in atto non corrispondono.

Sembra assurdo, ma è un problema più comune di quanto si pensi e il risultato finale è che Android Auto non si avvia, e sullo schermo non vedrete né la nota (e agognata) interfaccial’icona di Android Auto, che normalmente appare per passare dal sistema di infotainment del veicolo a quello di Google.

Cosa fare? Come abbiamo visto nella sezione precedente c’è una soluzione, anche se un po’ “drastica”, e consiste nel rimuovere i profili esistenti delle altre auto nell’app di Android Auto. Questo di fatto trasforma il secondo veicolo in primo veicolo, e dovrete poi ripetere la configurazione sull’altra vettura sperando di non incorrere nello stesso problema.

Purtroppo il gran numero di variabili in gioco non aiuta: ci sono tanti telefoni diversi, tante macchine diverse, ci sono versioni differenti di Android Auto e non da ultimo anche il cavo USB utilizzato potrebbe metterci del suo. Ci vuole insomma anche un po’ di fortuna, e se questa non bastasse la pazienza di resettare Android Auto e ripartire da capo: a volte basta anche solo questo per sistemare le cose, laddove prima la seconda vettura non funzionava. Del resto è il principio zero dell’informatica: hai provato a spegnere e riaccendere?

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Come usare Android Auto su una seconda macchina

Se ci tenete alla privacy, dovete usare l’ultima versione di Firefox per Android

Firefox è sempre in cima ai nostri consigli tra i migliori browser Android, non solo per le sue funzionalità, ma anche per l’attenzione che da sempre contraddistingue lo sviluppatore Mozilla sul tema della privacy. 

Proprio per questo motivo, un paio di anni fa Firefox ha introdotto su desktop una soluzione chiamata Total Cookie Protection, che rende più difficile ai siti il tracciamento degli utenti, e ora è finalmente disponibile anche su Android. Andiamo a scoprirla, ricordandovi anche come usare Chromecast con Firefox.

Nonostante gli sforzi dei vari enti regolatori, negli Stati Uniti e soprattutto in Unione Europea, la privacy degli utenti quando navigano su Internet non è garantita. Affatto. Certo, le regole del GDPR hanno imposto dei paletti importanti, ma il problema è che quando diamo il nostro consenso all’utilizzo dei nostri dati (e purtroppo la maggior parte degli utenti non ha le conoscenze per farlo), questi vengono usati nei modi più disparati. 

Ora inoltre Google ha lanciato Privacy Sandbox, un sistema che dovrebbe in teoria proteggere gli utenti dalle pubblicità, ma che secondo molti osservatori (pur essendo un passo avanti) permetterà comunque il tracciamento e quindi la profilazione degli utenti. 

Il sistema Total Cookie Protection è inteso a prevenire questo flusso di dati, almeno quando si naviga su Internet. Il sistema funziona creando una sorta di “contenitore” in cui verranno conservati i cookie di un sito quando lo visitate, separato per ogni sito. In questo modo nessun altro sito web può vedere i cookie di altri siti e incrociare le informazioni, permettendo di proporvi pubblicità mirate in base ai siti che avete visitato.

Ma la funzione era limitata solo alle versioni desktop di Firefox. Fino a oggi. Adesso Firefox per Android lo offre per impostazione predefinita, limitando i cookie ai siti che visitate e impedendo il tracciamento e la profilazione degli utenti. 

Ovviamente questo sistema funziona solo per i cookie, e non garantisce l’anonimato o la completa sicurezza di navigazione, ma se tenete alla privacy, forse potreste provare Firefox per il vostro smartphone Android. Lo potete installare gratuitamente su Google Play a questo indirizzo, e per la maggiore privacy possibile c’è anche Firefox Focus, che consente di aprire una sola istanza alla volta, permettendo anche di cancellare la cronologia di navigazione alla chiusura con un comodo pulsante. 

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Se ci tenete alla privacy, dovete usare l’ultima versione di Firefox per Android

I cattivi nei non possono usare gli iPhone? Il regista Rian Johnson ha trovato la soluzione

Nel nuovo thriller Glass Onion, tutti i protagonisti usano pieghevoli Samsung. E addio spoiler per colpa degli iPhone!

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I cattivi nei non possono usare gli iPhone? Il regista Rian Johnson ha trovato la soluzione

Instagram vuole usare l’Intelligenza artificiale per verificare l’età degli utenti  

AGI – Per un account Instagram occorre avere 13 anni e fino a 18 anni il social network delle immagini di proprietà di Meta propone contenuti e modalità di approccio che nelle intenzioni vogliono essere adatte ad un pubblico di minori.

Per certificare che l’età sia quella giusta e che un utente di 18 anni abbia effettivamente 18 anni, Instagram sta testando negli Stati Uniti la possibilità di caricare un documento d’identità con foto o registrare un video selfie (in questo caso a dare il semaforo verde ci pensa l’Intelligenza Artificiale, dopo una scansione del viso) o chiedere conferma ad almeno tre amici comuni e validare così la propria età (“social vouching).

“Quando sappiamo che qualcuno è un adolescente e ha un’età compresa fra i 13 e i 17 anni forniamo esperienze adeguate all’età, come inserirlo automaticamente in account privati, prevenire contatti indesiderati da parte di adulti che non conoscono e limitare le opzioni che gli inserzionisti hanno per raggiungerli con annunci” ha spiegato in un post sul blog della società Erica Finkle, direttore della governance dei dati presso Meta.

Già dal 2019 Instagram aveva reso più severe le regole di accesso con l’introduzione del Family Center, nel 2020 poi è stato abbandonato il progetto  Instagram Kids. Ebbene questo passo, annunciato giovedì, si è reso anche necessario dopo che una serie di studi hanno collegato l’uso di Instagram alla salute mentale dei giovani utenti (con conseguenti preoccupazioni delle istituzioni). “Capire l’età di qualcuno online è una sfida complessa  – ha spiegato la società – vogliamo lavorare con altri nel nostro settore e con i governi per stabilire standard chiari per la verifica dell’età online” ha spiegato la società. Il nodo è “verificare l’età di chi che non ha un documento d’identità”.

Se hai un documento d’identità a verificare la tua età ci pensa l’Intelligenza Artificiale o al massimo tre amici utenti, dunque. Nel primo caso Instagram utilizza gli strumenti di Yoti, una società con sede a Londra che utilizza l’Intelligenza Artificiale per stimare l’età in base alle caratteristiche del viso. “La tecnologia di Yoti stima la tua età in base alle caratteristiche del viso e condivide questa stima con noi. Meta e Yoti poi eliminano l’immagine. La tecnologia non può riconoscere la tua identità, solo la tua età” ha sottolineato la compagnia.


Instagram vuole usare l’Intelligenza artificiale per verificare l’età degli utenti  

Ora potete usare i Play Points per pagare sul Play Store: ecco come

Dopo l’ultimo Google I/O abbiamo visto Google introdurre la possibilità di usare i Play Points tra i metodi di pagamento ufficialmente disponibili sul Play Store. Ora vi è l’ufficialità, con Google che sta distribuendo la novità su smartphone e non solo.

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I Play Points sono una sorta di punti fedeltà che vengono elargiti da Google a ogni utente che completa acquisti sul suo Play Store. L’acquisizione di Play Points varia in base allo status dell’utente, ovvero in base al numero di acquisti effettuati nel tempo. Andiamo quindi a vedere come usarli per pagare prodotti venduti sul Play Store:

  • Innanzitutto sarà necessario controllare quanti Play Points si hanno a disposizione, basterà tappare sulla propria icona nella sezione principale del Play Store, come mostrato dallo screenshot qui sotto.
  • Successivamente selezionare l’opzione per usare i propri Play Points, tramite la sezione dedicata denominata “Use”.
  • Selezionare la taglia del coupon che si vuole generare con i Play Points a disposizione, il quale sarà poi utilizzabile per pagare i prodotti venduti sul Play Store.

Quanto appena visto attualmente è l’unico metodo accessibile per riscattare i Play Points sul Play Store, ma in futuro sarà possibile utilizzare i Play Points anche in fase di acquisto dei prodotti sul Play Store, ovvero al momento della selezione del metodo di pagamento.

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Ora potete usare i Play Points per pagare sul Play Store: ecco come

Come usare TikTok se non l’hai mai usato prima

Dopo averne sentito tanto parlare, anche tu hai deciso di scaricare il social network sempre più utilizzato dagli utenti? Vorresti scoprire come usare TikTok e sfruttare i numerosi strumenti disponibili? Allora continua a leggere la nostra guida per diventare un esperto di TikTok.

Qual è l’occorrente per procedere con questa guida? Puoi scoprire i numerosi contenuti disponibili su TikTok utilizzando un dispositivo Android, iOS o un PC. Per continuare è necessario:

  • Un dispositivo Android, iOS/iPadOS o un PC;
  • Una connessione a Internet (rete dati o Wi-Fi);
  • L’app ufficiale (ti spiegheremo anche come scaricarla);
  • Un account TikTok.

Per pubblicare nuovi contenuti e guardare i video creati dagli altri utenti è necessario creare un account gratuito.

TikTok per smartphone e tablet

Utilizzi uno smartphone o tablet? Allora potrai sfruttare i numerosi strumenti offerti dal social network. Innanzitutto, è necessario scaricare l’applicazione gratuita disponibile su Google Play Store (Android) o App Store (iOS/iPadOS). Apri il negozio virtuale del tuo smartphone e, utilizzando il campo di ricerca, trova TikTok. Puoi anche cliccare uno dei seguenti pulsanti:

Scarica da Play Store

Scarica da App Store

Il download è stato completato? Bene, allora puoi creare un nuovo account. Avvia l’app e clicca “Registrati” (o “Sign up”). Puoi creare un account su TikTok utilizzando il tuo indirizzo e-mail o gli altri servizi disponibili.

Inserisci la data di nascita e clicca su “Avanti”. Per creare un nuovo profilo devi anche inserire il tuo indirizzo e-mail o numero di telefono.

Indica i tuoi interessi per ottenere dei suggerimenti.

Scegli una password sicura, premi “Avanti”, inserisci un nome utente e clicca “Registrati”.

TikTok per PC

TikTok è disponibile anche su PC: per utilizzare il social network devi collegarti al sito web ufficiale. Non è necessario scaricare nessuna applicazione, ma alcune funzionalità (pensate per smartphone e tablet) potrebbero non essere disponibili. Clicca su “Sign up“.

Puoi creare un nuovo account con telefono/e-mail oppure con altri social network. Scegliendo la prima opzione devi inserire la tua data di nascita e l’indirizzo e-mail (o numero di telefono).

Scegli una password, seleziona alcuni interessi e clicca su “Registrati”.

Puoi personalizzare liberamente il tuo account TikTok. Ti consigliamo, per catturare l’attenzione di altri utenti, di costruire un bel profilo. Cerca, quindi, di compilare tutte le possibili opzioni.

Prima di tutto, avvia l’applicazione ed effettua il login. Clicca su “profilo“, l’ultima voce del menù posizionato nella parte bassa.

Scegli “Modifica profilo” per visualizzare tutte le opzioni disponibili.

  • Cambia foto: qui puoi selezionare una fotografia. Si tratta del primo elemento visualizzato dagli altri utenti: cerca di scegliere immagini di alta qualità, dove sei ben visibile e che descrivano il tema del tuo profilo.
  • Cambia video: puoi inserire anche un filmato principale. Sei un ballerino? Potresti scegliere una tua esibizione. Sei un appassionato d’arte? I timelapse riescono spesso a conquistare gli utenti.
  • Nome: puoi modificare in qualunque momento il nome visualizzato dagli utenti quando guardano il tuo account.
  • Nome utente: il testo utilizzato dagli utenti per trovarti. Sarebbe consigliabile inserire una dicitura fantasiosa e riconoscibile.
  • Biografia: una breve descrizione del tuo profilo, chi sei, cosa fai e cosa vorresti esprimere. Non puoi superare le 80 battute.
  • Social: per collegare gli altri account.

Dopo aver effettuato l’accesso, puoi immediatamente guardare i contenuti disponibili su TikTok. Nella sezione Per Te trovi numerosi video selezionati secondo i tuoi interessi. I suggerimenti, chiaramente, all’inizio sono meno precisi: potresti trovare alcuni contenuti che non rispecchiano i tuoi reali interessi.

Il sistema suggerisce video creando una vera e propria classifica generata grazie ad alcuni fattori, tra cui:

  • Le interazioni: i video a cui hai messo mi piace, le condivisioni, i commenti e molto altro;
  • Le informazioni dei video: gli hashtag, i suoni e altro;
  • Le impostazioni del tuo account: le preferenze di lingua e le impostazioni del paese.

Nella sezione “Seguiti” trovi invece i contenuti condivisi dagli utenti che segui. Puoi quindi scoprire i video creati dai tuoi conoscenti e dai tuoi influencer preferiti. Seguire un nuovo account è estremamente semplice.

Effettua un click su “Scopri“, una voce del menù inferiore.

Nella parte alta è presente un campo di ricerca: inserisci un nome/nickname.

Individua un qualsiasi utente e accedi al profilo. Clicca su “Segui“.

Puoi trovare nuovi utenti sfogliando anche “Per te”. In questo caso, per entrare nel loro profilo devi semplicemente cliccare il loro nome utente.

Vorresti pubblicare un nuovo video su TikTok? Effettua l’accesso al tuo account e clicca il “+” collocato nel menù inferiore.

Qui puoi utilizzare diversi strumenti, tra cui:

  • Velocità (da 0.3 a 3x): per velocizzare o rallentare uno specifico video;
  • Filtri: per aggiungere rapidamente dei filtri;
  • Migliora: uno strumento utile per “modificare” il proprio aspetto (rendendo la pelle più liscia, inserendo il trucco e altro);
  • Timer: per impostare il limite di registrazione;
  • Flash: per attivare o disattivare il flash.

Analizziamo due strumenti molto interessanti. Nella parte alta trovi “Aggiungi suono“. Cliccando questo pulsante puoi arricchire il video con una traccia audio. Sono due le sezioni principali: “Scopri” (per trovare nuovi spunti) e “Preferiti” (per scegliere un suono aggiunto ai preferiti).

Nella parte inferiore è presente la voce “Effetti“: qui puoi trovare le simpatiche maschere ed effetti utilizzati dagli altri utenti.

Clicca il pulsante centrale per registrare il video.

Subito dopo, puoi inserire un testo, gli sticker, effetti, filtri, il doppiaggio (una voce in sottofondo) e regolare la clip. Clicca su Avanti quando sei pronto per procedere.

Inserisci una descrizione, eventuali hashtag, tag e tutte le altre informazioni richieste. Per completare la procedura, clicca su “Pubblica“.

Su TikTok, il popolare social network cinese, sono arrivate anche le storie. Gli utenti possono pubblicare foto e video in una sezione dedicata: i contenuti in questione spariscono automaticamente dopo poco tempo. In questo paragrafo scopriremo come pubblicare una storia su TikTok.

Prima di tutto, avvia l’applicazione ufficiale precedentemente scaricata sullo smartphone o tablet. Effettua l’accesso o crea un nuovo account.

Dopo aver avviato il software, premi il pulsante “+” situato nella parte bassa (che consente anche di pubblicare un post tradizionale).

Qui trovi tutti gli strumenti con cui poter personalizzare liberamente il contenuto, tra cui i filtri e la musica. Crea quindi una storia accattivante, sfruttando gli strumenti disponibili. Ti consigliamo, per attirare il pubblico, di scoprire le ultime tendenze (argomenti popolari) e creare filmati fantasiosi.

Utilizza eventualmente i filtri (per modificare tonalità), effetti (come maschere o altri elementi), un brano musicale, testo e tutto ciò che desideri.

Sei pronto per registrare? Bene: premi il pulsante centrale per avviare la registrazione. In alternativa, puoi anche scegliere un video disponibile nella galleria (cliccando il quadratino con l’anteprima).

Nella schermata successiva, puoi inserire del testo (magari per spiegare ai tuoi seguaci determinate cose), adesivi (per aggiungere un tocco di colore), un doppiaggio (per narrare qualcosa) e molto altro.

Effettua ora un click su “Pubblica come storia“. Questo contenuto sarà disponibile all’interno della piattaforma per 24 ore. Successivamente, la storia sparirà automaticamente e gli altri utenti non potranno visualizzarla.

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Come usare TikTok se non l’hai mai usato prima

Google vuole usare le fotocamere degli smartphone per proteggere la nostra salute

Da sempre Google è stata in prima fila nel campo tecnologico anche per i suoi progetti innovativi, che spesso riguardano anche il settore della salute e della medicina.

Proprio in questo senso arrivano le ultime novità da parte della divisione Heatlh di Google, presentate durante l’evento The Check Up. Tra le novità presentate da Google troviamo il monitoraggio e la diagnosi precoce di malattie come il diabete tramite l’analisi delle immagini degli occhi degli utenti. Alcuni tipi di diabete infatti causano retinopatie, le quali possono portare alla cecità se non curate tempestivamente.

Sempre nello stesso contesto, Google ha presentato un ulteriore progetto che prevede l’utilizzo dei microfoni integrati negli smartphone per svolgere auscultazioni di cuore e polmoni. Questa pratica, relativamente semplice, può svolgere un ruolo fondamentale nella diagnosi di malattie cardiovascolari o respiratorie.

Infine, Google ha mostrato come, in collaborazione con la Northwestern Medicine, stia impiegando la sua intelligenza artificiale per la realizzazione di indagini a ultrasuoni usando soltanto i comuni dispositivi mobili nelle aree in cui macchinari medici per le indagini a ultrasuoni, come il classico ecografo, non sono disponibili o non sono accessibili.

Insomma, è chiaro che l’intento della divisione Google Health sia quello di rendere maggiormente accessibile la pratica medica anche nelle aree in cui le risorse scarseggiano. Tutto passa dall’utilizzo degli smartphone e dei dispositivi mobili, i quali integrano sensori che accoppiati al progresso software attuale posssono fare la differenza anche nel settore della salute.

Per maggiori dettagli sull’evento presentato da Google Health vi suggeriamo di approfondire con il video completo che trovate qui sotto.

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Google vuole usare le fotocamere degli smartphone per proteggere la nostra salute

Android Auto e Maps non vanno d’accordo: un nuovo bug rende impossibile usare l’app

Un nuovo bug sta tormentando alcuni utenti Android Auto che vogliono utilizzare Google Maps per la navigazione: l’app infatti continua ad andare in crash e dunque a riavviarsi continuamente, senza permettere di guardare la mappa.

Il problema in questione è stato portato alla luce recentemente da utenti che possiedono smartphone di brand cinesi (i più colpiti sono Vivo e Huawei), ma anche alcuni possessori di Google Pixel 3 hanno lamentato il medesimo bug. Google, al momento in cui stiamo scrivendo, non ha dichiarato nulla in merito.

Non c’è una soluzione a questo problema: il bug sembra affliggere sia quando collegati via wireless che via cavo. Non resta quindi che attendere un fix da Google.

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Android Auto e Maps non vanno d’accordo: un nuovo bug rende impossibile usare l’app