Pixel Watch vi costa tre volte più di quanto costa

Dopo anni di attesa, finalmente nel 2022 Google ha rilasciato il suo primo smartwatch, ovvero Google Pixel. A riguardo, CounterPoint Research ha pubblicato un’analisi su quanto costa all’azienda la realizzazione del dispositivo. Ebbene, al colosso di Mountain View il Pixel Watch costa 123 dollari, mentre nei negozi viene proposto al prezzo di 399 dollari (quindi esiste una differenza di 276 dollari).

Entrando nei dettagli della notizia, i costi maggiori derivano dal chipset fornito da Samsung, l’Exynos 9110, che comporta una spesa di circa 33 dollari. Questi costi comprendono anche ilco-processore MIMXRT595S di NXP, oltre a 2 GB di RAM e 32 GB di spazio di archiviazione forniti da Kingstone. Altre spese non di poco conto riguardano il display, fornito da BOE, che comporta a Google costi pari a circa 21 dollari. A seguire, con 18 dollari, i costi relativi alla scocca di Pixel Watch.

Tra sensori e connettività, invece, l’azienda paga circa 16 dollari mentre i vari chip, tra cui quello dedicato al GPS e ai Bluetooth, costano circa 6 dollari. Di poco inferiore, circa 4 dollari, la spesa relativa al cinturino. Il costo della batteria, infine, si aggira intorno ai 7 dollari. 

Dall’analisi di CounterPoint Research, inoltre, appare evidente un altro dato piuttosto interessante: la maggior parte dei costi sono riconducibili a Samsung – circa il 20% – visto che il marchio coreano fornisce a Google sia il processore che il modem LTE ed altre componenti. A seguire BOE, che con i suoi display OLED rappresenta il 17,2% dei costi necessari per la realizzazione di Pixel Watch.

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Pixel Watch vi costa tre volte più di quanto costa

Spotify punta su podcast e audiolibri per diventare 10 volte più grande  

AGI – Conquistare 1 miliardo di utenti, 50 milioni di creator entro il 2030 e soprattutto raggiungere 100 miliardi di ricavi l’anno, con un margine lordo del 40%. Sono questi i piani di Spotify, piattaforma di streaming musicale quotata alla borsa di New York dal 2018, secondo l’amministratore delegato e co-founder Daniel Ek. Lo svedese ha messo uno accanto all’altro gli obiettivi della compagnia nel corso del secondo (il primo dalla quotazione) Investor Day, l’incontro con gli investitori, della società. A oggi Spotify conta 422 milioni di utenti, tra cui 182 milioni di abbonati a Spotify Premium, su 183 paesi.

Perché il piano di Ek si realizzi Spotify dovrebbe far crescere le sue entrate di quasi 10 volte rispetto ai ricavi del 2021 di 11,4 miliardi di dollari. “Stiamo accelerando il nostro percorso di crescita per diventare una piattaforma in grado di intrattenere, ispirare ed educare più di un miliardo di utenti in tutto il mondo e, proprio come piattaforma per creator, forniremo l’infrastruttura e le risorse che consentiranno a 50 milioni di artisti e creator di crescere e gestire al meglio le proprie attività e progetti, monetizzare il proprio lavoro e promuoverlo efficacemente” ha detto Ek. 

Podcast e audiolibri

Nonostante il cuore di Spotify batta per la musica, la piattaforma sta cercando di ampliare l’esperienza di ascolto degli utenti, lavorando allo sviluppo di podcasting e audiolibri. A  proposito dei podcast è emerso che un terzo degli ascoltatori di Spotify si sintonizza sui podcast (il 7% di tutte le ore di ascolto sulla piattaforma). Il chief content officer di Spotify, Dawn Ostroff, ha sottolineato che società ha impegnato più di 1 miliardo di dollari nel podcasting e che la compagnia è ancora in modalità di investimento.

Per Ostroff tuttavia il podcasting è un’opportunità da 20 miliardi di dollari. A proposito Ek ha sottolineato che questi investimenti (podcasting e audiolibri) stanno già andando “meglio di quanto probabilmente ti aspetti”, con margini lordi del 28,5%, sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo a lungo termine della società del 30%-35%. 

Ek ha aggiunto in particolare che l’attività di podcasting ha generato circa 200 milioni di euro l’anno scorso, con un aumento del 300% rispetto al 2020 e oltre 125 milioni di utenti hanno ascoltato un podcast nel primo trimestre. La società ha messo in evidenza la crescita numerica dei podcast sul suo servizio, rilevando che Spotify oggi ha oltre 4 milioni di podcast, rispetto ai 500mila del 2019.

Inoltre il suo strumento di creazione di podcast, Anchor, ha contribuito  a questa crescita: secondo la compagnia  l’app alimenta il 75% dei podcast su Spotify e ogni nuovo spettacolo creato su Anchor porta altri 2,5 milioni di utenti attivi mensili al servizio.

Ek si aspetta che il business dei podcast abbia il potenziale per generare margini compresi tra il 40% e il 50% e che anche gli audiolibri abbiano margini superiori al 40% (secondo Ek potrebbero portare 70 miliardi di dollari di entrate annuali). Non ha però specificato quanto tempo ci sarebbe voluto prima che l’azienda raggiungesse quei numeri.


Spotify punta su podcast e audiolibri per diventare 10 volte più grande  

Il primo video su Youtube visto più di 10 miliardi di volte

“Baby Shark” è diventato il video di YouTube più visto di tutti i tempi già a novembre 2020, ma ora è diventato il primo video di a superare i 10 miliardi di visualizzazioni.

Il video, pubblicato il 18 giugno 2016, ha rapidamente scalato la classifica dei più visti al mondo fino a conquistare la vetta e battere record si record. Attualmente le visualizzazioni sono 10.003.712.878. 

Il video è stato prodotto da Pinkfong, marchio sudcoreano specializzato nella creazione di contenuti educativi per bambini. In particolare l’azienda, fondata nel 2010 a Seul, produce canzoni e video per i più piccoli, come quello di Baby Shark, finalizzati all’insegnamento dell’inglese e di altre materie. 

Baby Shark ha surclassato qualsiasi altro video pubblicato sulla piattaforma di proprietà di Google. Basti pensare che alla fine del 2021 al secondo posto tra i video più visti c’era Despacito, canzone di Luis Fonsi diventata tormentone estivo nel 2017, con 30 milioni di visualizzazioni. 

 


Il primo video su Youtube visto più di 10 miliardi di volte

A volte ritornano: Honor prova a conquistare l’Europa anche senza Huawei

AGI – Nel maggio del 2019 il mondo era dei cinesi. O almeno il mondo della telefonia cellulare. Huawei si contendeva il primato delle vendite con Samsung e Apple sembrava scivolare irrimediabilmente fuori dal podio. Se alle performance della casa di Shenzhen si sommavano quelle di Honor, sub-brand per giovani, ma soprattutto di altri gruppi che sgomitavano alle loro spalle, come l’allora emergente Xiaomi, Oppo, OnePlus e le loro derivate, sembrava non esserci storia. Poi il mondo si svegliò con il bando di Trump alla vendita  di tecnologia americana – e in particolare dei Google Services – a Huawei e sappiamo tutti come andarono le cose. 

Per salvare il salvabile, Huawei mise la ‘piccola di casa’ sulla scialuppa dell’autonomia e la affidò alle acque burrascose del mercato. Trenta mesi dopo, Honor è tornata in Europa e, al netto delle battute e delle dietrologie su quanta tecnologia del vecchio proprietario ci sia ancora nei suoi device, abbiamo parlato con il country manager Italia Roger Liyn, per capire cosa si aspetta dal futuro

Quanto era cresciuta e che quota di mercato aveva raggiunto honor in Italia prima del bando di Trump?

La crescita di Honor è stata molto veloce e in Italia avevamo raggiunto circa il 10%

Che prospettiva di crescita da qui a due anni, qual è il target sia in termini di clientela che di quote di mercato vi aspettate?

Al momento non ci poniamo un obiettivo in termini di quota di mercato o di spedizioni. Per Honor, l’obiettivo è quello di continuare a sviluppare l’innovazione, la tecnologia e le capacità operative globali per servire meglio i nostri consumatori.

Con quanti modelli e di che fascia di prezzo arriverà in Italia?

Honor 50 è disponibile per il pre-ordine a partire dal 1 novembre solo su HiHonor.com al prezzo consigliato di 529 euro. La vendita ufficiale inizierà dal 12 novembre su HiHonor, Amazon e nei negozi dei principali operatori come Tim, Vodafone e Wind 3. Puntiamo molto sulla configurazione della fotocamera superiore per un’esperienza di vlogging e una fotocamera posteriore quadrupla di livello professionale che consiste in una fotocamera principale da 108MP, una fotocamera grandangolare da 8MP, una fotocamera Bokeh da 2MP e una fotocamera Macro da 2MP. Sulla parte anteriore, il dispositivo è dotato di una fotocamera grandangolare da 32MP. La batteria da 4300mAh supporta 66W SuperCharge ed è in grado di alimentare il telefono al 70% in 20 minuti. Un caricatore da 66W è incluso nella confezione di vendita standard.  Il processore è Qualcomm Snapdragon 778G 5G aggiornato.

Su quale elemento Honor punta per riconquistare il mercato italiano?

Abbiamo un forte team di R&D che è stato capace di immettere il primo smartphone Android nel mercato cinese. Hanno un’enorme conoscenza della domanda dei consumatori, della tecnologia innovativa e dello sviluppo dei prodotti, che ci permettono di fornire prodotti ed esperienze premium ai nostri consumatori. Abbiamo sviluppato tecnologie all’avanguardia per la costruzione di piattaforme nell’area 5G, AI, comunicazioni, elaborazione delle immagini, software e design. Possediamo anche capacità in tecnologie cruciali come GPU Turbo, Link Turbo, fotografia multi-camera e navigazione. Inoltre, abbiamo accumulato conoscenze approfondite nella tecnologia delle fotocamere per sviluppare il nostro processore di segnale d’immagine, che continua a evolversi per creare un’esperienza unica per i nostri consumatori.  Nel corso degli anni, Honor ha forgiato relazioni forti e a lungo termine e ha creato valori condivisi con una vasta gamma di partner locali. Il nostro team ha una ricca esperienza di mercato e una forte comprensione delle esigenze dei consumatori locali, il che ci mette nella posizione migliore per sostenerli in futuro.

Quanto è rimasto della tecnologia Huawei nei prodotti Honor?

Honor e Huawei non condividono più le risorse di R&D e Honor ha sviluppato un proprio team dopo essere diventata indipendente nel novembre 2020. Più del 50% dei dipendenti sono professionisti di R&D che si dedicano allo sviluppo di tecnologie innovative in quattro centri e oltre 100 laboratori in tutto il mondo. Continuiamo a investire pesantemente nelle capacità di R&D per sostenere il portafoglio completo di smartphone e altri dispositivi intelligenti, aspirando a raggiungere l’equilibrio tra tecnologia all’avanguardia ed esperienze utente.

Come state affrontando il problema dell’approvvigionamento di chip? C’è in prospettiva l’idea di sviluppare processori proprietari?

Qualcomm è passata attraverso un processo di certificazione molto rigoroso e approfondito ed è diventata il primo gruppo di partner globali che ha raggiunto un accordo con Honor. La serie 50 è il primo smartphone ad utilizzare lo Snapdragon 778G. La serie Magic3 è stata tra i primi a lanciare lo Snapdragon 888 Plus. Apprezziamo la fiducia che Qualcomm ha riposto in noi, che ci ha permesso di iniziare a collaborare pienamente con loro in così poco tempo. Credo che questo ci abbia fatto superare le sfide del settore. Il nostro team di R&D ha anche sfruttato la sua forte capacità di debug per risolvere i problemi che danneggiano l’esperienza dei consumatori e migliorare la stabilità e le prestazioni della piattaforma mobile di Qualcomm.

L’uscita di scena di Huawei dal mercato italiano ha aperto le porte ad altri produttori cinesi, Xiaomi e Oppo su tutti. Quali sono i principali competitor di honor? Qual è la strategia per strappare quote di mercato?

Ogni marchio di smartphone ha la propria strategia per i mercati in cui si trova. Per quanto riguarda Honor, siamo concentrati sullo sviluppo di prodotti ed esperienze e sulle nostre capacità per servire al meglio i consumatori. Per raggiungere questo obiettivo, stiamo aggiornando il nostro portafoglio di prodotti e le operazioni interne per offrire prodotti specificamente progettati per utenti di fascia alta. Puntiamo ad avere un portafoglio completo per diverse fasce di prezzo. La nostra serie ammiraglia, la serie Honor Magic, testimonia la migliore tecnologia innovativa della categoria e definisce gli standard del settore con il suo design estetico e un’esperienza utente superiore, mentre la serie X rappresenta l’accessibilità della nostra tecnologia per tutti.


A volte ritornano: Honor prova a conquistare l’Europa anche senza Huawei

Da laptop a smartphone in un attimo: Samsung mostra il display che si piega due volte (foto)

Samsung è stata sicuramente pioniera nel mercato degli smartphone pieghevoli, con i suoi Galaxy Z Fold e Z Flip che sono stati i primi ad arrivare come pieghevoli per il mercato consumer. La casa sudcoreana intende continuare su questa strada.

Durante la International Display Expo che si è tenuta in Corea del Sud, Samsung ha mostrato per la prima volta il suo display in grado di piegarsi due volte. Le immagini e il video che trovate in basso mostrano il display in grado di piegarsi in corrispondenza di due cerniere, rendendo possibile la riduzione di una diagonale pari a 17,3″ a una da 7,2″. Il pannello è di tipo OLED e pertanto si adatterebbe perfettamente alle mansioni di laptop e smartphone.

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Il prototipo che vedete nel video è stato integrato in uno smartphone che già supporta diverse concezioni di multitasking per dispositivi pieghevoli. In questo contesto Samsung parte considerevolmente in vantaggio rispetto ai suoi rivali, visto che già da un paio d’anni lavora sul software di questi dispositivi.

Al momento la casa sudcoreana non ha indicato quando arriverà sul mercato un dispositivo del genere. Appena ne sapremo di più torneremo ad aggiornarvi.

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Da laptop a smartphone in un attimo: Samsung mostra il display che si piega due volte (foto)

La mascherina che si disinfetta da sola ed è riutilizzabile 200 volte

AGI – I ricercatori della Freie Universität di Berlino e ITA RWTH Aachen, due delle più rinomate istituzioni accademiche specializzate in virologia e industria tessile, hanno confermato l’efficacia della nuova tecnologia auto disinfettante che, una volta applicata su tessuti o superfici è capace di distruggere definitivamente il coronavirus. Questa tecnologia, sviluppata dall’azienda d’igiene svizzera Livinguard riesce a distruggere ininterrottamente i virus espirati, compreso il 99.9% del SARS-CoV-2 (il virus che causa il COVID-19).

Questi risultati scientifici coincidono con quelli ottenuti a Tucson dall’Università dell’Arizona: una similitudine particolarmente importante, soprattutto in questo momento in cui la maggior parte dei Paesi sta gradualmente uscendo dal lockdown e la popolazione ha sempre più voglia di un ritorno alla normalità.

“Tutti gli Stati si stanno mobilitando per rilanciare l’economia e in questo panorama la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale nella protezione della salute e del benessere. Le nostre mascherine forniscono una protezione che risponde alle odierne necessità” ha affermato Sanjeev Swamy, Fondatore e CEO di Livinguard. “Quello che ci rende particolarmente contenti è che questa tecnologia risulti essere efficace per la protezione della popolazione nello svolgimento delle attività quotidiane: dall’areo ai mezzi pubblici. Ci auguriamo così di poter aiutare i diversi paesi e le autorità, accelerando e facilitando la riapertura, sempre garantendo la massima sicurezza per tutta la popolazione”. 

“Le nostre ricerche provano che i tessuti con cui sono composte queste mascherine possono rendere inattivi i virus espirati risultando in questo modo ancora più sicure anche da maneggiare” afferma Uwe Rösler dell’Istituto d’igiene animale e ambientale. “Inoltre, questi innovativi tessuti potrebbero contribuire a ridurre molte problematiche igienico-sanitarie anche al di fuori degli ambiti medici e specifici del COVID-19”.

Oltre alle mascherine, la tecnologia d’igienizzazione costante Livinguard può essere applicata su qualsiasi tessuto e su numerose altre superfici, premettendone l’utilizzo in innumerevoli settori: da quello medico-sanitario, a quello dell’igiene personale, ai filtri d’aria per gli impianti e molto altro.

“Basta immaginare ai grandi vantaggi che le compagnie aeree possono trarre dalla nostra tecnologia applicandola a tutto l’ambiente interno: dai sedili ai tavolini pieghevoli assicurando così che virus e batteri possano essere eliminati e se ne prevenga il diffondersi.” afferma Sanjeev Swamy. “Questo non solo potrà portare dei benefici per la sanità pubblica ma anche una notevole efficienza in pulizia e disinfezione per tutte le aziende”.

Come funziona la tecnologia Livinguard

Il principio alla base della Livinguard technology è quello di applicare una carica positiva a livello molecolare sulle superfici dei tessuti. Quando i microbi entrano in contatto con queste cariche positive, le cellule microbiche, che hanno carica negativa, vengono eliminate, portando così alla distruzione permanente dei microorganismi. A differenza di alternative a base metallica come l’argento, lo zinco o il rame che possono essere dannose per l’ambiente e che, se applicate sulle mascherine, possono avere delle implicazioni sulla salute, la tecnologia Livinguard è risultata sicura sia per la pelle che per i polmoni.

Inoltre, la tecnologia Livinguard ha un’efficacia distruttiva continua e permette di riutilizzare le maschere per più di 210 volte, senza compromessi in sicurezza ed efficienza

Agi